La Sicilia
Ed. del 26.08.2011 - pag. 3
Lillo Miceli
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L'assessore Russo starebbe per sfrattare i dirigenti delle Asp con spese fuori controllo: summit con Lombardo.
Sorte ormai segnata per Calaciura, Giuffrida, Oliveri; in bilico Maniscalco.
PALERMO - Sembra ormai segnata la sorte dei manager siciliana della Sanità che non hanno mantenuto sotto controllo la spesa sanitaria nelle Asp ad essi affidate. I dirigenti che sono stati sottoposti ad una stringente verifica sono: Salvatore Giuffrida, manager dell’Asp di Messina; Giuseppe Calaciura, Asp di Catania; Salvatore Oliveri, Asp di Agrigento e Franco Maniscalco, Asp di Siracusa. Per i primi tre, peraltro, tutti esponenti dell’Mpa o, comunque, vicinissimi al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il «licenziamento» potrebbe arrivare nel giro di pochi giorni. In bilico la posizione di Maniscalco.
Vertice a Palermo
La delicata situazione, peraltro, è stata affrontata ieri, a Palazzo d’Orleans, nel corso di un “riservatissimo” incontro tra il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, l’assessore alla Salute, Massimo Russo, e i quattro manager che non hanno rispettato i budget loro assegnati. Anzi, in alcuni casi lo “sforamento” sarebbe stato ultramilionario. Comunque, non sarà una decisione presa a cuor leggero quella che dovrebbe essere resa nota in tempi brevissimi. Infatti, l’assessorato alla Salute non si è limitato a contestare ai manager il mancato rispetto degli obiettivi che avevano avuto assegnati; ad essi è stata data la possibilità di fornire delle spiegazioni che, a loro volta, sono state sottoposte a controdeduzioni.
Sprechi e in efficienze
Il confronto, durato qualche settimana, non è stato favorevole ai manager, almeno per tre su quattro. Non solo una spesa maggiore rispetto a quella preventivata è stata effettuata - solo in minima parte per episodi congiunturali - ma, per esempio, scarsi risultati sarebbero stati ottenuti nel contenimento della migrazione sanitaria. Cioè, il fenomeno che vede i siciliani che, pur non soffrendo di particolari patologie, preferiscono farsi curare negli ospedali del Centro-Nord.
Certamente, i motivi del “licenziamento” saranno resi noti al momento della notifica del provvedimento. Una procedura inusuale in una terra in cui si tenta di mantenere tutto avvolto nell’ombra. Non c’è nulla di male nel fare conoscere alla cittadinanza - in questo caso ne è interessata la parte più sofferente - dove i manager hanno fallito ed i motivi che impedito ad essi di raggiungere quegli obiettivi per i quali sono stati profumatamente pagati. Per l’Asp di Messina di parla di un deficit di 26 milioni, 18 in più rispetto agli accordi. Mentre per quella di Catania si parla di un “buco” di 16 milioni in più rispetto a quello concordato. Medaglia di bronzo ad Agrigento: le indiscrezioni sui dossier dei tecnici parlano di 9 milioni di passivo, con uno sforamento di 4 rispetto al budget negoziato. Nell’occhio del ciclone anche Siracusa con “solo” 900mila euro in più rispetto ai 3,8 milioni previsti di deficit E’ facile immaginare che in questi giorni che precedono la rescissione di almeno tre manager, l’assessore Massimo Russo abbia messo in moto i suoi uffici per selezionare dall’apposito albo i sostituti che dovranno dimostrare di essere più efficienti dei loro predecessori, dovendo recuperare il gap di cui già la Sanità siciliana soffriva e che in questi ultimi due anni di nuova gestione non è sicuramente migliorata.
Il «caso» andrà in Giunta
Dunque, non rimane che attendere che il “caso” arrivi in Giunta regionale dove sarà sciolto l’ultimo dubbio rimasto: saranno quattro o tre i manager licenziati?
Vertice a Palermo
La delicata situazione, peraltro, è stata affrontata ieri, a Palazzo d’Orleans, nel corso di un “riservatissimo” incontro tra il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, l’assessore alla Salute, Massimo Russo, e i quattro manager che non hanno rispettato i budget loro assegnati. Anzi, in alcuni casi lo “sforamento” sarebbe stato ultramilionario. Comunque, non sarà una decisione presa a cuor leggero quella che dovrebbe essere resa nota in tempi brevissimi. Infatti, l’assessorato alla Salute non si è limitato a contestare ai manager il mancato rispetto degli obiettivi che avevano avuto assegnati; ad essi è stata data la possibilità di fornire delle spiegazioni che, a loro volta, sono state sottoposte a controdeduzioni.
Sprechi e in efficienze
Il confronto, durato qualche settimana, non è stato favorevole ai manager, almeno per tre su quattro. Non solo una spesa maggiore rispetto a quella preventivata è stata effettuata - solo in minima parte per episodi congiunturali - ma, per esempio, scarsi risultati sarebbero stati ottenuti nel contenimento della migrazione sanitaria. Cioè, il fenomeno che vede i siciliani che, pur non soffrendo di particolari patologie, preferiscono farsi curare negli ospedali del Centro-Nord.
Certamente, i motivi del “licenziamento” saranno resi noti al momento della notifica del provvedimento. Una procedura inusuale in una terra in cui si tenta di mantenere tutto avvolto nell’ombra. Non c’è nulla di male nel fare conoscere alla cittadinanza - in questo caso ne è interessata la parte più sofferente - dove i manager hanno fallito ed i motivi che impedito ad essi di raggiungere quegli obiettivi per i quali sono stati profumatamente pagati. Per l’Asp di Messina di parla di un deficit di 26 milioni, 18 in più rispetto agli accordi. Mentre per quella di Catania si parla di un “buco” di 16 milioni in più rispetto a quello concordato. Medaglia di bronzo ad Agrigento: le indiscrezioni sui dossier dei tecnici parlano di 9 milioni di passivo, con uno sforamento di 4 rispetto al budget negoziato. Nell’occhio del ciclone anche Siracusa con “solo” 900mila euro in più rispetto ai 3,8 milioni previsti di deficit E’ facile immaginare che in questi giorni che precedono la rescissione di almeno tre manager, l’assessore Massimo Russo abbia messo in moto i suoi uffici per selezionare dall’apposito albo i sostituti che dovranno dimostrare di essere più efficienti dei loro predecessori, dovendo recuperare il gap di cui già la Sanità siciliana soffriva e che in questi ultimi due anni di nuova gestione non è sicuramente migliorata.
Il «caso» andrà in Giunta
Dunque, non rimane che attendere che il “caso” arrivi in Giunta regionale dove sarà sciolto l’ultimo dubbio rimasto: saranno quattro o tre i manager licenziati?
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