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ALLARME influenza. LA SITUAZIONE IN SICILIA
Ospedali in tilt appello ai medici «Vaccinatevi».
Arrivate ieri a Palermo altre 92.210 dosi
La paura. Intasati i centralini dei nosocomi di Catania e Palermo: «Telefonano genitori che hanno figli con la febbre».
PALERMO. Il virus A/H1N1 fa davvero paura e lo dimostra il fatto che ieri in tutti gli ospedali delle nove province dell’Isola i centralini sono andati letteralmente in tilt. Centinaia le chiamate di informazione da parte dei cittadini che sono, sempre più, in preda alla psicosi ed in particolare si sentono disorientati dalle notizie che «piovono» a pioggia dai mass media (tv, giornali, radio, siti internet).
Telefoni «bollenti» negli ospedali palermitani, Civico, Cervello, Villa Sofia, Buccheri la Ferla, ma anche all’Ingrassia, al Policlinico e al pediatrico «Di Cristina» che mediamente ricevono in questi giorni oltre un centinaio di telefonate al giorno di persone che chiedono informazioni sull’influenza A, sui luoghi dov’è possibile effettuare la vaccinazione e sulle controindicazioni del vaccino. Il centralinista dell’ospedale pediatrico «Di Cristina: «In questi giorni – sottolinea – ci vorrebbe un operatore solo per ricevere le telefonate che riguardano l’influenza A. Il pronto soccorso nelle ultime settimane è stato intasata da genitori con i bambini che hanno poche linee di febbre».
Stesso copione negli ospedali di Catania dove i centralini ricevono ogni giorno in media una sessantina di telefonate di persone preoccupate per sintomi che ritengono dell’influenza A o per chiedere informazioni sul vaccino. Nel pronto soccorso pediatrico dell’ospedale «Garibaldi» questo dura da circa tre settimane e il maggior numero di telefonate si registra nelle ore serali. Al «Cannizzaro» le telefonate ricevute sono quelle di persone preoccupate per la salute di bambini ed anziani o che vogliono chiarimenti sui sintomi e sul vaccino. Ed a proposito di vaccino, ieri mattina all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, la Croce Rossa Italiana ha consegnato la terza trance di antidoto. Sono stati «incamerati » all’interno del grande frigo dell’Istituto 92.210 dosi: 12.210 (confezioni monodose), 80.000 (confezioni decadose). Di questi 48.074 (6.366 confezioni monodose e 41.708 decadose) sono destinati all’azienda Cannizzaro di Catania per il bacino della Sicilia Orientale (Catania 2.626 e 17.208; Messina 1.588 e 10.403; Siracusa 973 e 6.374; Ragusa 757 e 4.959; Enna 422 e 2.763). Altri 44.136 (5.844 monodose e 38.292 decadose) per il bacino della Sicilia Occidentale (Palermo 3.018 e 19.777; Trapani 1.058 e 6.934; Caltanissetta 662 e 4.335; Agrigento 1.106 e 7246).
Continua, nel frattempo, ad esserci ancora molta diffidenza non solo tra le popolazioni se vaccinarsi o me, ma anche tra gli operatori sanitari. Scetticismo non solo da parte dei medici ospedalieri, ma anche da parte di quelli di medicina generale, i cosiddetti medici di famiglia. A tal proposito c’è da segnalare una iniziativa che parte dall’Ordine dei Medici di Palermo e che presto potrebbe allargarsi anche agli altri otto Ordini dell’Isola. Per dare l’esempio e soprattutto invogliare i «camici bianchi» a vaccinarsi e a consigliare la somministrazione dell’antidoto contro il virus A/N1H1 ai bambini, alle donne in gravidanza e ai soggetti particolarmente a rischio a causa di patologie croniche, i consiglieri dell’Ordine di Palermo, tra domani e martedì si andranno a vaccinare.
«E’ un segnale che vogliamo portare alla categoria – sottolinea Luigi Galvano, segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) – affinchè portiamo un po’ di serenità alla popolazione che è confusa, disorientata dalle notizie che rimbalzano dalla stampa ma anche dal nostro ambiente».
Per fortuna non si registra nessun nuovo caso e, di conseguenza, non ci sono nuovi ricoveri negli ospedali siciliani. Rimangono, invece, stazionarie le condizioni di salute dei due ragazzi che sono ricoverati al reparto di pediatria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento perché risultati positivi al tampone rinofaringeo del virus A/H1N1. I due quattordicenni, entrambi residenti a Favara, non sono in pericolo di vita e se il loro quadro clinico migliorerà, come ritengono i medici del reparto, nelle prossime 48 ore potranno lasciare l’ospedale della Valle dei Templi.
PALERMO. Il virus A/H1N1 fa davvero paura e lo dimostra il fatto che ieri in tutti gli ospedali delle nove province dell’Isola i centralini sono andati letteralmente in tilt. Centinaia le chiamate di informazione da parte dei cittadini che sono, sempre più, in preda alla psicosi ed in particolare si sentono disorientati dalle notizie che «piovono» a pioggia dai mass media (tv, giornali, radio, siti internet).
Telefoni «bollenti» negli ospedali palermitani, Civico, Cervello, Villa Sofia, Buccheri la Ferla, ma anche all’Ingrassia, al Policlinico e al pediatrico «Di Cristina» che mediamente ricevono in questi giorni oltre un centinaio di telefonate al giorno di persone che chiedono informazioni sull’influenza A, sui luoghi dov’è possibile effettuare la vaccinazione e sulle controindicazioni del vaccino. Il centralinista dell’ospedale pediatrico «Di Cristina: «In questi giorni – sottolinea – ci vorrebbe un operatore solo per ricevere le telefonate che riguardano l’influenza A. Il pronto soccorso nelle ultime settimane è stato intasata da genitori con i bambini che hanno poche linee di febbre».
Stesso copione negli ospedali di Catania dove i centralini ricevono ogni giorno in media una sessantina di telefonate di persone preoccupate per sintomi che ritengono dell’influenza A o per chiedere informazioni sul vaccino. Nel pronto soccorso pediatrico dell’ospedale «Garibaldi» questo dura da circa tre settimane e il maggior numero di telefonate si registra nelle ore serali. Al «Cannizzaro» le telefonate ricevute sono quelle di persone preoccupate per la salute di bambini ed anziani o che vogliono chiarimenti sui sintomi e sul vaccino. Ed a proposito di vaccino, ieri mattina all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, la Croce Rossa Italiana ha consegnato la terza trance di antidoto. Sono stati «incamerati » all’interno del grande frigo dell’Istituto 92.210 dosi: 12.210 (confezioni monodose), 80.000 (confezioni decadose). Di questi 48.074 (6.366 confezioni monodose e 41.708 decadose) sono destinati all’azienda Cannizzaro di Catania per il bacino della Sicilia Orientale (Catania 2.626 e 17.208; Messina 1.588 e 10.403; Siracusa 973 e 6.374; Ragusa 757 e 4.959; Enna 422 e 2.763). Altri 44.136 (5.844 monodose e 38.292 decadose) per il bacino della Sicilia Occidentale (Palermo 3.018 e 19.777; Trapani 1.058 e 6.934; Caltanissetta 662 e 4.335; Agrigento 1.106 e 7246).
Continua, nel frattempo, ad esserci ancora molta diffidenza non solo tra le popolazioni se vaccinarsi o me, ma anche tra gli operatori sanitari. Scetticismo non solo da parte dei medici ospedalieri, ma anche da parte di quelli di medicina generale, i cosiddetti medici di famiglia. A tal proposito c’è da segnalare una iniziativa che parte dall’Ordine dei Medici di Palermo e che presto potrebbe allargarsi anche agli altri otto Ordini dell’Isola. Per dare l’esempio e soprattutto invogliare i «camici bianchi» a vaccinarsi e a consigliare la somministrazione dell’antidoto contro il virus A/N1H1 ai bambini, alle donne in gravidanza e ai soggetti particolarmente a rischio a causa di patologie croniche, i consiglieri dell’Ordine di Palermo, tra domani e martedì si andranno a vaccinare.
«E’ un segnale che vogliamo portare alla categoria – sottolinea Luigi Galvano, segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) – affinchè portiamo un po’ di serenità alla popolazione che è confusa, disorientata dalle notizie che rimbalzano dalla stampa ma anche dal nostro ambiente».
Per fortuna non si registra nessun nuovo caso e, di conseguenza, non ci sono nuovi ricoveri negli ospedali siciliani. Rimangono, invece, stazionarie le condizioni di salute dei due ragazzi che sono ricoverati al reparto di pediatria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento perché risultati positivi al tampone rinofaringeo del virus A/H1N1. I due quattordicenni, entrambi residenti a Favara, non sono in pericolo di vita e se il loro quadro clinico migliorerà, come ritengono i medici del reparto, nelle prossime 48 ore potranno lasciare l’ospedale della Valle dei Templi.
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