il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

lunedì 13 febbraio 2012

E alla fine del ricovero l'ospedale presenta il conto

La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
Giornale di Sicilia
Ed. del 12.02.2012 - pag. 48
Adelfio Elio Cardinale
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Nuova iniziativa da marzo

In Lombardia e in Piemonte, insieme ai referti e alla dimissione, anche le spese sostenute
All’avventore che esce dal ristorante si presenta la fattura o ricevuta della consumazione: coperto. antipasto, primo e secondo, dessert, vino e bevande, caffè. E questo è assolutamente normale. Da marzo prossimo i malati di Lombardia e Piemonte, che hanno subito un trattamento medico-chirurgico, riceveranno - nei referti, nella lettera di dimissione e in ogni tipo di comunicazione - il «conto» della spesa sanitaria, con il prezzo delle cure sostenute. Ma l’ospedale lavora come una trattoria o un esercizio commerciale?
Gli obiettivi dichiarati di questa innovazione sono, come al solito, magniloquenti: etica della responsabilità, trasparenza. consapevolezza. condivisione, democrazia partecipata. Lo scopo reale è indurre il paziente a risparmiare. La sanità e molti altri settori della vita sociale, sono pervasi da un materialismo liberale ingravescente. Da tempo si sono introdotti nel nostro Paese elementi di distorsione, spostando timone e rotta dall’assistenza alla sua amministrazione, diventata fine più che mezzo.
Fu proprio nella nostra città, oltre mezzo secolo addietro, che un grande clinico professore di medicina interna a Milano, Luigi Villa, nel discorso inaugurale del 59° congresso nazionale della Società italiana di medicina interna (Palermo, 13-15 ottobre 1958) delineò il rischio di una disumanizzazione della medicina, attraverso un triplice pericolo: burocratizzazione; trasformazione della professione in impiego; decadenza in senso deontologico e morale.
È tempo di affrontare una riflessione profonda, senza conformismi e pre-giudizi. Occorre costruire insieme una sanità appropriata, nella quale il rapporto medico-paziente è il fulcro. Il nostro sistema sanitario pesa sul bilancio pubblico circa 120 miliardi di euro, poco più del 7 per cento del Pil-Prodotto interno lordo. con una spesa tra le più basse in Europa. Bisogna razionalizzare la spesa, con criteri che valorizzino la qualità.
Esiste spesso un «consumismo» sanitario, che si associa a sacche di inefficienza. Oggi si adopera - in tema di medicina, chirurgia e sanità - il termine «appropriatezza», parola che non esiste in alcun vocabolario italiano. Un anglo-neologismo che possiamo definire così: fare la cosa giusta, al momento giusto. alla persona giusta, nel modo giusto e al costo giusto. Attraverso quattro appropriatezze - di struttura e organizzazione, di dotazione e tecnologia, di farmaci, di capacità clinica - si possono ottenere cospicui risparmi e innalzamento di qualità del sistema. Concetti che devono essere culturalmente acquisiti. effettivamente praticati, continuamente valutati.
Lo spreco che opprime gli ospedali pubblici è valutato pari a circa il 21.8 per cento (dal 17,2 del Veneto al 46.4 della Calabria). Con la razionalizzazione della spesa, secondo recentissime indagini, si potrebbero risparmiare circa 15 miliardi, senza contare i 276 milioni di euro sottratti e frodati nel 20 Il e scoperti dalla Guardia di Finanza. Il complesso di maggiore appropriatezza può contribuire a far diminuire la «medicina difensiva», il cui costo per la sanità è più o meno di 13 miliardi.
I decreti di Lombardia e Piemonte riflettono un concetto della sanità fondata solo sulle leggi di mercato. L’ospedale inteso come azienda od opificio, che considera la salute una merce e il malato come cliente. Si pretende produttività, talora con poca cura della qualità e del rapporto umano.
Quasi un amaro romanzo di Charles Dickens. Per questa devianza dei concetti di salute e cura. abbiamo più volte proposto di cambiare il nome inopportuno di «aziende sanitarie». Mutando i termini in «enti" o «istituti» sanitari. Oltre i pur necessari equilibri di bilancio, la medicina deve comprendere l’impatto della malattia
sulla vita reale della persona, sulle relazioni interpersonali, sulla globalità del malato. famiglie e contesto vitale compresi. Il medico può entrare nella solitudine del paziente, con il dialogo e l’ascolto. A monte di tutto, nel rapporto tra medico e malato, si erge l’umanesimo, ossia la concezione che. nel corso della cultura occidentale. ha fatto dell’uomo la misura di tulle le cose. Nel tempo della tecnologia e della prevalenza della gestione amministrativa della sanità, torna il bisogno di punti fermi di riferimento a favore del soggetto debole e infermo. Il decreto che istituisce la «fattura» di dimissione ospedali era può divenire umiliante per il malato, con effetti deleteri sulla sensibilità già molto fragile di soggetti oncologici o cronici o anziani.
Una maniera crudele per dire: quanto costi! Per questi motivi il ministero della Salute ha chiesto al Comitato di Bioetica di valutare l’ impatto sull’uomo infermo, che cerca strutture e dottori che possano determinare benefici pregnanti di vita e consapevoli di sofferenza. L’uomo al centro della sanità. Ricordando le parole del filosofo Jacques Maritain: «L’uomo non è soltanto un mezzo, ma è ben più un fine... La dignità della persona umana non vuoi dire nulla se non significa che, per legge naturale, la persona umana ha il diritto di essere rispettata, è soggetto di diritto e possiede diritti. Vi sono cose che sono dovute all’uomo per il fatto stesso che è uomo».

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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