Corriere della Sera
Ed. del 05.06.2011 - pag. 52
R.Cor.
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Malasanità. Commissione parlamentare sugli errori
L’ultimo caso risale a metà maggio: una donna di 67 anni morta all’ospedale Versilia di Lido di Camaiore non appena uscita dal pronto soccorso dove era arrivata nel pomeriggio a causa di un malore. I parenti hanno presentato un esposto alla Magistratura, che ha avviato un’indagine, e anche la Regione Toscana ha disposto accertamenti. Negli ultimi due anni, il sistema dell’emergenza è entrato più volte nell’occhio del ciclone.
In particolare, 24 casi sono finiti sotto la lente della Commissione parlamentare sugli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando. Praticamente uno al mese, di cui sette in Calabria e altrettanti in Sicilia. Ventitré pazienti hanno perso la vita, tra cui due neonati e quattro bimbi. Due episodi sono legati a personaggi del mondo della televisione e dello sport: c’è il presunto ritardo con cui sarebbe giunta l’ambulanza che il 23 aprile scorso ha soccorso a Roma il giornalista Lamberto Sposini. E la scarsa tempestività potrebbe essere la causa della morte dell’ex cestista Pino Brumatti, il 21 gennaio 2011 a Gorizia. I familiari dell’ex guardia dell’Olimpia Milano hanno presentato una denuncia, lamentando ritardi nei soccorsi da parte degli operatori del 118.
Le magagne portate alla luce sono di natura diversa. Come l’esposto dell’ottobre 2010 con il quale si segnala che all’interno del Policlinico di Messina le ambulanze destinate al solo trasporto dei malati verrebbero usate anche per i cadaveri, violando così le norme sanitarie previste per legge. Sul tavolo di Orlando c’è poi l’esposto del luglio 2010 che prende in esame le anomalie del 118 della provincia di Ragusa riguardo patenti e targhe. In questo caso è lo stesso estensore che si autodenuncia, dichiarando di aver guidato lui stesso ambulanze senza avere la patente idonea. Un altro esposto, questa volta su presunti disservizi e illeciti relativi al servizio 118 di Foggia, è stato presentato nel febbraio scorso. Sempre al Sud, c’è il caso del decesso di una donna avvenuto al pronto soccorso di Castrovillari (Cosenza) che potrebbe aver pagato a caro prezzo la mancanza del borsone con i tubi orotrachea1i sulla prima ambulanza che l’ha soccorsa. A Lamezia Terme è invece morta una donna che ha avuto la sfortuna di essere soccorsa da un’ambulanza con il defibrillatore guasto. Un defibrillatore non funzionante, sempre a Lamezia, potrebbe essere la causa del decesso di una ventenne con problemi cardiaci. Un caso anche a Ivrea, dove a gennaio di quest’anno una donna è morta dopo che al pronto soccorso dell’ospedale cittadino era stata sottoposta agli esami di routine e dimessa la notte stessa.
Migliorare l’efficienza della rete dell’emergenza è considerata una priorità dal presidente della Commissione, Leoluca Orlando: «Il funzionamento del 118, strettamente collegato al sistema integrato di emergenza e urgenza - sottolinea – costituisce uno strumento essenziale per garantire la tutela della salute dei cittadini, con riferimento in particolare a quanti vivono in territori disagiati e distanti dalle strutture sanitarie».
In particolare, 24 casi sono finiti sotto la lente della Commissione parlamentare sugli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando. Praticamente uno al mese, di cui sette in Calabria e altrettanti in Sicilia. Ventitré pazienti hanno perso la vita, tra cui due neonati e quattro bimbi. Due episodi sono legati a personaggi del mondo della televisione e dello sport: c’è il presunto ritardo con cui sarebbe giunta l’ambulanza che il 23 aprile scorso ha soccorso a Roma il giornalista Lamberto Sposini. E la scarsa tempestività potrebbe essere la causa della morte dell’ex cestista Pino Brumatti, il 21 gennaio 2011 a Gorizia. I familiari dell’ex guardia dell’Olimpia Milano hanno presentato una denuncia, lamentando ritardi nei soccorsi da parte degli operatori del 118.
Le magagne portate alla luce sono di natura diversa. Come l’esposto dell’ottobre 2010 con il quale si segnala che all’interno del Policlinico di Messina le ambulanze destinate al solo trasporto dei malati verrebbero usate anche per i cadaveri, violando così le norme sanitarie previste per legge. Sul tavolo di Orlando c’è poi l’esposto del luglio 2010 che prende in esame le anomalie del 118 della provincia di Ragusa riguardo patenti e targhe. In questo caso è lo stesso estensore che si autodenuncia, dichiarando di aver guidato lui stesso ambulanze senza avere la patente idonea. Un altro esposto, questa volta su presunti disservizi e illeciti relativi al servizio 118 di Foggia, è stato presentato nel febbraio scorso. Sempre al Sud, c’è il caso del decesso di una donna avvenuto al pronto soccorso di Castrovillari (Cosenza) che potrebbe aver pagato a caro prezzo la mancanza del borsone con i tubi orotrachea1i sulla prima ambulanza che l’ha soccorsa. A Lamezia Terme è invece morta una donna che ha avuto la sfortuna di essere soccorsa da un’ambulanza con il defibrillatore guasto. Un defibrillatore non funzionante, sempre a Lamezia, potrebbe essere la causa del decesso di una ventenne con problemi cardiaci. Un caso anche a Ivrea, dove a gennaio di quest’anno una donna è morta dopo che al pronto soccorso dell’ospedale cittadino era stata sottoposta agli esami di routine e dimessa la notte stessa.
Migliorare l’efficienza della rete dell’emergenza è considerata una priorità dal presidente della Commissione, Leoluca Orlando: «Il funzionamento del 118, strettamente collegato al sistema integrato di emergenza e urgenza - sottolinea – costituisce uno strumento essenziale per garantire la tutela della salute dei cittadini, con riferimento in particolare a quanti vivono in territori disagiati e distanti dalle strutture sanitarie».
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