La Repubblica
Ed. del 02.12.2011 - Palermo - pag. X
Salvo Catalano
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Indagine dei Nas nel Catanese. Scoperto un imbroglio portato avanti per anni, 12 mila le prescrizioni inventate
I prodotti venivano intestati a ignari pazienti di Raddusa e Ramacca. Russo: «Ora più controlli»
PALERMO - Intestavano ricette mediche a ignari pazienti, prescrivendo farmaci che non sarebbero mai stati consegnati. Una truffa che è costata al sistema sanitario nazionale oltre un milione di euro. Sono 12 mila, infatti, le ricette false individuate dagli investigatori che hanno condotto le indagini. Un medico di base e un farmacista che, tra Ramacca e Raddusa, piccoli centri del Catanese, avevano organizzato il delitto perfetto, sono stati scoperti dal Nas di Catania. I carabinieri hanno posto sotto sequestro beni mobili e immobili di proprietà dei due professionisti. Mentre altre due persone, coinvolte nelle indagini, sono state denunciate per truffa aggravata.
Il medico e il farmacista intestavano le ricette a pazienti che di quei medicinali proprio non avevano bisogno, per poi andare a battere cassa al Sistema sanitario nazionale. Un sistema che è andato avanti fino all’intervento dei carabinieri del capoluogo etneo, guidati dal comandante Egidio Palermo, che hanno sequestrato numerosi beni su disposizione del gip del Tribunale di Catania e con il coordinamento della Procura.
Trai beni finiti sotto sigilli ci sono una farmacia, appartamenti, una macchina di lusso di grossa cilindrata e 55 mila euro in contanti. Un sequestro del valore di un milione di euro, somma equivalente a quella sottratta dal medico e dal farmacista all’Azienda sanitaria provinciale di Catania.
La truffa delle ricette false non è nuova, ma nei due paesi del Catanese si basava su ingranaggi quasi perfetti, vista l’entità dei numeri in ballo: un milione di euro sottratti illegalmente e dodicimila ricette sequestrate. Su un territorio, quello dei due comuni del Catanese, che conta poco più di 14 mila abitanti. Alcuni casi simili nel recente passato hanno fatto molto discutere. Come la presunta truffa da 200 mila euro per le fustelle false sui pannoloni che portò, nel settembre del 2010, alla denuncia da parte del Nas di una ventina di farmacie tra Palermo, Agrigento e Trapani. Accusa da cui nell’ottobre scorso i farmacisti furono prosciolti.
Ha espresso soddisfazione l’assessore regionale alla Salute Massimo Russo, che ricorda come quello della farmaceutica sia «un settore particolarmente delicato e critico del bilancio sanitario». Per Russo l’ultima indagine è la testimonianza che sul capitolo delle spese farmaceutiche in passato hanno influito «non soltanto l’inappropriatezza prescrittiva, ma anche episodi di malaffare che incidono pesantemente sui costi complessivi e che dunque si traducono in maggiori costi per i Cìnadini». «Abbiamo intensificato la vigilanza amministrativa con un sistema di controlli molto più funzionale che consente l’immediata individuazione di anomalie nei flussi di pagamento», conclude l’assessore.
Il medico e il farmacista intestavano le ricette a pazienti che di quei medicinali proprio non avevano bisogno, per poi andare a battere cassa al Sistema sanitario nazionale. Un sistema che è andato avanti fino all’intervento dei carabinieri del capoluogo etneo, guidati dal comandante Egidio Palermo, che hanno sequestrato numerosi beni su disposizione del gip del Tribunale di Catania e con il coordinamento della Procura.
Trai beni finiti sotto sigilli ci sono una farmacia, appartamenti, una macchina di lusso di grossa cilindrata e 55 mila euro in contanti. Un sequestro del valore di un milione di euro, somma equivalente a quella sottratta dal medico e dal farmacista all’Azienda sanitaria provinciale di Catania.
La truffa delle ricette false non è nuova, ma nei due paesi del Catanese si basava su ingranaggi quasi perfetti, vista l’entità dei numeri in ballo: un milione di euro sottratti illegalmente e dodicimila ricette sequestrate. Su un territorio, quello dei due comuni del Catanese, che conta poco più di 14 mila abitanti. Alcuni casi simili nel recente passato hanno fatto molto discutere. Come la presunta truffa da 200 mila euro per le fustelle false sui pannoloni che portò, nel settembre del 2010, alla denuncia da parte del Nas di una ventina di farmacie tra Palermo, Agrigento e Trapani. Accusa da cui nell’ottobre scorso i farmacisti furono prosciolti.
Ha espresso soddisfazione l’assessore regionale alla Salute Massimo Russo, che ricorda come quello della farmaceutica sia «un settore particolarmente delicato e critico del bilancio sanitario». Per Russo l’ultima indagine è la testimonianza che sul capitolo delle spese farmaceutiche in passato hanno influito «non soltanto l’inappropriatezza prescrittiva, ma anche episodi di malaffare che incidono pesantemente sui costi complessivi e che dunque si traducono in maggiori costi per i Cìnadini». «Abbiamo intensificato la vigilanza amministrativa con un sistema di controlli molto più funzionale che consente l’immediata individuazione di anomalie nei flussi di pagamento», conclude l’assessore.
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