

Dopo la senatrice padana, a Lampedusa anche i vigili del fuoco stanno optando per un sindacato lumbard. Dalla più grande delle Pelagie parte, infatti, una nuova protesta: stavolta non si parla di caro gasolio o della discontinuità dei collegamenti con la terra ferma, ma il malumore prende l'avvio dall'isola per abbracciare l'intera provincia. A levare il grido d'allarme sono i quei pompieri che non si sentirebbero tutelati nei propri diritti e, in special modo, in ambito sindacale dove non sono riusciti a esprimere una propria preferenza circa il coordinatore provinciale.La richiesta è semplice: indire una assemblea nel corso della quale tutti gli iscritti, democraticamente, possano esprimere la loro preferenza eleggendo il coordinatore provinciale di categoria. A supportare la richiesta di Di Malta, sottoscrivendo il documento con cui si giudica iniquo l'iter, sono anche Margherita Tripodo, Giovanni Loria, Rosa Reale, Giacomo Casano, Francesco Famularo, Giuseppe Palmisano e Luigi Di Caro: così ai 5 delegati lampedusani si aggiungono anche 3 delegati di altrettanti comitati provinciali.La vicenda, salita agli onori delle cronache nazionali, prende le mosse dalla questione legata alle elezioni di un rappresentante per distaccamento della Funzione pubblica Cgil che verrebbe eletto da delegati a loro volta designati non in rapporto agli iscritti che dovrebbero rappresentare. Indipendentemente, quindi, dalle unità lavorative di cui dovrebbero farsi portavoce, i rappresentanti eleggono il responsabile provinciale di categoria: motivo per cui i pompieri lampedusani hanno paventato l'ipotesi di lasciare il sindacato per iscriversi al Sin.Pa della Lega nord, insieme con un'altra trentina di colleghi che operano nelle varie caserme dell'Agrigentino, grazie a un dialogo aperto con la neo senatrice Angela Maraventano, eletta tra le fila del Carroccio.A mettere fuori la vicenda è stato Antonio Di Malta, responsabile di Cgil per i vigili del fuoco isolani. Di Malta sostiene, quindi, che già nel luglio scorso la Funzione pubblica Cgil aveva indetto l'assemblea per l'elezione del segretario provinciale di categoria non "invitando" a partecipare gli iscritti di Lampedusa pur avendo gli stessi diritto al voto. Da qui alla protesta il passo era stato breve: era difatti partita immediatamente una petizione che indusse lo stesso segretario provinciale della Fp-Cgil, Giuseppe Contino a istituire dei comitati dei lavoratori nelle varie caserme, che avevano il compito di raccogliere le preferenze per la designazione di delegati che a loro volta nominassero un rappresentante responsabile. Ma questo, sottolinea Di Malta, avvenne non tenendo conto del numero degli iscritti che si trovano così ad avere un solo responsabile al di la della quantità di lavoratori da rappresentare.L'esempio è proprio quello di Lampedusa che con 50 iscritti gode di 5 delegati e di un solo responsabile: mentre lo stesso avviene a Licata e Canicattì dove alla stessa figura fanno capo solo 3 e 4 iscritti per distaccamento, o a Santa Margherita Belice dove sono appena 2, con un responsabile che si viene così a esprimere un potere di voto ingiustamente equivalente agli altri suoi omologhi. Il sindacalista, insieme con i colleghi, già il 22 aprile, un giorno prima della votazione, quindi, ha affermato la volontà di far valere il voce di tutti gli appartenenti alla organizzazione confederale di settore della provincia agrigentina chiedendo un intervento dei vertici romani e della Commissione di garanzia statutaria."Andiamo verso il sindacato padano perchè ci garantisce quella democrazia che qui ci viene negata. Riteniamo gravissimo e provocatorio il comportamento della Funzione Pubblica Cgil di categoria poiché malgrado abbiamo chiesto con diversi documenti l'elezione attraverso l'assemblea di tutti gli iscritti la stessa si ostina a percorrere una strada che va contro la volontà democratica dei lavoratori. Così facendo non è stata espressa la volontà della maggioranza degli iscritti. È arrivata l'ora che questi accentratori di potere la smettano di usare il sindacato a proprio vantaggio e a discapito dei lavoratori", ha dichiarato Antonio Di Malta che, assieme ai colleghi firmatari dei documenti inviati ai vertici sindacali, sottolinea come l'elezione di Calogero Sanzo risulti ancor più impopolare. "Intanto è avvenuta scegliendo di farlo eleggere solo dai responsabili, 5 in totale su decine di iscritti, con il metodo antidemocratico che rappresenta una negazione del diritto per tutti. Inoltre, riteniamo una imposizione eleggere il signor Sanzo quando è noto come sia stato già sfiduciato dai propri colleghi con documenti sottoscritti da più di 50 soci del sindacato di tutta la provincia che ne chiedevano le dimissioni da rappresentante provinciale di categoria. Riteniamo questa nomina illegittima. Siamo rammaricati e offesi da questi dirigenti che usano il sindacato a proprio piacimento, siamo sconcertati come chi avrebbe il dovere di intervenire e invece assiste impassibile".Naturalmente nei prossimi giorni ci si attende che chi di dovere, sia in ambito provinciale che nazionale, contribuisca far luce su quanto accada fornendo magari una diversa lettura dei fatti, se questa è possibile. ...http://www.agrigentonotizie.it/notizie/leggi/23672/cgil-addio-i-pompieri-lampedusani-al-sindacato-padano.html
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