Quotidiano di Sicilia
Ed. del 21.07.2012 - pag. 3
AMR
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Le previsioni di risparmio del commissario Bondi sono diventate pubbliche
Spending review e polemiche: penalizzate le regioni virtuose
PALERMO - La Sicilia potrebbe essere costretta a tagliare 45.859 milioni di euro per l’acquisto delle forniture di beni e servizi non sanitari (mense, carburanti, luce e telefoni, trasporti e consulenze, lavanderia e smaltimento rifiuti, riscaldamento e manutenzione). Questo per raggranellare 3,2 miliardi a livello nazionale, almeno secondo le stime del supercommissario Enrico Bondi. La previsione è stata dimensionata in base alle spese 2011 per le forniture non sanitarie effettuate da Asl, ospedali gestiti da Asl e ospedali-azienda. Per le Asl, è stato calcolato il costo rispetto al bacino di popolazione, per gli ospedali rispetto al numero di dimissioni.
Per gli acquisti delle Asl, il risparmio teorico è stimato in 1,1 miliardi di euro, il 31% dei costi attuali. Altri 831 milioni (media del taglio del 23%) dovrebbero risparmiare gli ospedali gestiti da Asl. Infine gli ospedali-azienda e Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) potrebbero risparmiare 1,3 miliardi con una media nazionale dei tagli del24,4%.
Secondo queste previsioni, la Sicilia si troverebbe relativamente al sicuro. Infatti dovrebbe tagliare solo il 16% degli acquisti delle Asl, l’l% per gli ospedali gestiti da Asl e i1 3,7% sugli ospedali-azienda. I governatori delle regioni del Centro-Nord si troverebbero beffati perché i loro sforzi, che hanno reso i servizi sanitari efficienti ed esempio di virtuosità, paradossalmente non verrebbero premiati ma anzi oberati da ulteriori tagli che non si abbatterebbero invece sulle regioni che non si sono curate nè di contenere le spese nè di offrire alti livelli generalizzati di prestazione.
Alcune regioni infatti, sarebbero costrette a tagli del 47% (il caso dell’Umbria per le forniture Asl) o del Veneto (risparmio previsto del 36,58% dei costi su ospedali gestiti da Asl). Non c’è da stupirsi quindi se i governatori delle regioni virtuose non sono d’accordo con le previsioni.
Per gli acquisti delle Asl, il risparmio teorico è stimato in 1,1 miliardi di euro, il 31% dei costi attuali. Altri 831 milioni (media del taglio del 23%) dovrebbero risparmiare gli ospedali gestiti da Asl. Infine gli ospedali-azienda e Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) potrebbero risparmiare 1,3 miliardi con una media nazionale dei tagli del24,4%.
Secondo queste previsioni, la Sicilia si troverebbe relativamente al sicuro. Infatti dovrebbe tagliare solo il 16% degli acquisti delle Asl, l’l% per gli ospedali gestiti da Asl e i1 3,7% sugli ospedali-azienda. I governatori delle regioni del Centro-Nord si troverebbero beffati perché i loro sforzi, che hanno reso i servizi sanitari efficienti ed esempio di virtuosità, paradossalmente non verrebbero premiati ma anzi oberati da ulteriori tagli che non si abbatterebbero invece sulle regioni che non si sono curate nè di contenere le spese nè di offrire alti livelli generalizzati di prestazione.
Alcune regioni infatti, sarebbero costrette a tagli del 47% (il caso dell’Umbria per le forniture Asl) o del Veneto (risparmio previsto del 36,58% dei costi su ospedali gestiti da Asl). Non c’è da stupirsi quindi se i governatori delle regioni virtuose non sono d’accordo con le previsioni.
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