il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

martedì 1 settembre 2009


La Repubblica - 30.08.2009
Ed. del 30.08.2009 - Palermo - pag. II
E.La.

Elio Barnabà guida l'équipe che ha trattato Filippo Li Gambi: "Emorragia inarrestabile"
Il rianimatore: «Per salvare la riforma non fantastichiamo su errori medici».
ORA cercano un colpevole, a tutti i costi. E per difendere la riforma del sistema devono trovarlo fra i medici. Ma a Caltanissetta, le assicuro,
potevamo fare ben poco per salvare quel povero ragazzo. E le spiego perché». A parlare è Elio Barnabà, responsabile di presidio del Sant'Elia ma anche primario di Rianimazione e anestesia dell'ospedale e responsabile del "118" nella zona centro-meridionale della Sicilia. A finire sotto accusa, nella relazione dell'assessorato alla Sanità e nelle parole del governatore Lombardo, sono stati proprio i camici bianchi del Sant'Elia. Ed è Barnabà a rispondere all'ultimo quesito lasciato sul tappeto dalla tragica vicenda di Filippo Li Gambi, dall'ultimo caso di malasanità siciliana: com'è possibile che un paziente con una grave emorragia entri in sala operatoria soltanto un'ora e quaranta minuti dopo l'arrivo al pronto soccorso?
DOTTORE Barnabà, cos'è successo in quei cento minuti all'ospedale Sant'Elia?
«Il giovane è arrivato a Caltanissetta con una perdita di sangue che, purtroppo, non era stata arrestata a Mazzarino. L'emorragia durava, ininterrottamente, da due ore. Si è fatto un esame doppler per verificare se l'arteria tibiale posteriore fosse danneggiata. Quella anteriore era distrutta. Poi si è tentata una difficile stabilizzazione. Quindi è stata fatta una Tac, per escludere danni anche alla milza e al fegato. Procedure necessarie, prima di un intervento chirurgico».
Quanti medici hanno assistito Filippo Li Gambi?
«Cinque: un medico di pronto soccorso, un chirurgo vascolare, un ortopedico e due rianimatori. Equipe degna del Niguarda di Milano. Ma ripeto, le condizioni del giovane erano già gravemente compromesse. Credo ci fosse un parente infermiere, a bordo dell'ambulanza, che potrà testimoniarlo. Quand'è arrivato a Caltanissetta, il paziente era quasi incosciente, dopo la Tac c'era già ben poco dafare. Non c'è stato alcun ritardo. In sala operatoria è stato fatto l'ultimo tentativo di salvare il ragazzo, che è andato quasi subito in arresto cardiaco. Per mezz'ora si è cercato, invano, di rianimarlo».
Se Li Gambi fosse stato portato subito in ambulanza a Caltanissetta sarebbe sopravvissuto?
«Gli operatori del 118 sono andati subito a Mazzarino, in un ospedale poco distante dal luogo dell'incidente. Prassi corretta, tenendo conto anche che su quell'ambulanza c'erano solo due autisti-soccorritori che possono fare al massimo un massaggio cardiaco, e nessun medico. E così nel 60 per cento delle ambulanze in servizio nell'Isola. Ma l'ospedale di Mazzarino non era preparato ad affrontare un'emergenza di quel tipo. Mettiamola così: se l'ambulanza fosse stata medicalizzata e se non ci fosse stata la tappa a Mazzarino, dove il paziente è rimasto 50 minuti, forse si sarebbe salvato».
Perché non tentare un immediato trasporto in elisoccorso a Caltanissetta?
«A Mazzarino non c'è una pista abilitata al volo notturno».
Dottore, a lei piace la riforma di Russo?
«Sono d'accordo sul principio del conteniinento dei costi e sullo smantellamento di piccoli ospedali che hanno un numero basso di ricoveri. Certo, serve anche una rete di emergenza-urgenza più efficiente, con la presenza capillare di medici nel servizio 118, specie nei centri minori. Ma costa».
È nell'occhio del ciclone. E ora qualcuno tirerà fuori la sua recente sospensione dal servizio per concorso in turbativa d'asta.
«Il provvedimento riguardava solo la mia partecipazione a gare d'appalto ed è stato revocato a fine luglio su richiesta dello stesso pm. Resto indagato, certo, ma sono fiducioso nel buon esito dell'inchiesta. Ma, ovviamente, questa vicenda non c'entra nulla. Io confermo solo una mia impressione: per difendere la riforma della sanità - che peraltro in larga parte condivido - e l'assetto del sistema si additano ora presunti errori medici. Ma sarebbe meglio non fantasticare su temi così delicati».

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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