PALERMO - Giunge in redazione una nota emanata dalla segreteria dello SNAMI siciliano in relazione all’intervista rilasciata dallo SMI a proposito del rinnovo dell’accordo integrativo con i medici di emergenza sanitaria. Emergono dunque visioni contrastanti tra i due sindacati maggiormente rappresentativi nel settore nell’emergenza. Le puntualizzazioni, circa le affermazioni fatte dal segretario dello SMI 118 Vincenzo Picciolo, sono di Antonino Grillo, responsabile regionale 118 SNAMI e vice segretario nazionale dello stesso, nonché unico rappresentante per 118 e guardia medica che facendo parte dei quadri dirigenziali di un sindacato prende parte alle trattative relative a tutti i settori della medicina generale.
“ | Gentile direttore, in relazione all’articolo pubblicato su Medpress.it dello scorso 12 dicembre con l’intervista al dott. Picciolo dello SMI, intendo precisare alcune inesattezze riportate relative al programma e alla strategia sindacale attribuite allo SNAMI che in questo contesto mi trovo a rappresentare. Punto primo. Il dott. Picciolo sul passaggio alla dipendenza dichiara: «Siamo l’unica categoria di medici ad espletare un servizio h24 in regime di convezione». Non risulta vero, in quanto sono molte le regioni nelle quali questo servizio è ancora svolto in regime di convenzione, per non dire di alcuni casi in cui il servizio è eseguito “a gettone”. Sul passaggio alle dipendenze noi dello SNAMI non nascondiamo di essere fortemente preoccupati. Durante il congresso dello SMI dello scorso settembre l’assessore Russo ha lanciato la proposta, apparentemente accolta dalla platea, per il passaggio alle dipendenze dei medici del 118, ma… con la SEUS. Ritengo questa soluzione (la dipendenza da una SpA) svantaggiosa e lesiva per i medici perché si tratterebbe di trasformare un contratto pubblico in un contratto privato. Un eventuale passaggio alle dipendenze deve avvenire in ambito pubblico e comunque rispettando la libera scelta del sanitario. Punto secondo. Lo SNAMI ha chiesto alla propria dirigenza di firmare gli ACR solo dopo la conclusione delle trattative in tutti i settori, compreso quello dell’emergenza. In questa direzione ha esercitato pressioni sia sul proprio presidente sia sull’assessorato regionale, invitando gli altri sindacati a fare altrettanto. Ma come è facile intuire non vi è stata alcuna partecipazione da parte degli altri sindacati. Noi siamo per trattative che devono essere chiare e trasparenti, che nascano dal confronto delle idee da esprimersi intorno ad un tavolo, evitando cioè la tentazione di fare preaccordi che precedano gli incontri ufficiali. Punto terzo. Lo SNAMI da sempre ha sostenuto che un buon contratto viene fuori non solo da tutti i nostri iscritti, ma da tutti gli attori del servizio 118, ed infatti siamo sempre stati presenti in tutto il territorio, pronti a difendere sia i colleghi che il servizio, con atti di denuncia e di intervento come nel caso della chiusura dei PTE a Catania in favore dei PPI. Non a caso – direi – lo SNAMI rappresenta il primo sindacato per l’Emergenza territoriale in tutte le nove provincie Siciliane, segno evidente che l’impegno quotidiano dei nostri dirigenti provinciali alla fine premia. Punto quarto. Per noi dello SNAMI non è importante che i medici di emergenza debbano necessariamente ricoprire ruoli dirigenziali all’interno del sistema PTA, che in verità riguarda solo poche figure professionali. Noi chiediamo con insistenza che la presenza dei medici del 118 nei vari comitati tecnici venga realizzata secondo quanto previsto dalle norme. Solo così si potranno evitare errori grossolani come quello di indicare nel medico di turno un possibile barelliere solo perché si deve giungere a ridurre il numero degli operatori nelle squadre sulle ambulanze. Lo SNAMI non crede nella figura del medico responsabile (e la cosa è stata messa a verbale) in seguito a nomina verticistica. E’ bene che vengano stabilite delle regole anche in questo settore. Punto quinto. Sul provvedimento mirante alla riduzione di un Autista-Soccorritore nelle equipes delle ambulanze del 118, noi abbiamo denunciato, scrivendo a suo tempo agli organi istituzionali, il pericolo che con questo provvedimento incombeva sul buon funzionamento del servizio. Abbiamo denunciato il non rispetto dei precedenti decreti assessoriali emanati (è che debbono essere rispettati) senza dimenticare che le linee guida non sono decreti ma linee guida non vincolanti ma utili solo per uniformare il servizio. Tuttavia queste problematiche, come tante altre simili, sorgono sempre perché nei tavoli tecnici sono stati esclusi proprio i medici del 118. Ultima la convocazione di ieri di un nuovo comitato, da cui tanto per cambiare siamo stati esclusi, per discutere l’introduzione delle auto-mediche nei centri urbani con migrazione dei medici dalle ABZ sulle auto. E come verranno impiegati i medici in sovrappiù? Quali saranno le regole di “ingaggio” delle auto mediche sul territorio rispetto alle ambulanze? Riteniamo che la ripresa delle trattative, il cui merito è tutto da discutere, è un importante momento di confronto, ed è quella la sede in cui noi sindacati dobbiamo essere continuamente attenti e propositivi, pronti sia ad accogliere che a promuovere tutte le iniziative. In questo siamo d’accordo con Picciolo quando dice che non bisogna perdere di vista «i fondamentali istituti contrattuali, nella consapevolezza che la nostra attività non inizia e finisce con l’accordo di categoria, come avviene in altre aree, ma è necessario intervenire su tutta l’organizzazione del Sistema 118 che come amo dire e ricordare a me stesso è un sistema articolato e complesso». Ma non dobbiamo dimenticare che noi rappresentiamo tutti i nostri iscritti e non solo alcuni. Punto sesto. Anche lo SNAMI ha pronta una propria bozza per il rinnovo del contratto regionale. Solo che ci rendiamo conto che l’attuale congiuntura economica non consente di raggiungere e di ottenere i nostri obiettivi, posto che la manovra nazionale di fatto ha bloccato i rinnovi contrattuali dei dipendenti per qualche anno. Intendiamo infatti restare con i piedi ben saldi per terra e verificare di volta in volta le reali disponibilità della parte pubblica per discutere e valutare i singoli punti, che Medpress ha elencato in suo articolo precedente, di volta in volta, senza dunque illudere i nostri iscritti con proposte difficilmente attuabili, almeno in questo momento. E’ dunque fondamentale lavorare insieme evitando di fornire una immagine nella quale il fronte sindacale appaia spaccato evitando sortite pericolose da cui poi diventa difficile tornare indietro. E questo per tutelare gli interessi di tutti i medici iscritti non solo al nostro sindacato ma a tutti i sanitari del settore. Dr. A. Grillo Responsabile Regionale 118 SNAMI Vice segretario Nazionale SNAMI |
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