PALERMO – Si è svolto nella giornata di oggi
l’incontro previsto in via Ottavio Ziino tra le organizzazioni sindacali
dei medici dell’emergenza sanitaria siciliana e l’Assessorato alla
sanità per il rinnovo dell’accordo decentrato di settore. Come si evince
dal titolo la contrattazione è stata sospesa fino a data da definirsi,
ma per ragioni diverse da quelle che di solito vengono riferite in
circostanze simili.
La questione è partita proprio dalle organizzazioni sindacali, Snami e Smi in primo luogo, i quali hanno chiesto, ed ottenuto, che l’incontro venisse sospeso ponendo alla base della riapertura una pregiudiziale di spessore: l’inserimento dei medici del 118 nel comitato regionale per l'emergenza come previsto dalla legge n. 5 sul riordino del servizio sanitario regionale. Sembrerebbe ben poca cosa, ma in realtà la questione dibattuta pone in gioco interessi rilevanti ed anche strategici, necessari per definire il futuro professionale dei medici dell’emergenza sanitaria in Sicilia. I sindacati chiedono che venga riconosciuto il ruolo dei medici del 118, i quali sono poi gli attori principali nella determinazione degli interventi territoriali, anche nel tavolo delle decisioni tecniche.
«Che senso ha – ha dichiarato Antonino Grillo, Snami – far assumere decisioni tecniche sulla organizzazione strutturale dell’emergenza in Sicilia, stilare protocolli e definire linee guida da chi rappresenta solo una parte dello stesso sistema a cui facciamo parte, escludendo proprio i medici da queste decisioni?». Il riferimento è chiaro: «Il medici del 118 non passeranno mai alla Seus – ha chiosato Grillo –. Il nostro obiettivo è e resta prendere parte alle decisioni tecniche nelle sedi che fra l’altro la legge già prevede». Per non dire poi di come recentemente i medici del 118 siano stati esclusi dalla rete dell’infarto.
Gli fa eco Vincenzo Picciolo, Smi: «Lo Smi ritiene che il medico di emergenza territoriale abbia per adesso un unico obiettivo: partecipare alla gestione dell’emergenza sanitaria per la parte che gli compete e non essere esclusa in favore di altri attori». «Non si può discutere di un accordo – prosegue Picciolo – quando fino ad oggi certe decisioni tecniche (apertura di sedi, chiusura di PTE, attivazioni di automediche ecc.) vengono operate a priori da altri, in alcuni casi mettendo anche in discussione il ruolo dei nostri medici».
Sulla scorta, dunque, di queste considerazioni, i sindacati hanno chiesto ed ottenuto una sospensione dei lavori i quali potranno riprendere solo dopo che l’Assessore avrà normato, mediante un decreto assessoriale ad hoc, l’inserimento di un componente per ciascuna sigla sindacale nei tavoli tecnici dell’emergenza sanitaria. Sensibile a questa richiesta la parte pubblica, la quale adesso si farà portavoce presso l’Assessore alla sanità. Alla fine, dunque, tenuto anche conto che questo accordo collettivo regionale non ha mai assunto per i medici un carattere di urgenza in quanto trattava di questioni non economiche ma normative, le preoccupazioni dei medici del 118 di poter giocare un ruolo più incisivo nel sistema emergenza-urgenza potranno essere superate solo da un decreto che stabilisca la partecipazione nei tavoli tecnici di settore. La palla adesso passa all’assessorato. Non resta che attendere.
La questione è partita proprio dalle organizzazioni sindacali, Snami e Smi in primo luogo, i quali hanno chiesto, ed ottenuto, che l’incontro venisse sospeso ponendo alla base della riapertura una pregiudiziale di spessore: l’inserimento dei medici del 118 nel comitato regionale per l'emergenza come previsto dalla legge n. 5 sul riordino del servizio sanitario regionale. Sembrerebbe ben poca cosa, ma in realtà la questione dibattuta pone in gioco interessi rilevanti ed anche strategici, necessari per definire il futuro professionale dei medici dell’emergenza sanitaria in Sicilia. I sindacati chiedono che venga riconosciuto il ruolo dei medici del 118, i quali sono poi gli attori principali nella determinazione degli interventi territoriali, anche nel tavolo delle decisioni tecniche.
«Che senso ha – ha dichiarato Antonino Grillo, Snami – far assumere decisioni tecniche sulla organizzazione strutturale dell’emergenza in Sicilia, stilare protocolli e definire linee guida da chi rappresenta solo una parte dello stesso sistema a cui facciamo parte, escludendo proprio i medici da queste decisioni?». Il riferimento è chiaro: «Il medici del 118 non passeranno mai alla Seus – ha chiosato Grillo –. Il nostro obiettivo è e resta prendere parte alle decisioni tecniche nelle sedi che fra l’altro la legge già prevede». Per non dire poi di come recentemente i medici del 118 siano stati esclusi dalla rete dell’infarto.
Gli fa eco Vincenzo Picciolo, Smi: «Lo Smi ritiene che il medico di emergenza territoriale abbia per adesso un unico obiettivo: partecipare alla gestione dell’emergenza sanitaria per la parte che gli compete e non essere esclusa in favore di altri attori». «Non si può discutere di un accordo – prosegue Picciolo – quando fino ad oggi certe decisioni tecniche (apertura di sedi, chiusura di PTE, attivazioni di automediche ecc.) vengono operate a priori da altri, in alcuni casi mettendo anche in discussione il ruolo dei nostri medici».
Sulla scorta, dunque, di queste considerazioni, i sindacati hanno chiesto ed ottenuto una sospensione dei lavori i quali potranno riprendere solo dopo che l’Assessore avrà normato, mediante un decreto assessoriale ad hoc, l’inserimento di un componente per ciascuna sigla sindacale nei tavoli tecnici dell’emergenza sanitaria. Sensibile a questa richiesta la parte pubblica, la quale adesso si farà portavoce presso l’Assessore alla sanità. Alla fine, dunque, tenuto anche conto che questo accordo collettivo regionale non ha mai assunto per i medici un carattere di urgenza in quanto trattava di questioni non economiche ma normative, le preoccupazioni dei medici del 118 di poter giocare un ruolo più incisivo nel sistema emergenza-urgenza potranno essere superate solo da un decreto che stabilisca la partecipazione nei tavoli tecnici di settore. La palla adesso passa all’assessorato. Non resta che attendere.
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