Giornale di Sicilia
Ed. del 13.07.2012 - pag. 23
Salvatore Federico
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Vertice in Comune con il direttore generale Cantaro sul futuro dei reparti di Ginecologia-Ostetricia e Pediatria
L'afa mette in ginocchio l'ospedale. Niscemi, l'Asp invia i climatizzatori
NISCEMI - «Difenderemo il nostro ospedale con azioni eclatanti, anche al limite della legalità». Lo ha detto il sindaco Francesco La Rosa a margine dell’incontro con il direttore generale dell’Asp Paolo Cantaro, richiesto dall’amministrazione comunale sulla particolare criticità che sta attraversando il “Suor Cecilia Basarocco”. Presenti alla riunione anche gli assessori Rosario Meli e Fabio Berulici, numerosi consiglieri comunali con il presidente Luigi Licata.
Al centro della discussione il futuro del presidio sanitario niscemese e l’emergenza dovuta al surriscaldamento dei reparti, dove non funziona l’aria condizionata, la carenza di personale medico, infermieristico e ausiliario e la programmata chiusura di Ginecologia-ostetricia e Pediatria.
Numerosi gli interventi di amministratori e consiglieri, che hanno contestato a Cantaro la scarsa attenzione dell’Asp verso la sanità di Niscemi: l’ospedale non ha ricevuto il promesso potenziamento mentre i poliambulatori restano dislocati in locali angusti e inadeguati. Cantaro ha detto le cose che ha fatto, che può fare senza voler illudere nessuno.
«Con i tagli - ha detto il manager - operati dalla “spending review” siamo messi male. La chiusura dell’Ostetricia e Pediatria non l’ ho decisa io, ma il piano di rientro sanitario. Niscemi sta godendo di una proroga che altri ospedali non hanno avuto». Poi Cantaro ha riferito di aver fatto installare condizionatori nei locali della Tac e del laboratorio analisi per evitare il blocco di questi servizi, di aver bandito la gara per attivare l’impianto centrale di climatizzazione. I poliambulatori saranno fra breve trasferiti nell’ospedale. Il sindaco La Rosa e l’assessore Bennici hanno chiesto un incontro con l’assessore regionale alla Sanità con la presenza di Cantaro per scongiurare la chiusura del punto nascita del Basarocco.
Il gruppo consiliare dell’Idv reclama l’omogeneizzazione e l’equa distribuzione dei servizi sanitari e delle risorse umane sull’intero territorio provinciale. Il “cittadino qualunque” Giuseppe Maida, autore di tante battaglie per la salvezza dell’ospedale cittadino afferma che «la crisi che attraversa il Basarocco è colpa dei politici locali».
Al centro della discussione il futuro del presidio sanitario niscemese e l’emergenza dovuta al surriscaldamento dei reparti, dove non funziona l’aria condizionata, la carenza di personale medico, infermieristico e ausiliario e la programmata chiusura di Ginecologia-ostetricia e Pediatria.
Numerosi gli interventi di amministratori e consiglieri, che hanno contestato a Cantaro la scarsa attenzione dell’Asp verso la sanità di Niscemi: l’ospedale non ha ricevuto il promesso potenziamento mentre i poliambulatori restano dislocati in locali angusti e inadeguati. Cantaro ha detto le cose che ha fatto, che può fare senza voler illudere nessuno.
«Con i tagli - ha detto il manager - operati dalla “spending review” siamo messi male. La chiusura dell’Ostetricia e Pediatria non l’ ho decisa io, ma il piano di rientro sanitario. Niscemi sta godendo di una proroga che altri ospedali non hanno avuto». Poi Cantaro ha riferito di aver fatto installare condizionatori nei locali della Tac e del laboratorio analisi per evitare il blocco di questi servizi, di aver bandito la gara per attivare l’impianto centrale di climatizzazione. I poliambulatori saranno fra breve trasferiti nell’ospedale. Il sindaco La Rosa e l’assessore Bennici hanno chiesto un incontro con l’assessore regionale alla Sanità con la presenza di Cantaro per scongiurare la chiusura del punto nascita del Basarocco.
Il gruppo consiliare dell’Idv reclama l’omogeneizzazione e l’equa distribuzione dei servizi sanitari e delle risorse umane sull’intero territorio provinciale. Il “cittadino qualunque” Giuseppe Maida, autore di tante battaglie per la salvezza dell’ospedale cittadino afferma che «la crisi che attraversa il Basarocco è colpa dei politici locali».
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