All’indomani dell’inquietante attentato incendiario che mercoledì scorso ha incenerito il parco mezzi dell’Aimeri Ambiente a Giarre, suona come una sfida aperta il nuovo pesante sabotaggio che l’altra notte ha paralizzato le attività in un altro autoparco dell’azienda, quello di Maletto. Ignoti hanno tagliato le valvole dei pneumatici anteriori di 35 automezzi da lavoro, tra autocompattattori e spazzatrici, provocando inevitabili disservizi nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti nella zona pedemontana di Maletto, Bronte, Randazzo e Maniace. Analogo sabotaggio si era verificato appena pochi giorni fa, alla vigilia del’attentato incendiario di Giarre, nel deposito mezzi di Piedimonte Etneo, con il taglio delle gomme di una ventina di mezzi da lavoro. Sembra essere una vera e propria partita a scacchi, quella iniziata da una non meglio precisata organizzazione criminale che, evidentemente, ben conosce la struttura aziendale e la colpisce nei suoi punti più sensibili. Una vera partita, dicevamo, e con una precisa strategia: mettere ko l’azienda che opera nei 14 Comuni dell’Ato Catania 1, neutralizzandone i tre siti più importanti e cioè i cantieri di Piedimonte Etneo, Giarre e ora Maletto. Proprio ieri è stato dato incarico a un istituto di vigilanza privata di presidiare i cantieri dell’Aimeri durante le ore notturne. Intanto sul fronte delle indagini, l’attenzione degli inquirenti sembra concentrarsi sulla coincidenza dell’attentato incendiario di Giarre effettuato all’indomani dell’arresto di Roberto Russo, capo cantiere dell’Aimeri, finito in manette nel corso di un operazione della squadra mobile di Catania che ha fatto luce sulla riorganizzazione territoriale del gruppo mafioso dei Cursoti a Catania e nel Giarrese.
Secondo quanto si apprende, le indagini potrebbero essere coordinate da un pool di magistrati della Procura di Catania in considerazione di diversi intrecci sugli interessi criminali, compresa l’ecomafia, che coinvolgerebbe più cosche. Proprio nella zona di Giarre sono diverse le organizzazioni criminali di spessore che si dividono il territorio: Santapaola e Cursoti con base provinciale a Fiumefreddo e Cappello a Calatabiano. Diverse operazioni eseguite nel triangolo Giarre - Piedimonte - Calatabiano, hanno confermato, in passato, l’assenza di rivalità e contrapposizioni nella gestione delle estorsioni e del traffico della droga tra i gruppi criminali e l’esistenza di una sorta di commissione che decideva chi e come si dovesse procedere con le estorsioni ai danni delle attività commerciali e imprenditoriali. Equilibri che, a lungo, hanno regolato la gestione degli affari illeciti nel Garrese e che, probabilmente, nell’ultimo periodo, sono mutati determinando un vero scompiglio. Forse Ai meri Ambiente, presente sul territorio jonico etneo dal 2006, potrebbe essere finita nel mirino di qualche cosca in ascesa che starebbe dettando le nuove regole. L’unica anomalia è rappresentata dal fatto che, di solito, le rappresaglie incendiarie, come avvenuto in passato, scattano all’avvio di un nuovo appalto: l’azienda milanese è attualmente in proroga di contratto e oltretutto non è ancora chiaro quali saranno i nuovi scenari con la liquidazione delle Ato.
Mario Previtera Fonte “La Sicilia ” del 12-05-2012
UN “MESSAGGIO” ALLA AIMERI AMBIENTE FORATI I PNEUMATICI DI 35 MEZZI IN DEPOSITO
L.S. Fonte “La Sicilia ” del 12-05-2012
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