ADNKronos Salute
Ed. del 16.03.2012
n.d.
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ROMA - Tre sole cifre da chiamare per tutte le emergenze, facendo diventare un ricordo lontano i familiari 118, 113 e 115. Ma la rivoluzione del nuovo sistema, affidato al numero unico 112, in Italia è ferma al palo o quasi. Dopo oltre dieci anni dalla decisione a livello europeo dell'avvio del 'servizio universale' unificato. «Un ritardo che ci costa 600 mila euro l'anno - afferma all'Adnkronos Salute Maurizio Santomauro, presidente dell'Associazione emergenze cardiologiche (Giac) e cardiologo all'università Federico II di Napoli - In Italia solo la Regione Lombardia è partita con la sperimentazione del numero unico 112 nella Provincia di Varese. Ed entro la fine dell'anno - prosegue - dovrebbe partire ufficialmente in tutto il territorio».
Secondo l'esperto, il nuovo 112 «potrebbe abbattere quel 40% di false chiamate per soccorsi sanitari che arrivano ogni giorno alle centrali operative del 118. Frutto spesso di scherzi e di un uso improprio delle chiamate d'emergenza con i cellulari».
«Gli Stati dell'Ue - si legge sul sito www.eena.it, punto di riferimento per l'applicazione del servizio universale 112 - hanno l'obbligo di garantire il corretto funzionamento del numero unico di emergenza europeo. E devono in particolare garantire che le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate destinate al 112 siano messe a disposizione dei servizi di soccorso. Dal 2005 la Commissione europea ha avviato i procedimenti d'infrazione - riporta il sito - nei confronti di 14 Stati. Tredici di questi procedimenti sono ora conclusi. Oltre all'Italia - prosegue l'Eena - la Corte di giustizia europea ha emesso sentenze nei confronti della Lituania e dei Paesi Bassi, che nel frattempo, tuttavia, si sono conformati alla sentenza della Corte consentendo all'Ue di chiudere le cause in questione».
Secondo l'esperto, il nuovo 112 «potrebbe abbattere quel 40% di false chiamate per soccorsi sanitari che arrivano ogni giorno alle centrali operative del 118. Frutto spesso di scherzi e di un uso improprio delle chiamate d'emergenza con i cellulari».
«Gli Stati dell'Ue - si legge sul sito www.eena.it, punto di riferimento per l'applicazione del servizio universale 112 - hanno l'obbligo di garantire il corretto funzionamento del numero unico di emergenza europeo. E devono in particolare garantire che le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate destinate al 112 siano messe a disposizione dei servizi di soccorso. Dal 2005 la Commissione europea ha avviato i procedimenti d'infrazione - riporta il sito - nei confronti di 14 Stati. Tredici di questi procedimenti sono ora conclusi. Oltre all'Italia - prosegue l'Eena - la Corte di giustizia europea ha emesso sentenze nei confronti della Lituania e dei Paesi Bassi, che nel frattempo, tuttavia, si sono conformati alla sentenza della Corte consentendo all'Ue di chiudere le cause in questione».
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