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INDAGINE. Per la morte di Giovanna Russo
Messina, 20 indagati. Ispettori al lavoro
Ci vorrà tempo per conoscere i risultati dell'autopsia sul corpo di Giovanna Russo, la donna morta all'ospedale Papardo dove era ricoverata per l'influenza A/H1N1. L'esame autoptico è stato eseguito ieri sera all'istituto di medicina legale del Policlinico. Intanto il sostituto procuratore Adriana Sciglio ha firmato venti avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti medici che hanno seguito la donna in tutto il suo percorso in ospedale, semplicemente un atto dovuto a tutela dei destinatari e per poter disporre l'autopsia, un accertamento tecnico irripetibile affidato a tre esperti dell'università di Palermo. Si tratta di Antonina Argo, associato di Medicina legale, dipartimento di Biotecnologie mediche e di medicina legale, Emiliano Maresi, associato di medicina legale del dipartimento di biotecnologie mediche e medicina legale del dipartimento di patologia umana e Andrea Di Gregoli associato di medicina e chirurgia del dipartimento di medicina clinica e delle patologie emergenti.
Tre esperti si sono presi 60 giorni di tempo per rispondere ai quesiti del magistrato e chiarire le cause che hanno portato al decesso della donna. In vista dell'autopsia il sostituto Sciglio, coordinato dal procuratore capo Guido Lo Forte, ha inviato venti avvisi di garanzia che hanno raggiunto i medici del reparto dove era stata ricoverata e di rianimazione del Papardo ed gli analisti che hanno eseguito gli esami sui tamponi.
«Abbiamo deciso di aprire un fascicolo - ha chiarito il procuratore capo Guido Lo Forte - per poter fare chiarezza su una vicenda che sta determinando anche un allarme sociale». Il procuratore ha spiegato che l'inchiesta mira a chiarire i motivi del decesso della donna, nel ventaglio di ipotesi che si è aperto agli inquirenti c'è la possibilità che il virus abbia subito delle modificazioni, oppure che il virus abbia interferito negativamente con patologie diverse. Infine la terza ipotesi è che ci sia stato un problema durante le cure e nella terapia. Intanto sono arrivati gli ispettori inviati dal viceministro alla Salute e dall'assessorato regionale.
«Stiamo lavorando», hanno detto uscendo dall'ospedale Papardo dove hanno acquisito alcuni documenti e sentito i medici e la sorella della donna. Critico il medico Fernando Aiuti: «Nel mondo ci sono stati tanti morti, mai i medici sono stati indagati».
Tre esperti si sono presi 60 giorni di tempo per rispondere ai quesiti del magistrato e chiarire le cause che hanno portato al decesso della donna. In vista dell'autopsia il sostituto Sciglio, coordinato dal procuratore capo Guido Lo Forte, ha inviato venti avvisi di garanzia che hanno raggiunto i medici del reparto dove era stata ricoverata e di rianimazione del Papardo ed gli analisti che hanno eseguito gli esami sui tamponi.
«Abbiamo deciso di aprire un fascicolo - ha chiarito il procuratore capo Guido Lo Forte - per poter fare chiarezza su una vicenda che sta determinando anche un allarme sociale». Il procuratore ha spiegato che l'inchiesta mira a chiarire i motivi del decesso della donna, nel ventaglio di ipotesi che si è aperto agli inquirenti c'è la possibilità che il virus abbia subito delle modificazioni, oppure che il virus abbia interferito negativamente con patologie diverse. Infine la terza ipotesi è che ci sia stato un problema durante le cure e nella terapia. Intanto sono arrivati gli ispettori inviati dal viceministro alla Salute e dall'assessorato regionale.
«Stiamo lavorando», hanno detto uscendo dall'ospedale Papardo dove hanno acquisito alcuni documenti e sentito i medici e la sorella della donna. Critico il medico Fernando Aiuti: «Nel mondo ci sono stati tanti morti, mai i medici sono stati indagati».
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