di Emanuele Lauria
Il ciclone Lombardo investe Palazzo d´Orleans e, nel giorno dell´insediamento segnato da una ressa di giornalisti, funzionari e collaboratori stipati sull´uscio della sala degli specchi, non risparmia Berlusconi, la Lega, gli alleati siciliani. Il neogovernatore conclude il suo primo intervento ufficiale rivolgendosi alla Provvidenza divina, scostandosi così dal suo predecessore Salvatore Cuffaro, seduto in prima fila, che affidò l´Isola alla Madonna delle lacrime. Ma le differenze fra i due non si fermano qui. E i segretari regionali dei partiti del centrodestra ne hanno avuto riprova: abituati all´ecumenico Cuffaro, si sono trovati subito alle prese con gli aut aut di Lombardo. E, in un breve incontro in piedi nella stanza del capo della segreteria particolare, i leader del Pdl Angelino Alfano e Giuseppe Scalia, insieme a Saverio Romano dell´Udc, si sono sentiti notificare le condizioni del presidente della Regione. Sulla giunta Lombardo dice che «rispetterà le designazioni politiche ma deve esserci un nucleo forte di esterni, diciamo quattro, che rappresenti i due terzi dei siciliani che hanno votato per noi. È quella la società civile». Un messaggio chiaro a quei partiti - Udc e An - che hanno fatto sapere di non volere esprimere tecnici e che rischiano un ridimensionamento della loro delegazione. Ma il segnale più forte, Lombardo, lo lancia facendo scricchiolare l´alleanza per le amministrative: «Logica vorrebbe che il centrodestra si presenti unito, ma se ciò non sarà possibile utilizzeremo il primo turno come primarie. Ma primarie vere, non come quelle che si sono svolte sinora che, in assenza di leggi che le regolavano, sono state truccate». Il segretario dell´Mpa, Lino Leanza, spiega: «Gli alleati hanno prenotato le candidature per le Province maggiori e le città capoluogo. Come se noi, avendo ottenuto la presidenza della Regione, non esistessimo più. Invece ci siamo, e abbiamo nostri rappresentanti pronti a correre da soli contro tutti in ogni ente locale». Il terzo diktat sul governo nazionale. Lombardo reclama un ministero per l´Mpa e rifiuta altri incarichi minori: «Non accetteremo di stare in uno sgabuzzino. O si sta nel governo a pieno titolo o si resta fuori con l´appoggio esterno. E con un atteggiamento liberatorio, perché con questo esecutivo ci sarà da lottare». Parole non tenere soprattutto nei riguardi della Lega. Sul Ponte ma non solo: «Soffia un vento strano. Qualcuno (Calderoli, ndr) parla di referendum. Lo facciano per il Mose e la Val di Susa. Non scherziamo. Le opere pubbliche vanno distribuite nel Paese». Ma soffia anche, secondo Lombardo, «un vento di federalismo che mi auguro non equivalga ad egoismo.
Il federalismo, se non declinato con il concetto di solidarietà, porterà guai». Dichiarazioni che gli procurano le prime critiche del Pd («Dà un colpo al cerchio e uno alla botte», commenta Antonello Cracolici) ma non guastano il clima di festa di un Lombardo-day iniziato a casa di Giuseppe Alessi, primo presidente Dc della Regione, e proseguito con un blitz nel nuovo appartamento presidenziale di via Magliocco. Fino a Palazzo d´Orleans, dove Leanza gli consegna le chiavi della Regione dicendo che «con il largo consenso di cui disponiamo, con 15 miliardi di fondi europei e un governo nazionale amico, non abbiamo più alibi». E lui, il governatore, promette «meno leggi ma più chiare», «il miglioramento dei servizi sanitari con una riduzione dei costi» e chiede a tutti di «lavorare per dare il meglio alla Sicilia, per scrollarsi di dosso questa insopportabile immagine di inefficienza». Il termine "mafia" ritorna una sola volta, nei suoi venti minuti di discorso: quando propone di fissare col governo centrale «un termine perché la criminalità organizzata possa essere vinta. Cinque o sette anni, poco conta. Non possiamo protrarre per l´eternità questo problema, anche per evitare che qualche forza ne faccia un tema di lotta politica. La pubblica amministrazione deve dare esempio di correttezza, concretezza e trasparenza. Si dovrà premiare chi dice no alla mafia e sanzionare chi dice sì».
(29 aprile 2008)....http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Liquidazioni-boom-ai-deputati-buco-da-25-milioni-all-Ars/1450392
Il ciclone Lombardo investe Palazzo d´Orleans e, nel giorno dell´insediamento segnato da una ressa di giornalisti, funzionari e collaboratori stipati sull´uscio della sala degli specchi, non risparmia Berlusconi, la Lega, gli alleati siciliani. Il neogovernatore conclude il suo primo intervento ufficiale rivolgendosi alla Provvidenza divina, scostandosi così dal suo predecessore Salvatore Cuffaro, seduto in prima fila, che affidò l´Isola alla Madonna delle lacrime. Ma le differenze fra i due non si fermano qui. E i segretari regionali dei partiti del centrodestra ne hanno avuto riprova: abituati all´ecumenico Cuffaro, si sono trovati subito alle prese con gli aut aut di Lombardo. E, in un breve incontro in piedi nella stanza del capo della segreteria particolare, i leader del Pdl Angelino Alfano e Giuseppe Scalia, insieme a Saverio Romano dell´Udc, si sono sentiti notificare le condizioni del presidente della Regione. Sulla giunta Lombardo dice che «rispetterà le designazioni politiche ma deve esserci un nucleo forte di esterni, diciamo quattro, che rappresenti i due terzi dei siciliani che hanno votato per noi. È quella la società civile». Un messaggio chiaro a quei partiti - Udc e An - che hanno fatto sapere di non volere esprimere tecnici e che rischiano un ridimensionamento della loro delegazione. Ma il segnale più forte, Lombardo, lo lancia facendo scricchiolare l´alleanza per le amministrative: «Logica vorrebbe che il centrodestra si presenti unito, ma se ciò non sarà possibile utilizzeremo il primo turno come primarie. Ma primarie vere, non come quelle che si sono svolte sinora che, in assenza di leggi che le regolavano, sono state truccate». Il segretario dell´Mpa, Lino Leanza, spiega: «Gli alleati hanno prenotato le candidature per le Province maggiori e le città capoluogo. Come se noi, avendo ottenuto la presidenza della Regione, non esistessimo più. Invece ci siamo, e abbiamo nostri rappresentanti pronti a correre da soli contro tutti in ogni ente locale». Il terzo diktat sul governo nazionale. Lombardo reclama un ministero per l´Mpa e rifiuta altri incarichi minori: «Non accetteremo di stare in uno sgabuzzino. O si sta nel governo a pieno titolo o si resta fuori con l´appoggio esterno. E con un atteggiamento liberatorio, perché con questo esecutivo ci sarà da lottare». Parole non tenere soprattutto nei riguardi della Lega. Sul Ponte ma non solo: «Soffia un vento strano. Qualcuno (Calderoli, ndr) parla di referendum. Lo facciano per il Mose e la Val di Susa. Non scherziamo. Le opere pubbliche vanno distribuite nel Paese». Ma soffia anche, secondo Lombardo, «un vento di federalismo che mi auguro non equivalga ad egoismo.
Il federalismo, se non declinato con il concetto di solidarietà, porterà guai». Dichiarazioni che gli procurano le prime critiche del Pd («Dà un colpo al cerchio e uno alla botte», commenta Antonello Cracolici) ma non guastano il clima di festa di un Lombardo-day iniziato a casa di Giuseppe Alessi, primo presidente Dc della Regione, e proseguito con un blitz nel nuovo appartamento presidenziale di via Magliocco. Fino a Palazzo d´Orleans, dove Leanza gli consegna le chiavi della Regione dicendo che «con il largo consenso di cui disponiamo, con 15 miliardi di fondi europei e un governo nazionale amico, non abbiamo più alibi». E lui, il governatore, promette «meno leggi ma più chiare», «il miglioramento dei servizi sanitari con una riduzione dei costi» e chiede a tutti di «lavorare per dare il meglio alla Sicilia, per scrollarsi di dosso questa insopportabile immagine di inefficienza». Il termine "mafia" ritorna una sola volta, nei suoi venti minuti di discorso: quando propone di fissare col governo centrale «un termine perché la criminalità organizzata possa essere vinta. Cinque o sette anni, poco conta. Non possiamo protrarre per l´eternità questo problema, anche per evitare che qualche forza ne faccia un tema di lotta politica. La pubblica amministrazione deve dare esempio di correttezza, concretezza e trasparenza. Si dovrà premiare chi dice no alla mafia e sanzionare chi dice sì».
(29 aprile 2008)....http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Liquidazioni-boom-ai-deputati-buco-da-25-milioni-all-Ars/1450392
Nessun commento:
Posta un commento
imposta qui i tuoi commenti