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Influenza, inchiesta a Messina. "Mia sorella era in salute".
L'Istituto superiore di sanità: possibile morte per virus
PALERMO - Sarà l'autopsia disposta dalla magistratura a chiarire le cause della morte dell'avvocato Giovanna Russo, all'ospedale Papardo di Messina, venti giorni dopo una diagnosi di influenza A. Ventiquattrore dopo il decesso, la prima relazione stilata dai vertici del nosocomio ipotizza che l'influenza abbia solo aggravato una precedente broncopolmonite, che sabato si sarebbe poi rivelata fatale. Ma la sorella della paziente, medico a Napoli, non è d'accordo. «Giovanna era sana - dice Giusi Russo - non era fumatrice, non aveva broncopolmoniti pregresse, non aveva alcuna patologia sistemica che potesse giustificare una sua non risposta ai farmaci e a tutto quello che i medici, veramente con grande professionalità, hanno fatto».
Davanti all'ospedale, dove è rimasta negli ultimi venti giorni, la dottoressa Russo dice con voce decisa: «Dobbiamo sfatare l'ipotesi che si ammala gravemente soltanto chi è già ammalato o chi ha rischiato con un viaggio all'estero. Giovanna può avere contratto la malattia come tutti noi avremmo potuto contrarla. Perché non era stata all'estero e non aveva condiviso con nessuno i sette giorni di incubazione». «Prima di lei - spiega ancora la sorella - avevano avuto banali sintomi influenzali, trattati con paracetamolo e niente più, i suoi figli e i miei figli, che stavano con me in vacanza».
Le sue riflessioni convincono Gianni Rezza, l'epidemiologo dell'Istituto superiore di sanità. «Non si può escludere che la donna deceduta a Messina sia morta a causa del virus dell'influenza A. Serve un approfondimento», dice. Ed è quanto intende fare l'inchiesta della Procura, che ha già sequestrato la cartella clinica del caso Russo. La magistratura vuole pure verificare che le terapie siano state adeguate.
Il direttore generale del Papardo, Armando Caruso, rilancia: «Abbiamo curato 21 persone affette da virus A, 11 ricoverate e dieci solo visitate. Posso assicurare che stanno tutti bene. Solo l'ultimo caso non è andato cosi, anche se i nostri medici hanno seguito tutti gli standard previsti». Ma già da giorni al ministero della Salute si lavora per chiarire le terapie attorno al virus H1N1: il vice ministro Ferruccio Fazio ha istituito un gruppo di specialisti che sta delineando linee guida certe per quei casi, pochi ma gravi, in cui il virus dell'influenza A si trasforma in una pericolosa polmonite. «Non saranno più di 200 alla fine della pandemia - ha spiegato Fazio - siamo attrezzati per affrontarli». Ma il primo vero caso, quello di Messina, sembra ancora tutto da approfondire. Per questa ragione l'assessorato regionale alla Sanità, d'intesa con il ministero, ha disposto l'invio all'ospedale Papardo di un pool di ispettori. E anche il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha convocato in via d'urgenza per oggi una riunione con i vertici sanitari della città.
Davanti all'ospedale, dove è rimasta negli ultimi venti giorni, la dottoressa Russo dice con voce decisa: «Dobbiamo sfatare l'ipotesi che si ammala gravemente soltanto chi è già ammalato o chi ha rischiato con un viaggio all'estero. Giovanna può avere contratto la malattia come tutti noi avremmo potuto contrarla. Perché non era stata all'estero e non aveva condiviso con nessuno i sette giorni di incubazione». «Prima di lei - spiega ancora la sorella - avevano avuto banali sintomi influenzali, trattati con paracetamolo e niente più, i suoi figli e i miei figli, che stavano con me in vacanza».
Le sue riflessioni convincono Gianni Rezza, l'epidemiologo dell'Istituto superiore di sanità. «Non si può escludere che la donna deceduta a Messina sia morta a causa del virus dell'influenza A. Serve un approfondimento», dice. Ed è quanto intende fare l'inchiesta della Procura, che ha già sequestrato la cartella clinica del caso Russo. La magistratura vuole pure verificare che le terapie siano state adeguate.
Il direttore generale del Papardo, Armando Caruso, rilancia: «Abbiamo curato 21 persone affette da virus A, 11 ricoverate e dieci solo visitate. Posso assicurare che stanno tutti bene. Solo l'ultimo caso non è andato cosi, anche se i nostri medici hanno seguito tutti gli standard previsti». Ma già da giorni al ministero della Salute si lavora per chiarire le terapie attorno al virus H1N1: il vice ministro Ferruccio Fazio ha istituito un gruppo di specialisti che sta delineando linee guida certe per quei casi, pochi ma gravi, in cui il virus dell'influenza A si trasforma in una pericolosa polmonite. «Non saranno più di 200 alla fine della pandemia - ha spiegato Fazio - siamo attrezzati per affrontarli». Ma il primo vero caso, quello di Messina, sembra ancora tutto da approfondire. Per questa ragione l'assessorato regionale alla Sanità, d'intesa con il ministero, ha disposto l'invio all'ospedale Papardo di un pool di ispettori. E anche il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha convocato in via d'urgenza per oggi una riunione con i vertici sanitari della città.
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