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Roma, 31 gen. (Adnkronos Salute) - I medici italiani proclamano lo stato di agitazione. Non è stata accolta, infatti, la richiesta dei camici bianchi di rinviare ancora di un anno l'avvio delle sanzioni per i professionisti che non trasmettono il certificato di malattia per via telematica. Il ministro della Pubblica amministrazione e innovazione, Renato Brunetta, non ha infatti accettato l'appello che l'Intersindacale medica gli aveva inviato venerdì. Le sanzioni partiranno quindi, come da decreto, da domani, anche se il ministro ha promesso a breve una circolare interpretativa su questo punto. Da qui la decisione di medici - come annunciato già nella missiva - di passare alla protesta attiva contro un provvedimento che prevede pene severe per i camici bianchi. Pene che arrivano fino al licenziamento o alla perdita della convenzione con il Sistema sanitario nazionale.
«La risposta di Brunetta - spiega all'Adnkronos Salute Giacomo Milillo, segretario generale della Federazione di medici di medicina generale (Fimmg) - appare come un'ulteriore presa in giro ai medici». Per Milillo, infatti, Brunetta, nel rispondere ai sindacati «mostra ancora una volta quanto sia staccato dalla realtà degli operatori del settore che pure hanno dimostrato volontà nel portare avanti l'innovazione», ma hanno anche dimostrato «la presenza di criticità di un sistema che, a oggi, non consente a tutti i medici di operare». Non accettare la richiesta dei medici di sospendere le sanzioni e minimizzare il disagio dei camici bianchi è «una nuova presa in giro» che non può dissuadere i medici dal portare avanti la loro protesta proclamando, da oggi, lo stato di agitazione. Senza il rinvio richiesto, dunque, da domani partono le sanzioni ai camici bianchi, che erano state prorogate fino ad oggi.
«L'inosservanza degli obblighi di trasmissione telematica - si legge nel decreto - costituisce illecito disciplinare e, in caso di reiterazione, comporta il licenziamento o, per i medici convenzionati, la decadenza dalla convenzione in modo inderogabile dai contratti o accordi collettivi».
«L'inosservanza degli obblighi di trasmissione telematica - si legge nel decreto - costituisce illecito disciplinare e, in caso di reiterazione, comporta il licenziamento o, per i medici convenzionati, la decadenza dalla convenzione in modo inderogabile dai contratti o accordi collettivi».
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