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Piccoli pazienti in attesa per ore, liti tra genitori, niente turni ordinati. E manca il triage: la valutazione iniziale con il codice d'urgenza.
Il direttore:«Cè un picco di influenza, i curanti evitino di mandare i bimbi in ospedale».
La dirigenza deaa struttura annuncia l' aperttura di una nuova area di emergenza. «Le atteser come in tutta Italla»
Niente triage e un solo medico: code e caos al pronto soccorso dell'ospedale «Casa del Sole». Piccoli pazienti accompagnati dai genitori costretti ad aspettare per ore. Senza l'accettazione col triage. il paziente, al suo arrivo, non riceve un codice di urgenza per il turno (bianco, verde, giallo, rosso). Scoppiano così le liti tra i familiari. Salvatore Di Rosa, direttore generale degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, da cui dipende anche la Casa del Sole, spiega che «il numero dei medici in turno dipende dall'affluenza e in caso di alto numero di pazienti viene subito mandato un altro medico. E comunque entro maggio - sottolinea Di Rosa - sarà pronto il nuovo pronto soccorso più ampio e organizzato secondo standard elevati». Giuseppe Gatto racconta che suo figlio di due anni, con la febbre a 38 gradi e mezzo, è stato costretto ad aspettare tre ore: «Ero stato dal pediatra che - dice Gatto - aveva prescritto una cura dicendo che in caso di aggravamento dovevamo andare in ospedale».
Claudia Celesta, in corsia col figlio, afferma che «il bambino ha la febbre a 38 e attendo in sala da più di due ore». Vicino a lei un altro genitore in attesa, Giancarlo Russello: «Siamo arrivati stamattina attorno alle 8 - racconta furibondo - ma dopo quattro ore siamo ancora in attesa di ricevere gli esiti degli esami del sangue per mia figlia che ha una polmonite».
Monta la protesta di chi non accetta la carenza organizzativa come Francesco Belmonte: «Manca il servizio di triage, come facciamo qui a capire quando è il nostro turno? La priorità dei casi dobbiamo stabilirla fra noi, con la conseguenza che spesso c'è chi fa il furbo».
Il direttore generale Di Rosa replica punto su punto. «L'attesa di un paio d'ore peri casi non urgenti - spiega è normale e rientra negli standard di attesa di ogni ospedale in tutta Italia». Il manager ricorda poi che «stiamo attraversando un periodo molto particolare dovuto alle malattie stagionali per cui è fisiologico che ci sia una maggiore affluenza soprattutto per bambini colpiti da influenza». Il direttore sottolinea che «la febbre è il sintomo di una malattia e non la malattia stessa. Quindi i pediatri piuttosto che dire di andare in ospedale è bene che stabiliscano una diagnosi e una terapia». Quanto al numero dei medici, Di Rosa spiega: «Ce n'è uno ma al bisogno si aggiungono altri medici che si spostano dal vicino reparto».
(Ha collaborato Marco Russo)
Niente triage e un solo medico: code e caos al pronto soccorso dell'ospedale «Casa del Sole». Piccoli pazienti accompagnati dai genitori costretti ad aspettare per ore. Senza l'accettazione col triage. il paziente, al suo arrivo, non riceve un codice di urgenza per il turno (bianco, verde, giallo, rosso). Scoppiano così le liti tra i familiari. Salvatore Di Rosa, direttore generale degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, da cui dipende anche la Casa del Sole, spiega che «il numero dei medici in turno dipende dall'affluenza e in caso di alto numero di pazienti viene subito mandato un altro medico. E comunque entro maggio - sottolinea Di Rosa - sarà pronto il nuovo pronto soccorso più ampio e organizzato secondo standard elevati». Giuseppe Gatto racconta che suo figlio di due anni, con la febbre a 38 gradi e mezzo, è stato costretto ad aspettare tre ore: «Ero stato dal pediatra che - dice Gatto - aveva prescritto una cura dicendo che in caso di aggravamento dovevamo andare in ospedale».
Claudia Celesta, in corsia col figlio, afferma che «il bambino ha la febbre a 38 e attendo in sala da più di due ore». Vicino a lei un altro genitore in attesa, Giancarlo Russello: «Siamo arrivati stamattina attorno alle 8 - racconta furibondo - ma dopo quattro ore siamo ancora in attesa di ricevere gli esiti degli esami del sangue per mia figlia che ha una polmonite».
Monta la protesta di chi non accetta la carenza organizzativa come Francesco Belmonte: «Manca il servizio di triage, come facciamo qui a capire quando è il nostro turno? La priorità dei casi dobbiamo stabilirla fra noi, con la conseguenza che spesso c'è chi fa il furbo».
Il direttore generale Di Rosa replica punto su punto. «L'attesa di un paio d'ore peri casi non urgenti - spiega è normale e rientra negli standard di attesa di ogni ospedale in tutta Italia». Il manager ricorda poi che «stiamo attraversando un periodo molto particolare dovuto alle malattie stagionali per cui è fisiologico che ci sia una maggiore affluenza soprattutto per bambini colpiti da influenza». Il direttore sottolinea che «la febbre è il sintomo di una malattia e non la malattia stessa. Quindi i pediatri piuttosto che dire di andare in ospedale è bene che stabiliscano una diagnosi e una terapia». Quanto al numero dei medici, Di Rosa spiega: «Ce n'è uno ma al bisogno si aggiungono altri medici che si spostano dal vicino reparto».
(Ha collaborato Marco Russo)
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