Li chiamano presidi di continuità assistenziale perché dovrebbero sostituire i medici di base durante la notte, nei fine settimana e nelle giornate di festa.In realtà sono strutture frequentate da centinaia di pazienti, ma con i mezzi a lumicino per poterli assistere. Dalla guardia medica di piazzetta Aragonesi, tra il mercato del Capo e il Tetro Massimo, a quella centralissima di via Massimo D'Azeglio, i problemi sono sempre gli stessi: medici rassegnati a fare conti con la carenza di mezzi. Poche medicine, niente sterilizzatrice, né stampelle per le flebo. Nei fine settimana i telefoni squillano in continuazione, ma chi chiede la visita domiciliare deve aspettare almeno un'ora.
25.03.2008
Mancini e Scarafia
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