La Sicilia
Ed. del 22.06.2011 - Catania - pag. 40
Gaetano Guidotto
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Un solo autista soccorritore nelle ambulanze
La seus, società che gestisce il 118 in Sicilia, ha ridotto il numero dei componenti in 12 postazioni della provincia di Catania. E già medici e infermieri prendono le distanze. «Non siamo portantini».
CATANIA - La Seus, ovvero la società che gestisce il 118 in Sicilia, riduce il numero degli autisti soccorritori in 12 postazione della provincia di Catania e a Randazzo esplode la polemica. Fino a due giorni fa, l’equipaggio tipo a bordo di un’ambulanza medicalizzata era composto da 2 autisti soccorritori con il compito anche di sorreggere la barella con il paziente, un infermiere e un medico. Da ieri, invece, nelle postazioni di Adrano, Catania (Santa Marta, Cannizzaro e Garibaldi), Grammichele, Linguaglossa, Mineo, Paternò, Ramacca, Randazzo, S.G. la Punta e Vizzini, opera un solo autista soccorritore, lasciando ombre su chi dovrà praticamente portare la barella, che non potrà essere certo sorretta da una sola persona.
Anche per questo il dott. Angelo Iachelli, in servizio presso il Pte di Randazzo, ieri mattina, di buon ora, ha inviato un fax ai carabinieri, alla centrale operativa del 118 e al direttore sanitario del distretto, dichiarando di «declinare ogni responsabilità in caso di trasporti non ottimali» e minacciando di chiedere l’ausilio di altre ambulanze o addirittura dei vigili del fuoco per consentire a se stesso ed al suo infermiere di «eseguire il lavoro senza impegnarsi in mansioni che non gli competono a discapito di un soccorso efficiente». Per il dott. Dino Alagna, responsabile del servizio programmazione dell’emergenza dell’assessorato regionale alla Salute, il caso non esiste: «La riduzione del numero degli autisti soccorritori a bordo delle ambulanze - ci dice - è frutto di un accordo siglato con i sindacati a luglio dello scorso anno. Il piano industriale presentato dal Seus e approvato da tutti, prevede la riduzione di 400 autisti che saranno riqualificati in operatori socio sanitari, che in Sicilia mancano. Capisco che viene a mancare un soccorritore negli equipaggi, ma il suo lavoro potrà essere colmato dall’infermiere o dal medico stesso».
Ma il dott. Emanuele Cosentino, segretario provinciale “Area emergenza” del sindacato “Medici italiani” contesta: «Le linee guida non assegnano a medici e infermieri i compiti di portantino che non gli competono. Il nostro sindacato non è stato mai informato. Il provvedimento è dannoso e pericoloso, pregiudica la qualità del soccorso e compromette la sicurezza dell’equipaggio. Faremo battaglia».
Anche per questo il dott. Angelo Iachelli, in servizio presso il Pte di Randazzo, ieri mattina, di buon ora, ha inviato un fax ai carabinieri, alla centrale operativa del 118 e al direttore sanitario del distretto, dichiarando di «declinare ogni responsabilità in caso di trasporti non ottimali» e minacciando di chiedere l’ausilio di altre ambulanze o addirittura dei vigili del fuoco per consentire a se stesso ed al suo infermiere di «eseguire il lavoro senza impegnarsi in mansioni che non gli competono a discapito di un soccorso efficiente». Per il dott. Dino Alagna, responsabile del servizio programmazione dell’emergenza dell’assessorato regionale alla Salute, il caso non esiste: «La riduzione del numero degli autisti soccorritori a bordo delle ambulanze - ci dice - è frutto di un accordo siglato con i sindacati a luglio dello scorso anno. Il piano industriale presentato dal Seus e approvato da tutti, prevede la riduzione di 400 autisti che saranno riqualificati in operatori socio sanitari, che in Sicilia mancano. Capisco che viene a mancare un soccorritore negli equipaggi, ma il suo lavoro potrà essere colmato dall’infermiere o dal medico stesso».
Ma il dott. Emanuele Cosentino, segretario provinciale “Area emergenza” del sindacato “Medici italiani” contesta: «Le linee guida non assegnano a medici e infermieri i compiti di portantino che non gli competono. Il nostro sindacato non è stato mai informato. Il provvedimento è dannoso e pericoloso, pregiudica la qualità del soccorso e compromette la sicurezza dell’equipaggio. Faremo battaglia».
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