La Sicilia
Ed. del 13.12.2011 - Catania - pag. 41
Lucio Gambera
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Vizzini. Il presidio d'emergenza da salvare
VIZZINI - La città si mobilita contro lo “scippo” del presidio territoriale per l’emergenza (Pte). Comitati spontanei e forze sociali, rappresentanze istituzionali e politiche, a Vizzini, contestano il piano di conversione dell’Azienda sanitaria di Catania, che si propone di istituire ufficialmente, nei locali sanitari di via Roma, un punto di primo intervento (Ppi).
Alle 18,30 di oggi, in sessione urgente, “aperta” e straordinaria, il Consiglio comunale si riunirà per decidere, con il supporto dell’amministrazione, le iniziative più opportune.
Secondo il presidente della civica assise, Umberto Di Benedetto, che ha lanciato un appello anche ai referenti delle associazioni locali, «occorre una forte azione in difesa della struttura. I vizzinesi – ha detto - rivendicano legittimamente il sacrosanto diritto alla salute. Alcune decisioni sono state assunte in favore di chi ha più santi in paradiso».
In favore del mantenimento del Pte, si pongono le ragioni di una comunità che si colloca in una posizione baricentrica tra i territori extraurbani di Ragusa e Catania. Sono circa 2 mila gli interventi annui del presidio, che sarebbe declassato alla gestione delle attività di continuità terapeutica e dei codici “bianchi” per i soccorsi, con l’eventuale ausilio alternativo delle ambulanze del Seus 118 che saranno dirette all’ospedale “Gravina” di Caltagirone.
Avanza inesorabilmente, intanto, il programma dell’Asp etnea, che ha già previsto, a Vizzini, «l’avvio di una mobilità intra-aziendale per i tre medici in esubero, al fine di consentirne - si legge in una nota - la collocazione in altre strutture e sedi carenti. Non è escluso, in caso di persistente rifiuto dei medici, l’espletamento delle procedure di mobilità forzata a Ramacca, Mineo, Giarre o Catania S. Giorgio».
Alle 18,30 di oggi, in sessione urgente, “aperta” e straordinaria, il Consiglio comunale si riunirà per decidere, con il supporto dell’amministrazione, le iniziative più opportune.
Secondo il presidente della civica assise, Umberto Di Benedetto, che ha lanciato un appello anche ai referenti delle associazioni locali, «occorre una forte azione in difesa della struttura. I vizzinesi – ha detto - rivendicano legittimamente il sacrosanto diritto alla salute. Alcune decisioni sono state assunte in favore di chi ha più santi in paradiso».
In favore del mantenimento del Pte, si pongono le ragioni di una comunità che si colloca in una posizione baricentrica tra i territori extraurbani di Ragusa e Catania. Sono circa 2 mila gli interventi annui del presidio, che sarebbe declassato alla gestione delle attività di continuità terapeutica e dei codici “bianchi” per i soccorsi, con l’eventuale ausilio alternativo delle ambulanze del Seus 118 che saranno dirette all’ospedale “Gravina” di Caltagirone.
Avanza inesorabilmente, intanto, il programma dell’Asp etnea, che ha già previsto, a Vizzini, «l’avvio di una mobilità intra-aziendale per i tre medici in esubero, al fine di consentirne - si legge in una nota - la collocazione in altre strutture e sedi carenti. Non è escluso, in caso di persistente rifiuto dei medici, l’espletamento delle procedure di mobilità forzata a Ramacca, Mineo, Giarre o Catania S. Giorgio».
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