Attivi da sette giorni, i nuovi mezzi a disposizione del servizio di emergenza vengono bocciati dai dottori del 118. Non garantiscono i necessari livelli di sicurezza per l’utenza e per gli operatori
“Senza alcun preavviso sette giorni fa, l’1 luglio, i medici di emergenza della postazione “ Ex Margherita ” hanno avuto contezza che la direzione del servizio 118 ha deciso di sostituire, nel servizio di emergenza, l’ambulanza Messina Nord Ex Margherita con una auto medica”. (Un’altra auto medica è andata a sostituire l’ambulanza della postazione “Policlinico”, ndr). Comincia in questo modo la lunga lettera indirizzata al direttore C.O. 118, al responsabile medico 118, al direttore generale ASP 5 Messina e alle organizzazioni sindacali che i Medici della postazione Messina Nord hanno scritto per renderli partecipi delle difficoltà in cui si trovano a operare e nella speranza che chi di competenza intervenga a risolvere la questione.
“La dotazione tecnica delle auto mediche presenta differenze sia nei modelli che nelle procedure di utilizzo tali da non renderle immediatamente utilizzabili a qualunque operatore -si legge - a ciò si aggiunga che l’utilizzo dell’auto medica comporta una variazione anche nella tipologia di intervento indirizzato prevalentemente ai casi di maggiore gravità ceduta da un preventivo training del personale” inoltre “a differenza da quanto disposto nel decreto 30 aprile 2010 dell’Assessorato della Salute che prevede l’attivazione dell’auto medica per garantire, nei codici rossi, il massimo delle risorse disponibili con l’impiego di un medico e un infermiere, nelle due auto mediche dal 1 luglio in servizio nelle postazioni cittadine non è previsto l’infermiere a bordo”. I medici soccorritori interrogano i destinatari della lettera sulla effettiva opportunità di un simile servizio in caso di codici rossi, quando in ogni caso in supporto dell’auto medica è necessario il successivo arrivo dell’ambulanza. E dove questa non fosse disponibile perché impegnata in altri interventi “è stata attivata una convezione con delle Onlus che prevedono un costo di 80 euro ogni 30 km. Non si capisce bene quindi come un servizio introdotto per ridurre i costi del servizio sanitario preveda convenzioni a pagamento con organizzazioni esterne.
L’utilizzo delle auto mediche vede la qualità dell’intervento stesso “fortemente compromessa da interventi più lunghi ( attesa dell’arrivo dell’autoambulanza ), impossibilita oggettiva a mantenere gli standard minimi dei protocolli d’intervento nelle missioni che si svolgono in ambienti esterni ( incidenti stradali, traumi accidentali per strada ) e in condizioni di avversità meteorologiche ( pioggia, freddo e caldo afoso ), nell’inadeguatezza degli spazi e dell’ambiente in cui gli operatori sanitari si troveranno a prestare la propria opera ( accessi venosi e somministrazione di farmaci in ambiente fortemente contaminati “ per strada “ o in ambulanze di volontari la cui esperienza “ anche se appropriatamente formati “ ; sulla gestione delle “ Urgenze emergenze “ risulta essere limitata, compromettendo la celerità delle manovre nei momenti critici che si presenteranno; non si è inoltre tenuto conto del contesto urbano in cui svolgiamo le nostre prestazioni sanitarie, rioni e quartieri “ difficili “ in cui la bontà della “prestazione medica” è direttamente proporzionata non all’atto medico bensì ai minuti intercorrenti dall’arrivo dell’autoambulanza alla sua partenza per l’ospedale, e che comporterà una non “ serena” gestione dell’evento critico ( codice rosso ) e un rischio,oltre che per il paziente, anche per il medico e i soccorritori.”
In vista dell’apertura dello “svincolo Giostra Annunziata vale la pensa ricordare che “ la nostra postazione è anche sede di un P.T.E e vedrà sminuita la sua funzione, di postazione avanzata in caso di maxiemergenza in attesa della futura apertura di un accesso autostradale”.
“La dotazione tecnica delle auto mediche presenta differenze sia nei modelli che nelle procedure di utilizzo tali da non renderle immediatamente utilizzabili a qualunque operatore -si legge - a ciò si aggiunga che l’utilizzo dell’auto medica comporta una variazione anche nella tipologia di intervento indirizzato prevalentemente ai casi di maggiore gravità ceduta da un preventivo training del personale” inoltre “a differenza da quanto disposto nel decreto 30 aprile 2010 dell’Assessorato della Salute che prevede l’attivazione dell’auto medica per garantire, nei codici rossi, il massimo delle risorse disponibili con l’impiego di un medico e un infermiere, nelle due auto mediche dal 1 luglio in servizio nelle postazioni cittadine non è previsto l’infermiere a bordo”. I medici soccorritori interrogano i destinatari della lettera sulla effettiva opportunità di un simile servizio in caso di codici rossi, quando in ogni caso in supporto dell’auto medica è necessario il successivo arrivo dell’ambulanza. E dove questa non fosse disponibile perché impegnata in altri interventi “è stata attivata una convezione con delle Onlus che prevedono un costo di 80 euro ogni 30 km. Non si capisce bene quindi come un servizio introdotto per ridurre i costi del servizio sanitario preveda convenzioni a pagamento con organizzazioni esterne.
L’utilizzo delle auto mediche vede la qualità dell’intervento stesso “fortemente compromessa da interventi più lunghi ( attesa dell’arrivo dell’autoambulanza ), impossibilita oggettiva a mantenere gli standard minimi dei protocolli d’intervento nelle missioni che si svolgono in ambienti esterni ( incidenti stradali, traumi accidentali per strada ) e in condizioni di avversità meteorologiche ( pioggia, freddo e caldo afoso ), nell’inadeguatezza degli spazi e dell’ambiente in cui gli operatori sanitari si troveranno a prestare la propria opera ( accessi venosi e somministrazione di farmaci in ambiente fortemente contaminati “ per strada “ o in ambulanze di volontari la cui esperienza “ anche se appropriatamente formati “ ; sulla gestione delle “ Urgenze emergenze “ risulta essere limitata, compromettendo la celerità delle manovre nei momenti critici che si presenteranno; non si è inoltre tenuto conto del contesto urbano in cui svolgiamo le nostre prestazioni sanitarie, rioni e quartieri “ difficili “ in cui la bontà della “prestazione medica” è direttamente proporzionata non all’atto medico bensì ai minuti intercorrenti dall’arrivo dell’autoambulanza alla sua partenza per l’ospedale, e che comporterà una non “ serena” gestione dell’evento critico ( codice rosso ) e un rischio,oltre che per il paziente, anche per il medico e i soccorritori.”
In vista dell’apertura dello “svincolo Giostra Annunziata vale la pensa ricordare che “ la nostra postazione è anche sede di un P.T.E e vedrà sminuita la sua funzione, di postazione avanzata in caso di maxiemergenza in attesa della futura apertura di un accesso autostradale”.
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