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La denuncia del sindaco
PANTELLERIA. «Gli elicotteri per il trasporto in ospedale sono in avaria e due persone ricoverate nell'ospedale di Pantelleria colpite da ictus e infarto, non possono essere trasportate in una struttura sanitaria della terraferma per ricevere cure adeguate»: la denuncia è del sindaco dell'isola siciliana, Alberto Di Marzo, riferendo che «il 118 alla richiesta dell'elisoccorso da parte del medico ha risposto che non è possibile intervenire sia per le awerse condizioni meteo sia perchè due elicotteri sono in avaria. E ci hanno consigliato di allertare la Protezione civile».
«Non è possibile che la nostra salute dipenda dalle avarie - tuona il sindaco - e non mi sembra una pazzia chiedere il diritto a essere curati. Con questo sistema siamo isolani e isolati. È assurdo che il nostro ospedale sia stato ridotto a un Pronto Soccorso, dove è possibile eseguire trattamenti di prima emergenza e niente di più. Insomma, una volta ricoverati in ospedale, o si esce perchè la patologia non è grave, o si muore o si viene trasferiti... elicottero permettendo. Non è possibile che un'isola come la nostra, così distante dalla terraferma non possa offrire un servizio sanitario degno di essere chiamato tale. Per non parlare poi dei costi strato sferici dei trasferimenti: basti pensare che due interventi di appendicite sono costati 32 mila euro. Se fossero stati operati nel nostro ospedale le cifre sarebbero state molto ma molto più basse».
«Non è possibile che la nostra salute dipenda dalle avarie - tuona il sindaco - e non mi sembra una pazzia chiedere il diritto a essere curati. Con questo sistema siamo isolani e isolati. È assurdo che il nostro ospedale sia stato ridotto a un Pronto Soccorso, dove è possibile eseguire trattamenti di prima emergenza e niente di più. Insomma, una volta ricoverati in ospedale, o si esce perchè la patologia non è grave, o si muore o si viene trasferiti... elicottero permettendo. Non è possibile che un'isola come la nostra, così distante dalla terraferma non possa offrire un servizio sanitario degno di essere chiamato tale. Per non parlare poi dei costi strato sferici dei trasferimenti: basti pensare che due interventi di appendicite sono costati 32 mila euro. Se fossero stati operati nel nostro ospedale le cifre sarebbero state molto ma molto più basse».
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