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REGIONE. Servizio di emergenza fra sprechi e inefficienze
Ambulanze vecchie, medici senza preparazione, 400 persone assunte per non fare niente. Storia di uno scandalo nato con Cuffaro. E destinato a crescere con l'assessore Russo.
MESSINA. Tremila autisti soccorritori pagati regolarmente per lavorare 36 ore alla settimana (156 al mese), ma costretti dal luglio scorso a starsene con le mani in mano per otto ore, (32 al mese). Medici specialisti in Igiene o in Odontoiatria, che da anni erano impiegati nelle guardie mediche, messi a bordo delle ambulanze sulla base di un corso di formazione effettuato nel 2004 e chiamati ad intervenire là dove salvare vite umane è questione di attimi. Mezzi di soccorso vecchi, sguarniti di medici e senza la strumentazione di emergenza. Telefoni che non hanno i servizi che ha ciascun privato cittadino. Un software da 7 milioni di euro, necessario ad accorciare i tempi del soccorso, commissionato un anno e mezzo fa a Sicilia e-servizi Spa, che tarda ad arrivare. E costi cresciuti di 11 milioni di euro rispetto al 2009, come risulta dagli stessi dati pubblicati dall'assessorato sulla Gazzetta ufficiale. Gli sprechi e le inefficienze del 118 targato Croce rossa italiana dell'era del governatore Totò Cuffaro, hanno fatto il giro d'Italia e sono finiti all'attenzione della Corte dei conti. Ma a voltare pagina non è bastata la decisione assunta da Massimo Russo, assessore alla Sanità della Giunta del governatore Raffaele Lombardo, di affidare il 118 alla Seus Spa, la società pubblica che dal primo luglio 2010 è subentrata all'ente guidato in Sicilia da Guglielmo Stagno d'Alcontres, nel fornire 256 ambulanze e i 3mila e 100 autisti (oltre ai 200 amministrativi). «Gli sprechi hanno cambiato pelle, sono aumentati i costi, ma non la qualità dei servizi», afferma Michele Palazzotto, segretario regionale della Funzione pubblica della Cgil, sindacato diventato molto critico sull'operato dell'ex magistrato.
ESUBERI E INGANNI
«La sovrabbondanza di 400 unità di personale» l'ha rilevata anche la Corte dei conti. Che però, a leggere la relazione pubblicata il 31 gennaio, è stata tratta in inganno dal piano industriale della Seus spa. L'organo di controllo contabile ha ritenuto che «l'esubero sia determinato dal fatto che su 50 ambulanze si è deciso di passare da 2 autisti soccorritori ad un solo, aumentando invece il personale sanitario». E, invece, l'esubero c'è già adesso, che su ogni ambulanza continuano a esserci 2 autisti soccorritori. «La Seus spa è stata costretta ad istituire per ciascun lavoratore la banca ore negativa; che ogni giorno alimenta un debito orario di centinaia di ore: non potrà mai essere chiesto indietro, né in termini di lavoro aggiuntivo, né con il taglio dello stipendio. Ogni giorno si sta realizzando un danno erariale sotto gli occhi di tutti», conferma Carmelo Salamone, segretario regionale del sindacato autonomo Fials 118. I tremila autisti, cedendo a quello che il sindacalista Palazzotto ha giudicato in una denuncia alla Procura di Palermo «un'estorsione», hanno rinunciato a 44 milioni di euro di straordinario, che secondo un parere dell'avvocatura dello Stato di Palermo avrebbe dovuto pagare la regione Sicilia, pur di transitare senza un concorso pubblico dalla Croce rossa, in cui avevano un contratto part time, alla Seus Spa, guadagnando così pure un contratto a tempo pieno. «Se paghiamo 44 milioni veniamo commissariati», si è giustificato l'assessore Russo, qualche mese dopo che la Procura della Corte dei conti aveva messo sotto inchiesta i deputati dell'Ars che hanno autorizzato l'aumento del numero ambulanze del 118: secondo un decreto del 2001 dovevano essere 150 e tutte con il medico a bordo. Otto anni dopo erano diventate 260, la maggior parte solo con autisti soccorritori, diventati tremila, impreparati a prestare ogni tipo di soccorso. Tutti assunti, alla vigilia di ogni tornata elettorale dalla Croce rossa e tenuti part-time, «per aumentare la platea dei clienti», come rileva Roberto De Benedictis, deputato del Pd all'Ars, benché per tenere attive tutte le ambulanze per 24 ore al giorno, fosse necessario ricorrere sistematicamente allo straordinario, che costa quasi il doppio di quello ordinario. L'assessore Massimo Russo ha spiegato: «Questa inchiesta della Corte dei conti approderà a nulla. Non vedo dove sia il danno. L'aumentato numero delle ambulanze, che in Sicilia non è superiore a quello di altre regioni, ha migliorato il servizio». Ed infatti, l'assessore ha deciso di lasciare inalterato il numero delle ambulanze. E nella foga di non pagare 44 milioni di euro, «il vero danno erariale», come dice Carmelo Salamone, ha creato l'esubero. Dino Alagna, direttore del Servizio di emergenza della Sicilia ammette: «Era inevitabile l'eccesso di personale. E' per questo che à stato previsto che una parte degli autisti venissero riqualificati ed impiegati in altri servizi. Sinora, perà, i corsi di riqualificazione non sono partiti. Mario La Rocca, direttore generale dell'azienda universitaria Policlinico "Giaccone" di Palermo, ci ha provato ad utilizzare i lavoratori della Seus: aveva bisogno del servizio di trasporto interno e prima di bandire la gara che sarebbe costata come in precedenza 900mila euro all'anno, ha chiesto un preventivo alla Seus Spa. «Mi è stato risposto che occorrono 2 milioni e settecentomila euro, tre volte il costo messo a base d'asta», ha spiegato il manager dinanzi agli sbalorditi deputati della commissione Sanità nella seduta del 12 gennaio. Giorgio Vinciguerra, il direttore generale della Seus Spa, si giustifica: «Non è facile, non produciamo noccioline. I ritardi ci sono ma la svolta rispetto al passato c'è stata».
MEDICI ALLO SBARAGUO
All'eccesso di autisti,che ogni mese costano 10 milioni di euro, fa da contraltare 200 ambulanze, che continuano ad operare senza medico a bordo. I medici li si trova solo su 50 mezzi di soccorso. E sono alle prime armi. Percepivano uno stipendio da mille e 500 euro al mese e il loro posto era messo a rischio dal taglio dai presidi di guardia medica, in Sicilia il doppio delle altre regioni. Quando l'assessore Russo, ha proposto loro di passare al 118 hanno esultato di gioia. Sono seicento medici di guardia medica: non rischiano più il posto di lavoro e il loro stipendio si è più che raddoppiato. Ma anche le responsabilità.
Antonino Grillo, segretario provinciale del Sindacato autonomo Medici di assistenza primaria, da anni in servizio al 118, spiega: «Salvo qualche eccezione, i medici arrivati sono del tutto impreparati ad intervenire per prestare soccorso a pazienti la cui vita à appesa ad un filo. Avrebbero dovuto essere formati e non mandati allo sbaraglio. Certo sono sempre degli autisti che per prestare soccorso sono inutili».
Nulla di strano allora se il medico del 118, specialista in odontoiatria, chiamato il 10 agosto del 2010 a soccorrere Grazia Marino, la donna di Falcone alle prese da un giorno con diarrea e vomito dopo aver mangiato le lasagne comprate in una locale rosticceria, non ha pensato di prescriverle una soluzione reidratante che, come ha messo in rilievo l'autopsia, le avrebbe salvato la vita. «Abbiamo dovuto affrettare i tempi. Non potevamo certo consentire che continuasse la bengodi di prima», si giustifica Alagna. E, già perchè fino alla scorsa estate, i medici per salire sulle ambulanze incassavano 60 euro all'ora: alcuni di loro in un mese arrivavano a guadagnare sino a 8mila euro, in aggiunta allo stipendio di dirigente medico. «Molti dei nuovi medici un defibrillatore non lo sanno neanche usare. Ammesso che ci sia», attacca Giovanni Costa, medico di Letojanni, collega del 118. Che denuncia: «Da mesi chiediamo che tutte le ambulanze siano dotate del "multiparametrico". Costa 8 mila euro. E' fondamentale. Ha una scatola nera che permette di ricostruire responsabilità mediche». Il responsabile dell'emergenza Dino Alagna, spiega: «Mi sto battendo perchè nel prossimi mesi si muniscano le ambulanze di tutte le dotazioni tecnologiche necessarie». Intanto, perà si devono fare i conti con ambulanze vecchie e contate.
AMBULANZE ALLE CORDE
Le ambulanze in circolazione sono le stesse che aveva la Sise spa. Per avere la garanzia che fossero sempre in piena efficienza non potessero operare più di 5 anni, termine che per quasi tutte era trascorso. Ecco allora l’idea: «Abbiamo allungato la vita fino a 7 anni», dice il presidente Vinciguerra. E se qualcuna si ferma? «Non ce ne sono di ricambio. Sono contate per 256 postazioni», ammette Alagna. «In caso di fermo tecnico, lasciamo postazioni prive ambulanza. Questa è una grave criticità». «Pronto? C'è un ferito. Correte». Chi chiama il 118 deve essere preciso: se riattacca anzitempo, l'operatore del 118 non lo potrà richiamare e il soccorso potrebbe non arrivare mai. Il 118 non ha il servizio di visualizzazione del numero chiamante; quel servizio che a qualunque cittadino privato ha per capire da quale utenza telefonica è arrivata la telefonata. Una carenza che à stata fatale al preside di Milazzo Antonino Cutrupla, rimasto per ore, nella serata del 6 marzo del 2007, in un prato dopo aver sbattuto con il capo su una pietra, benché chi l'aveva spinto aveva dato l'allarme con il cellulare senza però essere preciso. L'assessore Russo agli inizi di gennaio ha firmato un contratto da 3 milioni di euro con e-sicilia Servizi Spa; la società partecipata dalla Regione per la realizzazione del necessario per dotare le centrali operative di un sistema telefonico adatto all'emergenza. Due anni prima ne aveva firmato un altro da 7 milioni di euro con la stessa società per informatizzare le centrali operative e le ambulanze, passaggio necessario per velocizzare i soccorsi e evitare che il paziente arrivi nell'ospedale sbagliato: sinora è rimasto sulla carta.
ESUBERI E INGANNI
«La sovrabbondanza di 400 unità di personale» l'ha rilevata anche la Corte dei conti. Che però, a leggere la relazione pubblicata il 31 gennaio, è stata tratta in inganno dal piano industriale della Seus spa. L'organo di controllo contabile ha ritenuto che «l'esubero sia determinato dal fatto che su 50 ambulanze si è deciso di passare da 2 autisti soccorritori ad un solo, aumentando invece il personale sanitario». E, invece, l'esubero c'è già adesso, che su ogni ambulanza continuano a esserci 2 autisti soccorritori. «La Seus spa è stata costretta ad istituire per ciascun lavoratore la banca ore negativa; che ogni giorno alimenta un debito orario di centinaia di ore: non potrà mai essere chiesto indietro, né in termini di lavoro aggiuntivo, né con il taglio dello stipendio. Ogni giorno si sta realizzando un danno erariale sotto gli occhi di tutti», conferma Carmelo Salamone, segretario regionale del sindacato autonomo Fials 118. I tremila autisti, cedendo a quello che il sindacalista Palazzotto ha giudicato in una denuncia alla Procura di Palermo «un'estorsione», hanno rinunciato a 44 milioni di euro di straordinario, che secondo un parere dell'avvocatura dello Stato di Palermo avrebbe dovuto pagare la regione Sicilia, pur di transitare senza un concorso pubblico dalla Croce rossa, in cui avevano un contratto part time, alla Seus Spa, guadagnando così pure un contratto a tempo pieno. «Se paghiamo 44 milioni veniamo commissariati», si è giustificato l'assessore Russo, qualche mese dopo che la Procura della Corte dei conti aveva messo sotto inchiesta i deputati dell'Ars che hanno autorizzato l'aumento del numero ambulanze del 118: secondo un decreto del 2001 dovevano essere 150 e tutte con il medico a bordo. Otto anni dopo erano diventate 260, la maggior parte solo con autisti soccorritori, diventati tremila, impreparati a prestare ogni tipo di soccorso. Tutti assunti, alla vigilia di ogni tornata elettorale dalla Croce rossa e tenuti part-time, «per aumentare la platea dei clienti», come rileva Roberto De Benedictis, deputato del Pd all'Ars, benché per tenere attive tutte le ambulanze per 24 ore al giorno, fosse necessario ricorrere sistematicamente allo straordinario, che costa quasi il doppio di quello ordinario. L'assessore Massimo Russo ha spiegato: «Questa inchiesta della Corte dei conti approderà a nulla. Non vedo dove sia il danno. L'aumentato numero delle ambulanze, che in Sicilia non è superiore a quello di altre regioni, ha migliorato il servizio». Ed infatti, l'assessore ha deciso di lasciare inalterato il numero delle ambulanze. E nella foga di non pagare 44 milioni di euro, «il vero danno erariale», come dice Carmelo Salamone, ha creato l'esubero. Dino Alagna, direttore del Servizio di emergenza della Sicilia ammette: «Era inevitabile l'eccesso di personale. E' per questo che à stato previsto che una parte degli autisti venissero riqualificati ed impiegati in altri servizi. Sinora, perà, i corsi di riqualificazione non sono partiti. Mario La Rocca, direttore generale dell'azienda universitaria Policlinico "Giaccone" di Palermo, ci ha provato ad utilizzare i lavoratori della Seus: aveva bisogno del servizio di trasporto interno e prima di bandire la gara che sarebbe costata come in precedenza 900mila euro all'anno, ha chiesto un preventivo alla Seus Spa. «Mi è stato risposto che occorrono 2 milioni e settecentomila euro, tre volte il costo messo a base d'asta», ha spiegato il manager dinanzi agli sbalorditi deputati della commissione Sanità nella seduta del 12 gennaio. Giorgio Vinciguerra, il direttore generale della Seus Spa, si giustifica: «Non è facile, non produciamo noccioline. I ritardi ci sono ma la svolta rispetto al passato c'è stata».
MEDICI ALLO SBARAGUO
All'eccesso di autisti,che ogni mese costano 10 milioni di euro, fa da contraltare 200 ambulanze, che continuano ad operare senza medico a bordo. I medici li si trova solo su 50 mezzi di soccorso. E sono alle prime armi. Percepivano uno stipendio da mille e 500 euro al mese e il loro posto era messo a rischio dal taglio dai presidi di guardia medica, in Sicilia il doppio delle altre regioni. Quando l'assessore Russo, ha proposto loro di passare al 118 hanno esultato di gioia. Sono seicento medici di guardia medica: non rischiano più il posto di lavoro e il loro stipendio si è più che raddoppiato. Ma anche le responsabilità.
Antonino Grillo, segretario provinciale del Sindacato autonomo Medici di assistenza primaria, da anni in servizio al 118, spiega: «Salvo qualche eccezione, i medici arrivati sono del tutto impreparati ad intervenire per prestare soccorso a pazienti la cui vita à appesa ad un filo. Avrebbero dovuto essere formati e non mandati allo sbaraglio. Certo sono sempre degli autisti che per prestare soccorso sono inutili».
Nulla di strano allora se il medico del 118, specialista in odontoiatria, chiamato il 10 agosto del 2010 a soccorrere Grazia Marino, la donna di Falcone alle prese da un giorno con diarrea e vomito dopo aver mangiato le lasagne comprate in una locale rosticceria, non ha pensato di prescriverle una soluzione reidratante che, come ha messo in rilievo l'autopsia, le avrebbe salvato la vita. «Abbiamo dovuto affrettare i tempi. Non potevamo certo consentire che continuasse la bengodi di prima», si giustifica Alagna. E, già perchè fino alla scorsa estate, i medici per salire sulle ambulanze incassavano 60 euro all'ora: alcuni di loro in un mese arrivavano a guadagnare sino a 8mila euro, in aggiunta allo stipendio di dirigente medico. «Molti dei nuovi medici un defibrillatore non lo sanno neanche usare. Ammesso che ci sia», attacca Giovanni Costa, medico di Letojanni, collega del 118. Che denuncia: «Da mesi chiediamo che tutte le ambulanze siano dotate del "multiparametrico". Costa 8 mila euro. E' fondamentale. Ha una scatola nera che permette di ricostruire responsabilità mediche». Il responsabile dell'emergenza Dino Alagna, spiega: «Mi sto battendo perchè nel prossimi mesi si muniscano le ambulanze di tutte le dotazioni tecnologiche necessarie». Intanto, perà si devono fare i conti con ambulanze vecchie e contate.
AMBULANZE ALLE CORDE
Le ambulanze in circolazione sono le stesse che aveva la Sise spa. Per avere la garanzia che fossero sempre in piena efficienza non potessero operare più di 5 anni, termine che per quasi tutte era trascorso. Ecco allora l’idea: «Abbiamo allungato la vita fino a 7 anni», dice il presidente Vinciguerra. E se qualcuna si ferma? «Non ce ne sono di ricambio. Sono contate per 256 postazioni», ammette Alagna. «In caso di fermo tecnico, lasciamo postazioni prive ambulanza. Questa è una grave criticità». «Pronto? C'è un ferito. Correte». Chi chiama il 118 deve essere preciso: se riattacca anzitempo, l'operatore del 118 non lo potrà richiamare e il soccorso potrebbe non arrivare mai. Il 118 non ha il servizio di visualizzazione del numero chiamante; quel servizio che a qualunque cittadino privato ha per capire da quale utenza telefonica è arrivata la telefonata. Una carenza che à stata fatale al preside di Milazzo Antonino Cutrupla, rimasto per ore, nella serata del 6 marzo del 2007, in un prato dopo aver sbattuto con il capo su una pietra, benché chi l'aveva spinto aveva dato l'allarme con il cellulare senza però essere preciso. L'assessore Russo agli inizi di gennaio ha firmato un contratto da 3 milioni di euro con e-sicilia Servizi Spa; la società partecipata dalla Regione per la realizzazione del necessario per dotare le centrali operative di un sistema telefonico adatto all'emergenza. Due anni prima ne aveva firmato un altro da 7 milioni di euro con la stessa società per informatizzare le centrali operative e le ambulanze, passaggio necessario per velocizzare i soccorsi e evitare che il paziente arrivi nell'ospedale sbagliato: sinora è rimasto sulla carta.
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