Al terzo giorno di attivazione del numero verde della Regione Lazio per l´influenza A (800.118.800), Repubblica ha voluto verificare l´efficienza del servizio attivo tutti i giorni dalle ore 8 alle 20. Ma fin dai primi tentativi è stato chiaro che sarebbe stata una missione impossibile. La prova è iniziata venerdì alle ore 18: linea perennemente occupata. Abbiamo proseguito nella giornata di ieri, con tempi di attesa, alle 9 del mattino, tra i 10 ai 15 minuti. Alle 10, due ore dopo l´apertura del call center, gettiamo la spugna perché il numero risulta occupato e, le poche volte che squilla con il segnale di libero, ricomincia l´attesa infinita. E aspettando che qualcuno dei medici del centralino risponda ai dubbi sul vaccino e sui sintomi dell´influenza A, viene normale chiedersi per quale motivo il numero verde di emergenza risulta praticamente inutilizzabile. Ogni perplessità, però, viene fugata dalla visita alla sede del centralino anti-influenza A, presso l´Ares 118, sulla circonvallazione Gianicolense. «Non ci aspettavamo un numero così elevato di chiamate, ma stiamo già correndo ai ripari» ammette Giancarlo Mosiello, direttore della centrale operativa del 118 e coordinatore del numero verde per l´influenza A. «Domani passeremo da cinque a 12 linee - dice Mosiello - ma se le telefonate continueranno ad aumentare, dovremo prevedere un´ulteriore potenziamento della struttura perché attualmente non riusciamo a rispondere a più di 600 chiamate al giorno». Ogni telefonata, infatti, non dura meno di otto minuti, un tempo infinito rispetto al minuto di conversazione che caratterizza le chiamate di emergenza all´Ares 118 e ai cinque delle telefonate alla guardia medica.
«Ma il vero problema - spiega Giancarlo Mosiello - è che il 20 per cento delle telefonate arriva da utenti di altre regioni, soprattutto Emilia Romagna e della Lombardia, perché solo il Lazio ha attivato il numero verde. Tra le domande più frequenti, dove e come vaccinarsi. «Ci chiedono anche notizie sulle categorie a rischio e sulla pericolosità del vaccino - dice Mosiello - ma quello che colpisce è il target: sono soprattutto persone giovani e di livello culturale medio alto».
(08 novembre 2009)
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