Giornale di Sicilia
Ed. del 08.05.2011 - pag. 11
Riccardo Vescovo
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La Sicilia attende lo sblocco delle somme per poter coprire un mutuo di 685 milioni.
L'assessore alla Sanità Massimo Russo tuona contro parlamentari e ministri siciliani per il mancato arrivo dei Fondi Fas. Solidarietà dalla Lombardia. Nania attacca il governo.
PALERMO - «Sono stupito e sconcertato dal fragoroso silenzio dei parlamentari e dei ministri siciliani sulla questione dei fondi Fas». Non è un appello ma una sorta di sfida quella lanciata dall'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo. La Sicilia attende lo sblocco delle somme per le aree sottoutilizzate, per poter coprire il mutuo di 685 milioni acceso nel 2006 per far fronte ai 2,5 miliardi di debiti della sanità. L'esecutivo regionale aveva guardato fiducioso anche al Cipe, guidato da Gianfranco Miccichè, uno degli interlocutori chiamati indirettamente in causa da Russo.
Ma anche su questo fronte la vicenda non si è sbloccata. «È un nodo politico - ha spiegato l'ex magistrato - confido nel senso di responsabilità istituzionale dei nostri rappresentanti a Roma, che forse dovrebbero interessarsi un minimo alla Sicilia avendo una visione della politica non di parte ma legata agli interessi dei cittadini».
La prossima potrebbe essere una settimana decisiva. Russo ha già minacciato l'ennesima ricorso alla Corte costituzionale e ha incassato un primo risultato positivo, ovvero il sostegno di alcuni colleghi. La questione, infatti, è legata anche alle somme che ogni anno il ministero stanzia per le Regioni. Queste, a loro volta, elaborano un nuovo piano di ripartizione più vicino alle esigenze del territorio. L'assessore Russo ha annunciato che non esprimerà parere positivo a questo documento. Una mossa politica che ha già prodotto i suoi frutti, tanto che la Lombardia, con l'assessore al Bilancio Romano Colazzi, ha chiesto al governo nazionale di dare risposte alla Sicilia. «I colleghi devono comprendere le nostre ragioni - afferma Russo - anche perché per Lazio, Campania e Calabria i Fas sono stati autorizzati». Sul piatto della bilancia, l'assessore siciliano
ha posto la rinuncia alla questione sulla compartecipazione della spesa sanitaria. In sostanza la Sicilia. in cambio dei Fas, è disposta ad accantonare il discorso sulla diminuzione della quota che deve versare. «Ma vogliamo un provvedimento formale, una risposta - prosegue Russo - anche negativa. La Sicilia non può essere mortificata e non può pagare scelte politiche. Siamo pronti a ricorrere alla giustizia, che ci ha già dato ragione sulla questione delle nomine dei direttori generali».
Ma anche su questo fronte la vicenda non si è sbloccata. «È un nodo politico - ha spiegato l'ex magistrato - confido nel senso di responsabilità istituzionale dei nostri rappresentanti a Roma, che forse dovrebbero interessarsi un minimo alla Sicilia avendo una visione della politica non di parte ma legata agli interessi dei cittadini».
La prossima potrebbe essere una settimana decisiva. Russo ha già minacciato l'ennesima ricorso alla Corte costituzionale e ha incassato un primo risultato positivo, ovvero il sostegno di alcuni colleghi. La questione, infatti, è legata anche alle somme che ogni anno il ministero stanzia per le Regioni. Queste, a loro volta, elaborano un nuovo piano di ripartizione più vicino alle esigenze del territorio. L'assessore Russo ha annunciato che non esprimerà parere positivo a questo documento. Una mossa politica che ha già prodotto i suoi frutti, tanto che la Lombardia, con l'assessore al Bilancio Romano Colazzi, ha chiesto al governo nazionale di dare risposte alla Sicilia. «I colleghi devono comprendere le nostre ragioni - afferma Russo - anche perché per Lazio, Campania e Calabria i Fas sono stati autorizzati». Sul piatto della bilancia, l'assessore siciliano
ha posto la rinuncia alla questione sulla compartecipazione della spesa sanitaria. In sostanza la Sicilia. in cambio dei Fas, è disposta ad accantonare il discorso sulla diminuzione della quota che deve versare. «Ma vogliamo un provvedimento formale, una risposta - prosegue Russo - anche negativa. La Sicilia non può essere mortificata e non può pagare scelte politiche. Siamo pronti a ricorrere alla giustizia, che ci ha già dato ragione sulla questione delle nomine dei direttori generali».
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