Dopo il reportage di "Repubblica" il manager del Policlinico si difende e contrattacca: "La centrale non è collegata agli ospedali con un sistema informatico e ignora quante ambulanze servono. E poi i medici rifiutano di fare le guardie notturne". Appaltati i lavori per l'ampliamento dell'area di emergenza, dureranno sei mesi
di LORENZO TONDOQuattro ore di attesa in corsia per un'ambulanza che non arriva. Gabinetti otturati e bidoni stracolmi di rifiuti. Medici costretti a comprare di tasca propria bisturi, pinze e tracheotomi per poter operare. Dopo l'odissea dei malati in una sera al pronto soccorso del Policlinico raccontata ieri da Repubblica, il manager Mario La Rocca fa muro intorno alla sua azienda e attacca i medici che ne denunciano le mancanze. Colpevoli, secondo lui, di strumentalizzare la salute dei pazienti per i propri interessi.
"Quello che dicono è falso - sostiene La Rocca - E chi dice queste falsità sono gli stessi che non vogliono fare una guardia, o che evitano di fare i turni notturni perché anziani. Vengono in direzione chiedendoci di aumentare il personale perché pretendono che qualcuno li sostituisca nelle loro mansioni. Preferiscono invece fare visite private nei loro studi. A pagamento. Noi abbiamo reagito - accusa il manager - recidendo con il bisturi la piaga dell'intramoenia". Sarebbero invece "naturali", secondo il manager, le attese di quattro ore dei malati in barella al pronto soccorso che dovrebbero essere trasferiti d'urgenza nei reparti.
VIDEO Quattro ore al pronto soccorso per l'ambulanza che non arriva
"Dalle 18 alle 2 del mattino - si difende La Rocca - tutti i pronto soccorsi sono
molto affollati. La centrale del 118 non è collegata agli ospedali tramite un sistema informatico e non sa quante ambulanze servono da noi e quante al Civico. Noi non possiamo fare miracoli in questo senso - continua il direttore generale del Policlinico - Cerchiamo però di mantenere i pazienti al pronto soccorso per offrire loro una corretta assistenza sanitaria che non riceverebbero in altri reparti".
Tutto in regola insomma, secondo l'azienda. Anche i lavandini otturati e i bidoni stracolmi di spazzatura e carta igienica: "Non è colpa nostra - dicono dal Policlinico - a quell'ora l'area di emergenza è affollatissima". E sarebbero la conseguenza di una incurabile cultura del borseggio anche i furti di bisturi in corsia. "In fondo - dice La Rocca - siamo in Sicilia. Siamo a Palermo. E queste cose succedono quotidianamente. Pensi che qualche giorno fa hanno addirittura rubato le tavolette dei water".
Una luce in fondo al tunnel si intravede nelle carte del Progetto di valutazione del pronto soccorso del Policlinico. La Joint Commission International che lo ha realizzato annuncia l'approvazione e il finanziamento di un piano di ristrutturazione dell'area di emergenza, "finalizzato - si legge nel documento - ad ampliare l'area di accoglienza e a inserire la Radiologia al fine di evitare i trasferimenti interni", evitando quindi le lunghe attese. La Radiologia, ad esempio, dista quasi un chilometro dal pronto soccorso. Le opere, già appaltate per un milione e 800 mila euro, dureranno circa sei mesi. "Sono lavori di ristrutturazione e adeguamento che inizieranno ad aprile - dice La Rocca - In più sarà realizzata un'area specifica per la Tac. Questo agevolerà i pazienti che non dovranno essere trasferiti da un reparto all'altro".
"Quello che dicono è falso - sostiene La Rocca - E chi dice queste falsità sono gli stessi che non vogliono fare una guardia, o che evitano di fare i turni notturni perché anziani. Vengono in direzione chiedendoci di aumentare il personale perché pretendono che qualcuno li sostituisca nelle loro mansioni. Preferiscono invece fare visite private nei loro studi. A pagamento. Noi abbiamo reagito - accusa il manager - recidendo con il bisturi la piaga dell'intramoenia". Sarebbero invece "naturali", secondo il manager, le attese di quattro ore dei malati in barella al pronto soccorso che dovrebbero essere trasferiti d'urgenza nei reparti.
VIDEO Quattro ore al pronto soccorso per l'ambulanza che non arriva
"Dalle 18 alle 2 del mattino - si difende La Rocca - tutti i pronto soccorsi sono
molto affollati. La centrale del 118 non è collegata agli ospedali tramite un sistema informatico e non sa quante ambulanze servono da noi e quante al Civico. Noi non possiamo fare miracoli in questo senso - continua il direttore generale del Policlinico - Cerchiamo però di mantenere i pazienti al pronto soccorso per offrire loro una corretta assistenza sanitaria che non riceverebbero in altri reparti".
Tutto in regola insomma, secondo l'azienda. Anche i lavandini otturati e i bidoni stracolmi di spazzatura e carta igienica: "Non è colpa nostra - dicono dal Policlinico - a quell'ora l'area di emergenza è affollatissima". E sarebbero la conseguenza di una incurabile cultura del borseggio anche i furti di bisturi in corsia. "In fondo - dice La Rocca - siamo in Sicilia. Siamo a Palermo. E queste cose succedono quotidianamente. Pensi che qualche giorno fa hanno addirittura rubato le tavolette dei water".
Una luce in fondo al tunnel si intravede nelle carte del Progetto di valutazione del pronto soccorso del Policlinico. La Joint Commission International che lo ha realizzato annuncia l'approvazione e il finanziamento di un piano di ristrutturazione dell'area di emergenza, "finalizzato - si legge nel documento - ad ampliare l'area di accoglienza e a inserire la Radiologia al fine di evitare i trasferimenti interni", evitando quindi le lunghe attese. La Radiologia, ad esempio, dista quasi un chilometro dal pronto soccorso. Le opere, già appaltate per un milione e 800 mila euro, dureranno circa sei mesi. "Sono lavori di ristrutturazione e adeguamento che inizieranno ad aprile - dice La Rocca - In più sarà realizzata un'area specifica per la Tac. Questo agevolerà i pazienti che non dovranno essere trasferiti da un reparto all'altro".
(02 marzo 2011)
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