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SANITÀ. Emergenza influenze
Virus A, l’Italia è il Paese con più casi
Duecentomila i casi segnalati, 15mila quelli accertati. I decessi legati a un quadro clinico già compromesso
«Giovedì nero». Cinque vittime negli ultimi due giorni, quattro soltanto nella giornata di ieri. Il bilancio complessivo sale a 11 morti.
La polemica. Molti medici rifiutano il vaccino. «Ma per i riottosi non c’è alcuna ipotesi di allontamento dai Pronto soccorso».
ROMA. Si è impennata in poche ore la cifra dei decessi di persone che avevano contratto il virus dell’influenza A/H1N1: ben cinque negli ultimi due giorni, quattro nella sola giornata di ieri. Decessi che portano a 11 il numero dei morti in Italia, il Paese che, ha detto ieri il viceministro della salute Ferruccio Fazio, ha in percentuale il maggior numero di casi di infezione da H1N1, circa 380 per 100 mila abitanti: la stessa cifra della Spagna.
I decessi riguardano persone il cui quadro clinico era già compromesso e quindi l’influenza H1N1 può considerarsi una concausa della morte. Ma a colpire è l’appartenenza di alcuni di loro a categorie sociali specifiche. A Napoli, città che ha registrato negli ultimi giorni quattro morti che si aggiungono ad un caso di decesso del settembre scorso, è morto mercoledì un pensionato. Ieri nel capoluogo campano è morto un settantreenne medico: la stessa professione esercitata da un cinquantacinquenne deceduto martedì, dopo che aveva da poco portato a termine un intervento chirurgico su un paziente. E sempre a Napoli è morto un detenuto condannato all’ergastolo, le cui condizioni di salute avevano consigliato il ricovero all’ospedale Cotugno.
La morte del detenuto ha spinto l’assessorato alla Sanità a disporre la vaccinazione degli agenti di polizia penitenziaria e della popolazione carceraria campana in condizioni a rischio secondo i parametri del ministero. Ed ancora ieri, nella giornata nera in cui è stato in pratica raddoppiato il numero dei decessi fino ad ora registrati, è stata resa note la morte, risalente a mercoledì pomeriggio, di una donna di 43 anni ricoverata all’Ospedale Infermi di Rimini per problemi respiratori. Soffriva per obesità ed era ricoverata da una decina di giorni per problemi legati al sistema respiratorio.
Ad eccezione della donna morta il 19 settembre scorso a Messina, che non era colpita di particolari patologie, tutte le altre vittime dell’influenza A in Italia avevano gravi problemi di salute prima di contrarre il virus pandemico. Nel frattempo l’influenza A continua a diffondersi in tutto il Paese a ritmo sempre più sostenuto. I dati recenti sull’incidenza dei casi di influenza A in Italia sono «saliti moltissimo», ha detto ieri Fazio, e «l’Italia - ha aggiunto - è il Paese in percentuale con il maggior numero di casi insieme alla Spagna, circa 380 per 100 mila abitanti».
A tenere d’occhio l’andamento del virus è arrivata la rete dei medici sentinella coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che da 10 anni sorveglia i virus influenzali. Sono circa 200.000 i casi di influenza A H1/N1 segnalati al termine della prima settimana di attività. I più colpiti, ha detto la responsabile del Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Iss, Stefania Salmaso, sono finora bambini e ragazzi da 5 a 14 anni.
La polemica. Molti medici rifiutano il vaccino. «Ma per i riottosi non c’è alcuna ipotesi di allontamento dai Pronto soccorso».
ROMA. Si è impennata in poche ore la cifra dei decessi di persone che avevano contratto il virus dell’influenza A/H1N1: ben cinque negli ultimi due giorni, quattro nella sola giornata di ieri. Decessi che portano a 11 il numero dei morti in Italia, il Paese che, ha detto ieri il viceministro della salute Ferruccio Fazio, ha in percentuale il maggior numero di casi di infezione da H1N1, circa 380 per 100 mila abitanti: la stessa cifra della Spagna.
I decessi riguardano persone il cui quadro clinico era già compromesso e quindi l’influenza H1N1 può considerarsi una concausa della morte. Ma a colpire è l’appartenenza di alcuni di loro a categorie sociali specifiche. A Napoli, città che ha registrato negli ultimi giorni quattro morti che si aggiungono ad un caso di decesso del settembre scorso, è morto mercoledì un pensionato. Ieri nel capoluogo campano è morto un settantreenne medico: la stessa professione esercitata da un cinquantacinquenne deceduto martedì, dopo che aveva da poco portato a termine un intervento chirurgico su un paziente. E sempre a Napoli è morto un detenuto condannato all’ergastolo, le cui condizioni di salute avevano consigliato il ricovero all’ospedale Cotugno.
La morte del detenuto ha spinto l’assessorato alla Sanità a disporre la vaccinazione degli agenti di polizia penitenziaria e della popolazione carceraria campana in condizioni a rischio secondo i parametri del ministero. Ed ancora ieri, nella giornata nera in cui è stato in pratica raddoppiato il numero dei decessi fino ad ora registrati, è stata resa note la morte, risalente a mercoledì pomeriggio, di una donna di 43 anni ricoverata all’Ospedale Infermi di Rimini per problemi respiratori. Soffriva per obesità ed era ricoverata da una decina di giorni per problemi legati al sistema respiratorio.
Ad eccezione della donna morta il 19 settembre scorso a Messina, che non era colpita di particolari patologie, tutte le altre vittime dell’influenza A in Italia avevano gravi problemi di salute prima di contrarre il virus pandemico. Nel frattempo l’influenza A continua a diffondersi in tutto il Paese a ritmo sempre più sostenuto. I dati recenti sull’incidenza dei casi di influenza A in Italia sono «saliti moltissimo», ha detto ieri Fazio, e «l’Italia - ha aggiunto - è il Paese in percentuale con il maggior numero di casi insieme alla Spagna, circa 380 per 100 mila abitanti».
A tenere d’occhio l’andamento del virus è arrivata la rete dei medici sentinella coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che da 10 anni sorveglia i virus influenzali. Sono circa 200.000 i casi di influenza A H1/N1 segnalati al termine della prima settimana di attività. I più colpiti, ha detto la responsabile del Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Iss, Stefania Salmaso, sono finora bambini e ragazzi da 5 a 14 anni.
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