Quotidiano di Sicilia
Ed. del 14.07.2011 - pag. 7
Desirée Miranda
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Calaciura, ospite del QdS per il 2252° forum con i Numeri Uno
La collaborazione ridurrebbe le urgenze per compiacere i pazienti
CATANIA - L’ Asp 3 è enorme e si nota un filo di pensiero che unisce voi direttori generali, cosa che prima non accadeva, è chiaro un approccio di lavoro simile e condiviso.
«Sì, c’è molta collaborazione e se da una parte ha influito il fattore amicale. dall’altra c’è una precisa volontà di collaborare e non essere più concorrenti uno dell’altro. Occorre evitare le ripetizioni di reparti in ospedali vicini e ottimizzare il servizio ai cittadini».
Qual è la situazione delle prenotazioni al Cup (centro unico prenotazioni) e esiste una differenziazione di prenotazione per le urgenze, considerando che di solito le liste d’attese sono molto lunghe?
«Ci siamo mossi molto su questo campo presto avremo un numero unico di prenotazione, anche se ancora non siamo a regime. Al momento è possibile la prenotazione solo per l’eco-doppler, la risonanza e la tac, speriamo entro l’anno di poter completare tutte le patologie. Ci vuole molta collaborazione con i medici di base che a volte segnano l’urgenza quando invece non c’è, e spesso solo per compiacere il paziente. Se non partecipano loro, se non sono più pignoli in questo, di certo falliremo. Inoltre, a volte la gente prenota la visita richiesta in più centri per cercare di accorciare i tempi, invece con il Cup non sarà più possibile e si ridurrà di almeno Il 20% la possibilità di prenotazioni doppioni».
Come funziona la mobilità dei malati? La comunità di coloro che vanno a curasi fuori dalla Sicilia è notevole.
«Sì, la comunità è davvero amplia e le spese sono a carico dell’Asp, la quale sta lavorando molto per cercare di ridurre questo numero, anche con le strutture private. Stiamo l’obiettivo è quello di perfezionare tutte le branche specialistiche per cercare di avere la fiducia dei siciliani. Siamo sulla buona strada, comunque, Già dalle altre province o dalla Calabria vengono a curasi da noi».
Le eccellenze sono solo fuori, come erroneamente spesso si pensa, quali sono quelle della provincia di Catania?
«Attualmente sono cinque, riconosciute dalla comunità del farmaco della regione Sicilia: la neurologia di Acireale diretta da Pietro Battaglia, la pediatria sempre di Acireale diretta da Alberto Fischer, la gastroenterologia diretta da Giovanni Magrì, la medicina nuclcare di Caltagirone e la neuropsichiatria infantile di Acireale Spero che in poco tempo potranno aumentare, abbiamo un problema di medici che mancano».
Parliamo di personale e posti letto, quante sono le unità di cui disponete?
«Al momento il personale è composto da 5217 unità, molti meno rispetto al 2000 quando erano in 7000. Il blocco delle assunzioni ha portato a questa riduzione, ma volte capita di non riuscire a trovare il medico poiché l numero chiuso all’università è troppo ristretto e non commisurato alle necessità. Ortopedia c cardiologia sono le brache più carenti. Per quanto riguarda i posti letto sono 960 distribuiti nei 7 ospedali. Se fossero stai concentrati solo in 3 ospedali sarebbero stati del tutto sufficienti. Stiamo accorpando i reparti di ospedali vicini proprio per questo, occorre ottimizzare».
Quali sono le criticità e quali gli obiettivi del 2011?
«Le criticità sono un po’ strutturali un po’ economiche, come per tutta la Sicilia, ma stiamo già vedendo i frutti di una rimodulazione accorta e efficiente data dalla riforma sanitaria, seppure all’inizio sembrava un uragano. Per quanto riguarda gli obiettivi di certo vogliamo continuare a migliorare il già ottimo rapporto con le farmacie e secondo le direttive di qualità della Regione diminuire, come stiamo già facendo, i parti cesarei il cui trend è comunque ancora troppo alto, una rete per l’infarto e naturalmente il pronto soccorso, che è il settore più utilizzato e per cui non riusciamo a trovare molti medici disponibili».
«Sì, c’è molta collaborazione e se da una parte ha influito il fattore amicale. dall’altra c’è una precisa volontà di collaborare e non essere più concorrenti uno dell’altro. Occorre evitare le ripetizioni di reparti in ospedali vicini e ottimizzare il servizio ai cittadini».
Qual è la situazione delle prenotazioni al Cup (centro unico prenotazioni) e esiste una differenziazione di prenotazione per le urgenze, considerando che di solito le liste d’attese sono molto lunghe?
«Ci siamo mossi molto su questo campo presto avremo un numero unico di prenotazione, anche se ancora non siamo a regime. Al momento è possibile la prenotazione solo per l’eco-doppler, la risonanza e la tac, speriamo entro l’anno di poter completare tutte le patologie. Ci vuole molta collaborazione con i medici di base che a volte segnano l’urgenza quando invece non c’è, e spesso solo per compiacere il paziente. Se non partecipano loro, se non sono più pignoli in questo, di certo falliremo. Inoltre, a volte la gente prenota la visita richiesta in più centri per cercare di accorciare i tempi, invece con il Cup non sarà più possibile e si ridurrà di almeno Il 20% la possibilità di prenotazioni doppioni».
Come funziona la mobilità dei malati? La comunità di coloro che vanno a curasi fuori dalla Sicilia è notevole.
«Sì, la comunità è davvero amplia e le spese sono a carico dell’Asp, la quale sta lavorando molto per cercare di ridurre questo numero, anche con le strutture private. Stiamo l’obiettivo è quello di perfezionare tutte le branche specialistiche per cercare di avere la fiducia dei siciliani. Siamo sulla buona strada, comunque, Già dalle altre province o dalla Calabria vengono a curasi da noi».
Le eccellenze sono solo fuori, come erroneamente spesso si pensa, quali sono quelle della provincia di Catania?
«Attualmente sono cinque, riconosciute dalla comunità del farmaco della regione Sicilia: la neurologia di Acireale diretta da Pietro Battaglia, la pediatria sempre di Acireale diretta da Alberto Fischer, la gastroenterologia diretta da Giovanni Magrì, la medicina nuclcare di Caltagirone e la neuropsichiatria infantile di Acireale Spero che in poco tempo potranno aumentare, abbiamo un problema di medici che mancano».
Parliamo di personale e posti letto, quante sono le unità di cui disponete?
«Al momento il personale è composto da 5217 unità, molti meno rispetto al 2000 quando erano in 7000. Il blocco delle assunzioni ha portato a questa riduzione, ma volte capita di non riuscire a trovare il medico poiché l numero chiuso all’università è troppo ristretto e non commisurato alle necessità. Ortopedia c cardiologia sono le brache più carenti. Per quanto riguarda i posti letto sono 960 distribuiti nei 7 ospedali. Se fossero stai concentrati solo in 3 ospedali sarebbero stati del tutto sufficienti. Stiamo accorpando i reparti di ospedali vicini proprio per questo, occorre ottimizzare».
Quali sono le criticità e quali gli obiettivi del 2011?
«Le criticità sono un po’ strutturali un po’ economiche, come per tutta la Sicilia, ma stiamo già vedendo i frutti di una rimodulazione accorta e efficiente data dalla riforma sanitaria, seppure all’inizio sembrava un uragano. Per quanto riguarda gli obiettivi di certo vogliamo continuare a migliorare il già ottimo rapporto con le farmacie e secondo le direttive di qualità della Regione diminuire, come stiamo già facendo, i parti cesarei il cui trend è comunque ancora troppo alto, una rete per l’infarto e naturalmente il pronto soccorso, che è il settore più utilizzato e per cui non riusciamo a trovare molti medici disponibili».
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