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MALASANITA'. La veritica della Regione conferma: ad Angela Giulietti fu trastuso sangue sbagliato per una lunga serie di sviste.
Mussomeli, ispettori in ospedale: «Paziente morto per troppi errori».
I risultati dell'ispezione sono stati resi noti dall'assessore Massimo Russo. L'Asp avvia un procedimento disciplinare nei confronti di tecnici e infermieri.
MUSSOMELI. Angelo Giulietti è morto per un caso di malasanità. Il pensionato nisseno vittima di uno scambio di sacche di sangue, ha perso la vita per una lunga serie di errori umani. E' questa la conclusione a cui sono arrivati gli ispettori dell'Assessorato regionale alla Sanità ed inviati a Caltanissetta subito dopo quel maledetto 22 settembre quando l'uomo era stato sottoposto ad un intervento chirurgico ad un'anca all'ospedale mussomelese «Immacolata Longa».
Quel giorno, ad operazione conclusa, i medici ritennero di effettuare una prima trasfusione, usando però una sacca contenente sangue il cui gruppo risultò diverso da quello del paziente: anziché B, nel corpo del pensionato fu immesso sangue del gruppo A. Le condizioni dell'uomo peggiorarono tanto da indurre i sanitari a trasferire il paziente all'ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento, dove si è spento lo scorso 6 ottobre.
Gli esiti dell'ispezione sono stati resi noti ieri dall'assessore alla Sanità Massimo Russo: «Ancora una volta - ha spiegato - dietro al decesso di un paziente sembra esserci una inquietante sequenza di errori gravi e determinanti. Il rapporto redatto dagli ispettori dell'assessorato non lascia spazio a dubbi: in attesa che la magistratura concluda le proprie indagini, ho chiesto al manager dell'Asp di Caltanissetta Cantaro di adottare immediati provvedimenti». Da questo fronte, il direttore generale ha già annunciato che è stato attivato «un procedimento disciplinare nei confronti del personale tecnico ed infermieristico ritenuto oggetto di comportamenti non conformi ai doveri di istituto».
La magistratura, pochi giorni dopo il decesso del 68enne, aveva iscritto nel registro degli indagati 5 sanitari, tra primari, medici, infermieri e tecnici di laboratorio. Gli errori nella catena trasfusionale - secondo quanto scritto dagli ispettori Attilio Mele, Giuseppe Murolo e Giovanni De Luca - sarebbero avvenuti sia all'ospedale di Mussomeli che al servizio Immunotrasfusionale di San Cataldo (Simt). Il primo errore sarebbe avvenuto il 3 settembre, quando Giulietti è stato sottoposto agli esami preparatori all'intervento: in questa occasione, per uno scambio di identità tra pazienti, venne determinato un gruppo sanguigno diverso. «L'operazione - scrivono gli ispettori - si è svolta regolarmente, ma sulla base del referto di esami emato-chimici corrispondente al paziente sbagliato è stata prescritta la prima trasfusione, in realtà non necessaria».
Gli ispettori aggiungono: «Nella fase di prericovero, caratterizzata da diverse carenze ed inadeguatezze, è stata omessa l'esecuzione del controllo del gruppo sanguigno sul secondo campione, prevista dalla normativa, che ha provocato il primo errore di determinazione del gruppo sanguigno. Nella fase del ricovero, presso il Simt di San Cataldo si è verificata una sommatoria di errori con la mancata segnalazione di accertata discrepanza tra il gruppo sanguigno indicato nella richiesta e quello risultante dal controllo effettuato sui campioni pervenuti al Simt».
Quel giorno, ad operazione conclusa, i medici ritennero di effettuare una prima trasfusione, usando però una sacca contenente sangue il cui gruppo risultò diverso da quello del paziente: anziché B, nel corpo del pensionato fu immesso sangue del gruppo A. Le condizioni dell'uomo peggiorarono tanto da indurre i sanitari a trasferire il paziente all'ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento, dove si è spento lo scorso 6 ottobre.
Gli esiti dell'ispezione sono stati resi noti ieri dall'assessore alla Sanità Massimo Russo: «Ancora una volta - ha spiegato - dietro al decesso di un paziente sembra esserci una inquietante sequenza di errori gravi e determinanti. Il rapporto redatto dagli ispettori dell'assessorato non lascia spazio a dubbi: in attesa che la magistratura concluda le proprie indagini, ho chiesto al manager dell'Asp di Caltanissetta Cantaro di adottare immediati provvedimenti». Da questo fronte, il direttore generale ha già annunciato che è stato attivato «un procedimento disciplinare nei confronti del personale tecnico ed infermieristico ritenuto oggetto di comportamenti non conformi ai doveri di istituto».
La magistratura, pochi giorni dopo il decesso del 68enne, aveva iscritto nel registro degli indagati 5 sanitari, tra primari, medici, infermieri e tecnici di laboratorio. Gli errori nella catena trasfusionale - secondo quanto scritto dagli ispettori Attilio Mele, Giuseppe Murolo e Giovanni De Luca - sarebbero avvenuti sia all'ospedale di Mussomeli che al servizio Immunotrasfusionale di San Cataldo (Simt). Il primo errore sarebbe avvenuto il 3 settembre, quando Giulietti è stato sottoposto agli esami preparatori all'intervento: in questa occasione, per uno scambio di identità tra pazienti, venne determinato un gruppo sanguigno diverso. «L'operazione - scrivono gli ispettori - si è svolta regolarmente, ma sulla base del referto di esami emato-chimici corrispondente al paziente sbagliato è stata prescritta la prima trasfusione, in realtà non necessaria».
Gli ispettori aggiungono: «Nella fase di prericovero, caratterizzata da diverse carenze ed inadeguatezze, è stata omessa l'esecuzione del controllo del gruppo sanguigno sul secondo campione, prevista dalla normativa, che ha provocato il primo errore di determinazione del gruppo sanguigno. Nella fase del ricovero, presso il Simt di San Cataldo si è verificata una sommatoria di errori con la mancata segnalazione di accertata discrepanza tra il gruppo sanguigno indicato nella richiesta e quello risultante dal controllo effettuato sui campioni pervenuti al Simt».
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