ADNKronos Salute
Ed. del 06.06.2011
n.d.
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Lussemburgo, 6 giu. (Adnkronos Salute) - Non bisogna concentrare l'attenzione solo sulle singole verdure, ma sull'intera catena di produzione per individuare l'origine del batterio E.coli che ha già fatto 22 vittime tra Germania e Svezia. E' quanto ha affermato il ministro della Salute Ferruccio Fazio, al suo arrivo a Lussemburgo per la riunione con i colleghi Ue in cui si affronterà la questione.
«Io insisto sul fatto che, al di là della focalizzazione sui singoli vegetali, poiché sono situazioni locali, conviene fare un approfondimento» sulla catena alimentare, ha sottolineato il ministro, spiegando che è per questo che «i nostri tavoli tecnici hanno chiesto una puntualizzazione sulla situazione di produzione e confezionamento, perché potrebbe anche essere una situazione trasversale, visto che ormai sono stati coinvolti i cetrioli, i pomodori, l'insalata e ora anche i germogli di soia». Pista, questa, di cui si attende però ancora una conferma ufficiale.I sospetti sulla soia prodotta dall'azienda tedesca di Uelzen, in Bassa Sassonia, non sono per ora ancora stati confermati.
«Questo è stato annunciato ieri dalle agenzie, ora vedremo se sarà realmente confermato» il sospetto, ha affermato Fazio, che è a Lussemburgo per fare il punto della situazione sull'epidemia di E. coli insieme ai colleghi europei. A essere messo in discussione dai ministri della Salute dei 27 Paesi membri saranno molto probabilmente anche i sistemi di allerta rapida Ue per la contaminazione della catena alimentare (Rasf) e delle malattie infettive (Ewrs), che se da un lato hanno rapidamente messo sotto accusa la produzione agricola spagnola per nulla, dall'altro hanno visto aumentare il numero di malati e di decessi senza avere ancora identificato l'origine del batterio. «Nel momento in cui emergono delle criticità, i sistemi vanno analizzati e se ci sono delle carenze vanno messi a regime», ha sottolineato il ministro italiano.
«Io insisto sul fatto che, al di là della focalizzazione sui singoli vegetali, poiché sono situazioni locali, conviene fare un approfondimento» sulla catena alimentare, ha sottolineato il ministro, spiegando che è per questo che «i nostri tavoli tecnici hanno chiesto una puntualizzazione sulla situazione di produzione e confezionamento, perché potrebbe anche essere una situazione trasversale, visto che ormai sono stati coinvolti i cetrioli, i pomodori, l'insalata e ora anche i germogli di soia». Pista, questa, di cui si attende però ancora una conferma ufficiale.I sospetti sulla soia prodotta dall'azienda tedesca di Uelzen, in Bassa Sassonia, non sono per ora ancora stati confermati.
«Questo è stato annunciato ieri dalle agenzie, ora vedremo se sarà realmente confermato» il sospetto, ha affermato Fazio, che è a Lussemburgo per fare il punto della situazione sull'epidemia di E. coli insieme ai colleghi europei. A essere messo in discussione dai ministri della Salute dei 27 Paesi membri saranno molto probabilmente anche i sistemi di allerta rapida Ue per la contaminazione della catena alimentare (Rasf) e delle malattie infettive (Ewrs), che se da un lato hanno rapidamente messo sotto accusa la produzione agricola spagnola per nulla, dall'altro hanno visto aumentare il numero di malati e di decessi senza avere ancora identificato l'origine del batterio. «Nel momento in cui emergono delle criticità, i sistemi vanno analizzati e se ci sono delle carenze vanno messi a regime», ha sottolineato il ministro italiano.
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