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Nell’Isola è decollata la «controffensiva» con qualche ostacolo
Pochi i tamponi e tutti gli esami vanno a Palermo
L’organizzazione. Da oggi quasi tutti operativi i centri vaccinali. Medici di famiglia pronti a collaborare, ma i cittadini aspettano di sapere, con più informazioni e maggiori dettagli, dove andare per essere visitati al sopraggiungere dei primi sintomi della patologia.
CATANIA. E’ un po’ emergenza-influenza e un po’ emergenza-organizzazione, quasi inevitabilmente. Perché la Sicilia è partita in quarta per far fronte alla psicosi da H1N1, aderendo al protocollo stilato e trasmesso dal Ministero della Sanità e spedito alle Regioni per legittima competenza e per dare corso ed attuazione. Ma queste linee dettate dal governo, con un’ultima ordinanza arrivata il 20 ottobre ed alcuni aggiornamenti, ovviamente, spediti in fretta e furia in queste ultime ore, stanno un po’ facendo girare la testa a chi avrebbe bisogno di linee precise ed inequivocabili. Anche per evitare che un’azione di contrasto a questa influenza e alla incalzante pandemia, che potrebbe essere gestita con sufficiente tranquillità e linearità, diventi un pandemonio.
Il problema centrale, dicono quasi tutti gli esperti, i tecnici, i medici, sta nella confusione della comunicazione, tra cose dette e contraddette, rischi ora elevati alla massima potenza, subito dopo degradati alla quasi norma. E poi sui vaccini: si devono fare, non si devono fare, fanno male, fanno bene. Il prof. Pietro Di Gregorio, primario del reparto di virologia dell’ospedale Cannizzaro, spiega: «Non c’è alcun rischio legato alla somministrazione del vaccino, va detto e ribadito per evitare che si crei una paura infondata legata anche al vaccino, dopo la psicosi agitata e alimentata attorno a questa influenza».
Dunque nessun rischio, il vaccino si può fare, anche se, per la verità, ci sono molte resistenze anche all’interno stesso delle strutture ospedaliere, che hanno il compito di vaccinare personale medico e paramedico per evitare la diffusione e la moltiplicazione dei contagi. Non tutti hanno accettato di farsi vaccinare negli ospedali, così in questi giorni i direttori sanitari e i primari dei reparti di virologia stanno ancora predicando. Ma la vera questione è legata, in queste ore, all’apertura dei centri vaccinali in tutta la regione. In alcuni casi sono in corso di allestimento, si stanno allertando i responsabili e i medici che dovranno operare. Che potranno ricevere anche il supporto, a titolo gratuito, dei medici di famiglia: «Noi stiamo già operando nel nostro campo - spiega il dott. Giacomo Caudo, Presidente Regionale Fimmg, la federazione dei medici generali - cioè somministrando i vaccini per l’influenza stagionale. Ma abbiamo dato la nostra disponibilità anche per dare una mano nei centri vaccinali, sia come medici di famiglia che con gli operatori delle guardie mediche».
Insomma mobilitazione generale, a partire da oggi certamente, visto che i centri vaccinali dovrebbero essere completamente operativi. Ma quel che andrà definito meglio nei prossimi giorni è a chi dovranno rivolgersi le persone che hanno soltanto un sospetto di influenza H1N1. Al pronto soccorso no, è chiaro, ai medici di famiglia se li troveranno e se saranno disponibili alla visita di controllo, oppure a quei centri di riferimento nei Distretti socio sanitari il cui ruolo, la definizione e l’operatività, oltre al dare ai cittadini informazioni precise su dove e come trovarli, dovrà essere definito, appunto, a breve.
Nel tourbillon che si respira, però, c’è anche qualche curiosa contraddizione. Per esempio legata agli esami di accertamento di casi di influenza H1N1. Tutti gli ospedali siciliani fanno capo al Policlinico di Palermo, con gli esami inviati ogni giorno al Dipartimento di Igiene pubblica diretto dal prof. Vitale. Dipartimento scelto per tutte le analisi, con il risultato che la mole di lavoro sopportata è tale che un paio di esami inviati da Catania venerdì hanno avuto risposta soltanto ieri mattina. Va bene che c’era il week end di mezzo, ma possibile che questa sia la migliore soluzione possibile? Anche a Catania il Policlinico potrebbe svolgere le stesse analisi se ricevesse l’autorizzazione, alleggerendo il peso di Palermo. Così come si spera che presto arrivi una maggiore dotazione di tamponi per i riscontri, visto che in molti ospedali sono esauriti e si procede con tamponi ordinari.
CATANIA. E’ un po’ emergenza-influenza e un po’ emergenza-organizzazione, quasi inevitabilmente. Perché la Sicilia è partita in quarta per far fronte alla psicosi da H1N1, aderendo al protocollo stilato e trasmesso dal Ministero della Sanità e spedito alle Regioni per legittima competenza e per dare corso ed attuazione. Ma queste linee dettate dal governo, con un’ultima ordinanza arrivata il 20 ottobre ed alcuni aggiornamenti, ovviamente, spediti in fretta e furia in queste ultime ore, stanno un po’ facendo girare la testa a chi avrebbe bisogno di linee precise ed inequivocabili. Anche per evitare che un’azione di contrasto a questa influenza e alla incalzante pandemia, che potrebbe essere gestita con sufficiente tranquillità e linearità, diventi un pandemonio.
Il problema centrale, dicono quasi tutti gli esperti, i tecnici, i medici, sta nella confusione della comunicazione, tra cose dette e contraddette, rischi ora elevati alla massima potenza, subito dopo degradati alla quasi norma. E poi sui vaccini: si devono fare, non si devono fare, fanno male, fanno bene. Il prof. Pietro Di Gregorio, primario del reparto di virologia dell’ospedale Cannizzaro, spiega: «Non c’è alcun rischio legato alla somministrazione del vaccino, va detto e ribadito per evitare che si crei una paura infondata legata anche al vaccino, dopo la psicosi agitata e alimentata attorno a questa influenza».
Dunque nessun rischio, il vaccino si può fare, anche se, per la verità, ci sono molte resistenze anche all’interno stesso delle strutture ospedaliere, che hanno il compito di vaccinare personale medico e paramedico per evitare la diffusione e la moltiplicazione dei contagi. Non tutti hanno accettato di farsi vaccinare negli ospedali, così in questi giorni i direttori sanitari e i primari dei reparti di virologia stanno ancora predicando. Ma la vera questione è legata, in queste ore, all’apertura dei centri vaccinali in tutta la regione. In alcuni casi sono in corso di allestimento, si stanno allertando i responsabili e i medici che dovranno operare. Che potranno ricevere anche il supporto, a titolo gratuito, dei medici di famiglia: «Noi stiamo già operando nel nostro campo - spiega il dott. Giacomo Caudo, Presidente Regionale Fimmg, la federazione dei medici generali - cioè somministrando i vaccini per l’influenza stagionale. Ma abbiamo dato la nostra disponibilità anche per dare una mano nei centri vaccinali, sia come medici di famiglia che con gli operatori delle guardie mediche».
Insomma mobilitazione generale, a partire da oggi certamente, visto che i centri vaccinali dovrebbero essere completamente operativi. Ma quel che andrà definito meglio nei prossimi giorni è a chi dovranno rivolgersi le persone che hanno soltanto un sospetto di influenza H1N1. Al pronto soccorso no, è chiaro, ai medici di famiglia se li troveranno e se saranno disponibili alla visita di controllo, oppure a quei centri di riferimento nei Distretti socio sanitari il cui ruolo, la definizione e l’operatività, oltre al dare ai cittadini informazioni precise su dove e come trovarli, dovrà essere definito, appunto, a breve.
Nel tourbillon che si respira, però, c’è anche qualche curiosa contraddizione. Per esempio legata agli esami di accertamento di casi di influenza H1N1. Tutti gli ospedali siciliani fanno capo al Policlinico di Palermo, con gli esami inviati ogni giorno al Dipartimento di Igiene pubblica diretto dal prof. Vitale. Dipartimento scelto per tutte le analisi, con il risultato che la mole di lavoro sopportata è tale che un paio di esami inviati da Catania venerdì hanno avuto risposta soltanto ieri mattina. Va bene che c’era il week end di mezzo, ma possibile che questa sia la migliore soluzione possibile? Anche a Catania il Policlinico potrebbe svolgere le stesse analisi se ricevesse l’autorizzazione, alleggerendo il peso di Palermo. Così come si spera che presto arrivi una maggiore dotazione di tamponi per i riscontri, visto che in molti ospedali sono esauriti e si procede con tamponi ordinari.
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