il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

giovedì 9 giugno 2011

Chi ha sparato sulla Croce rossa


Mentre l’assessore si vanta del nuovo corso, quello vecchio galleggia nei debiti. La voragine della precedente gestione del 118, quella affidata alla Sise, è una ferita ancora aperta per i conti della Regione: effetto di un contenzioso che si trascina da cinque anni, e che si è tradotto in due ingiunzioni di pagamento per un totale di 64 milioni e 780 mila euro che la Croce rossa ha presentato contro l’assessorato regionale alla Sanità. Che dal canto suo si è opposto ai pagamenti, spingendo la Cri a correre ai ripari: proprio una settimana fa il commissario straordinario Francesco Rocca ha deciso di anticipare 14,6 milioni per mettere una toppa sul baratro, per evitare – è scritto nero su bianco nell’ordinanza di Rocca – che la Sise, a sua volta creditrice nei confronti della Croce rossa, iscriva “ipoteche sugli immobili della Cri”.
Già, perché intanto la voragine rischia di allargarsi. Il 12 novembre il presidente del collegio dei liquidatori della Sise, una società controllata al 100 per cento dalla Croce rossa, ha chiesto 40,4 milioni per fare fronte ai 
debiti, proprio per evitare l’accumulo di interessi, multe e accordi decaduti. Soprattutto questi ultimi: il 15 marzo dell’anno scorso, quando i tremila dipendenti della Sise sono passati alla Seus, la nuova società mista che si occupa del 118, l’azienda ha firmato un’intesa con i sindacati per dilazionare in quattro mesi il pagamento delle tredicesime arretrate, delle ferie non godute, del Tfr e dei premi di produttività. Il calcolo è facile: i 4 mesi sono scaduti a luglio dell’anno scorso.
Si ciba principalmente di questo, lo scandalo del 118 che fu. All’elefantiaca cifra di tremila dipendenti si è arrivati nel periodo dell’allegra gestione targata Totò Cuffaro. Perché è proprio durante i governi guidati dal politico di Raffadali che il mostro Sise è diventato enorme a spese dei contribuenti: le ultime assunzioni, circa 450, sono arrivate anche dopo il 2006, quando il piano di rientro era già una priorità per la Regione. Allora l’assessore alla Sanità era l’attuale rettore Roberto Lagalla, ma neanche l’Mpa è esente da colpe: quando la creatura mosse i primi passi, con le prime massicce assunzioni, l’assessore alla Sanità era Giovanni Pistorio, oggi uno dei colonnelli del partito autonomista.
Ovviamente i debiti nei confronti dei dipendenti sono rimasti tali. Tanto che il 5 ottobre 2010 Ridolfi ha chiesto alla Croce rossa 14 milioni per pagare il personale ed evitare così “più gravosi oneri a carico della Società a seguito della decadenza delle transazioni”. Il rischio di nuovi contenziosi, il 2 maggio, ha portato la Sise e la Cri a siglare un accordo con Cgil, Cisl, Uil, Fials e Ugl, con il quale la società si impegna a pagare tutto entro un mese: 14 milioni e 233 mila euro di vecchi debiti più un indennizzo per il ritardo nel pagamento. “L’accordo – spiega Caterina Tusa, responsabile Sanità della Fp-Cgil Sicilia – prevede altri 120 mila euro di indennizzo. Così viene premiata la volontà dei sindacati di chiudere in maniera politica e non giudiziaria questa vicenda”.
Ma a portare la vicenda in tribunale ci hanno pensato Sise, Cri e Regione. Il 10 maggio dell’anno scorso, infatti, la Croce rossa si è rivolta al tribunale di Palermo per ottenere il saldo di 42,4 milioni di debiti da parte della Regione: il 21 maggio, solo 11 giorni dopo, il giudice ha dato ragione alla Cri, ma Palazzo d’Orléans ha presentato ricorso. Un anno più tardi, il 19 maggio 2011, l’ente guidato da Francesco Rocca ha rincarato la dose: questa volta la richiesta è stata di 22 milioni e 382 mila euro, che sono confluiti in un secondo decreto ingiuntivo. La Sise, nel frattempo, non è rimasta a guardare: l’8 marzo la società ha ottenuto dal tribunale di Palermo l’esecutività di un decreto ingiuntivo da 49,4 milioni presentato nei confronti della Cri, che ha reagito prima chiedendo la sospensione dell’esecuzione e poi accordandosi con la Sise per pagare 14,6 milioni subito e il resto in un secondo momento.
Perché questa è una storia di crediti circolari. La Sise chiede soldi alla Cri perché di debiti ne ha mica pochi: oltre agli ex dipendenti, al fisco e all’Inps, nel frattempo a bussare alle porte della società si sono presentati anche i fornitori. L’ultima volta il 4 maggio, quando il tribunale civile di Roma ha notificato alla Sise l’istanza di fallimento della Leasys Spa, “che reclama – scrive Rocca in una nota di pochi giorni fa – il mancato pagamento di crediti commerciali per noleggio autoambulanze per un importo pari ad euro 3.789.293,86”. Quando si dice “piove sul bagnato”.
Tanto più che la Regione non sembra intenzionata a pagare. Il meccanismo, che veniva definito “triangolare” dalla Cri, prevedeva che l’assessorato di piazza Ziino pagasse la Croce rossa e che questa versasse i soldi alla Sise, con una partita di giro perfetta. Ma il triangolo, a un certo punto, s’è rotto, e ognuno ha iniziato a dare i propri numeri: la Sise, il 25 novembre, ha quantificato il credito complessivo nei confronti della Cri in 76,7 milioni, mentre la Croce rossa il 7 febbraio ha messo nero su bianco che “il totale delle fatture emesse dalla Sise nei confronti del Comitato regionale Cri Sicilia – ad oggi non ancora saldate – ammonta ad euro 64.464.727,96, pur facendo presente che è in corso un’ulteriore fase di riscontro contabile con gli uffici 
della Sise Spa in liquidazione poiché il saldo delle fatture a credito dalla Cri verso la Regione Siciliana è pari ad euro 64.275.607,99”. Differenze minime, se si pensa che invece la Regione alla fine dell’anno scorso ha quantificato in “pochissime centinaia di migliaia di euro” il debito, tanto che ai decreti ingiuntivi ha sempre risposto con un controricorso.
La questione, così, è finita sul tavolo di due ministri e un sottosegretario. L’8 ottobre, infatti, Rocca ha chiesto al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, al suo omologo della Salute Ferruccio Fazio e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta un tavolo tecnico per venire fuori dal contenzioso. Il 2 febbraio Rocca ha scritto solo a Fazio, ma l’obiettivo era lo stesso: un tavolo per discutere il problema. Dal ministero, però, non è arrivata ancora nessuna risposta, e a questo punto sembra evidente che la partita si risolverà in tribunale. Ma perché il nuovo corso si possa celebrare a pieno è necessario prima archiviare le ceneri del vecchio. Mettendo in soffitta una partita di sprechi senza precedenti.

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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