Giornale di Sicilia
Ed. del 10.03.2012 - Siracusa - pag. 24
CESA
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«Ma mancano i presupposti per identificare il responsabile»
SIRACUSA - «Il rilevante danno erariale è derivato soprattutto dall’acquisto della camera iperbarica, frutto di un’errata valutazione iniziale, risalente ad oltre un ventennio fa, quindi ben oltre il termine di prescrizione di cinque anni entro il quale la Corte dei conti può accertare eventuali responsabilità e condannare al risarcimento del danno». E’ quanto precisa Manlio Spina, funzionario della Procura regionale della Corte dei conti sull’archiviazione dell’istruttoria, resa nota dall’Asp di Siracusa, nei confronti degli attuali ed ex vertici dell’Azienda per il mancato utilizzo di una camera iperbarica al
“Muscatello”.
«Questa Procura - continua - non ha affermato che non sussiste nessun danno erariale, bensì (concetto assolutamente differente) che non sussistono i presupposti soggettivi (condotta dolosa e gravemente colposa) per promuovere l’azione di responsabilità amministrativo- contabile nei confronti degli amministratori della struttura sanitaria, succeduti negli ultimi anni. Risulta, altresì, palesemente errato il riferimento alla mancata apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dell’attuale direttore generale e dei precedenti vertici, eventuali procedimenti disciplinari - conclude - sono di esclusiva competenza della stessa amministrazione e non certo della magistratura contabile». Sulla vicenda interviene il deputato Enzo Vinciullo che sottolinea come «la Procura della Corte dei conti non ha potuto procedere contro il rilevante danno erariale in quanto l’azione dell’Asp è avvenuta ben oltre il termine di prescrizione di cinque anni, cosa del tutto differente aveva dichiarato l’Asp, facendo intuire che la Corte dei conti aveva archiviato l’istruttoria, ritenendo di - conclude - non dover aprire alcun procedimento disciplinare nei confronti dell’attuale direttore generale».
“Muscatello”.
«Questa Procura - continua - non ha affermato che non sussiste nessun danno erariale, bensì (concetto assolutamente differente) che non sussistono i presupposti soggettivi (condotta dolosa e gravemente colposa) per promuovere l’azione di responsabilità amministrativo- contabile nei confronti degli amministratori della struttura sanitaria, succeduti negli ultimi anni. Risulta, altresì, palesemente errato il riferimento alla mancata apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dell’attuale direttore generale e dei precedenti vertici, eventuali procedimenti disciplinari - conclude - sono di esclusiva competenza della stessa amministrazione e non certo della magistratura contabile». Sulla vicenda interviene il deputato Enzo Vinciullo che sottolinea come «la Procura della Corte dei conti non ha potuto procedere contro il rilevante danno erariale in quanto l’azione dell’Asp è avvenuta ben oltre il termine di prescrizione di cinque anni, cosa del tutto differente aveva dichiarato l’Asp, facendo intuire che la Corte dei conti aveva archiviato l’istruttoria, ritenendo di - conclude - non dover aprire alcun procedimento disciplinare nei confronti dell’attuale direttore generale».
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