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Le indagini. Avrebbe indotto i pazienti ricoverati a farsi operare a pagamento. Faceva credere loro di essere malati di cancro.
Le accuse. Concussione, abuso d'ufficio, falso ideologico. Denunciati 11 dipendenti dell'ospedale: avrebbero agevolato il chirurgo.
RAGUSA. Se i pazienti pagavano, scegliendo il servizio di intramoenia, avrebbero potuto avere precedenza negli interventi, una maggiore assistenza e perfino una stanza singola con "comfort alberghiero". Se non pagavano, avrebbero dovuto fare i conti con le liste d'attesa e stanze comuni, con rischi di infezioni. Ma ci sarebbero anche accuse più gravi, come aver asportato organi sani e diagnosticato malattie tumorali inesistenti.
Sono queste alcune delle accuse rivolte al primario del reparto di chirurgia toracica dell'ospedale Civile di Ragusa, Ignazio Massimo Civello, 62 anni, arrestato con l'accusa di concussione, falso ideologico e abuso d'ufficio. Sono stati inoltre denunciati per reati simili anche 11 dipendenti dell'ospedale pubblico, tra medici, infermieri e personale amministrativo che avrebbero agevolato le procedure messe in atto da Civello, probabilmente dietro compensi economici. Il medico, di origine modicana, molto conosciuto negli ambienti sanitari regionali e nazionali, è stato arrestato ieri mattina a Catania dai carabinieri del Nas.
A raggiungere Civello in un ospedale etneo, dove si trovava per una commissione, è stato il comandante dei Nas del Sud Italia, il colonnello Ernesto Di Gregorio che lo ha bloccato con l'ordinanza in mano per poi accompagnarlo ai domiciliari, nella sua villetta di Modica. Civello ha letto le accuse a suo carico e ha detto: «Sono tutte falsità ». Attraverso intercettazioni telefoniche, appostamenti, pedinamenti e la raccolta di circostanziate testimonianze di pazienti e parenti, i Nas hanno redatto un ampio quadro accusatorio. Sono stati evidenziati numerosi casi di concussione ai danni di vari pazienti, indotti dal primario, in una sorta di sudditanza psicologica, a richiedere le sue prestazioni a pagamento. Inoltre, Civello sarebbe riuscito ad alterare le liste d'attesa dando la precedenza a quei pazienti che erano transitati dai suoi studi privati.
I Nas avrebbero accertato anche alcuni casi di falsificazione del registro di sala operatoria. Civello risultava presente ma era invece altrove, come confermato dai pedinamenti. Tale falsificazione avrebbe avuto lo scopo di far lievitare il numero di interventi a totale carico del servizio sanitario nazionale, aumentando così la casistica operatoria del dirigente medico. In alcuni casi il primario e l'équipe, dicono i Nas che hanno. anche acquisito numerose cartelle mediche, avrebbero proceduto all'indebita asportazione di organi sani, come un'ovaia ad una giovane donna e l'unico rene funzionante ad un'altra paziente, condannandola dunque alla dialisi.
Inoltre è stata accertata l'asportazione di due stomaci ad altrett~mti pazienti per tumori non esistenti. Ci sarebbe poi un caso ancora più grave. Una paziente sarebbe stata operata due volte nell'arco di pochi giorni.
Nel primo caso per la patologia dalla stessa sofferta e poi, nel secondo caso, inventando una patologia inesistente, per rimuovere la garza dimenticata all'interno dell' addome. E per fare in modo che nessuno se ne accorgesse, la lastra che indicava la presenza della garza sarebbe stata alterata con del bianchetto. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Claudio Maggioni, su richiesta del sostituto procuratore Carmelo Petralia.
L'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo ha avviato un'ispezione nell'ospedale ragusano. «Siamo sconcertati - ha detto - per quello che è successo e per questo motivo ho già avviato un'ispezione per comprendere come sia potuto accadere e, soprattutto, per verificare se tutto ciò sia il risultato di un sistema di connivenze. Nel contempo ho chiesto anche una relazione dettagliata al direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Ragusa». In campo anche il Movimento per la difesa del cittadino.
Le accuse. Concussione, abuso d'ufficio, falso ideologico. Denunciati 11 dipendenti dell'ospedale: avrebbero agevolato il chirurgo.
RAGUSA. Se i pazienti pagavano, scegliendo il servizio di intramoenia, avrebbero potuto avere precedenza negli interventi, una maggiore assistenza e perfino una stanza singola con "comfort alberghiero". Se non pagavano, avrebbero dovuto fare i conti con le liste d'attesa e stanze comuni, con rischi di infezioni. Ma ci sarebbero anche accuse più gravi, come aver asportato organi sani e diagnosticato malattie tumorali inesistenti.
Sono queste alcune delle accuse rivolte al primario del reparto di chirurgia toracica dell'ospedale Civile di Ragusa, Ignazio Massimo Civello, 62 anni, arrestato con l'accusa di concussione, falso ideologico e abuso d'ufficio. Sono stati inoltre denunciati per reati simili anche 11 dipendenti dell'ospedale pubblico, tra medici, infermieri e personale amministrativo che avrebbero agevolato le procedure messe in atto da Civello, probabilmente dietro compensi economici. Il medico, di origine modicana, molto conosciuto negli ambienti sanitari regionali e nazionali, è stato arrestato ieri mattina a Catania dai carabinieri del Nas.
A raggiungere Civello in un ospedale etneo, dove si trovava per una commissione, è stato il comandante dei Nas del Sud Italia, il colonnello Ernesto Di Gregorio che lo ha bloccato con l'ordinanza in mano per poi accompagnarlo ai domiciliari, nella sua villetta di Modica. Civello ha letto le accuse a suo carico e ha detto: «Sono tutte falsità ». Attraverso intercettazioni telefoniche, appostamenti, pedinamenti e la raccolta di circostanziate testimonianze di pazienti e parenti, i Nas hanno redatto un ampio quadro accusatorio. Sono stati evidenziati numerosi casi di concussione ai danni di vari pazienti, indotti dal primario, in una sorta di sudditanza psicologica, a richiedere le sue prestazioni a pagamento. Inoltre, Civello sarebbe riuscito ad alterare le liste d'attesa dando la precedenza a quei pazienti che erano transitati dai suoi studi privati.
I Nas avrebbero accertato anche alcuni casi di falsificazione del registro di sala operatoria. Civello risultava presente ma era invece altrove, come confermato dai pedinamenti. Tale falsificazione avrebbe avuto lo scopo di far lievitare il numero di interventi a totale carico del servizio sanitario nazionale, aumentando così la casistica operatoria del dirigente medico. In alcuni casi il primario e l'équipe, dicono i Nas che hanno. anche acquisito numerose cartelle mediche, avrebbero proceduto all'indebita asportazione di organi sani, come un'ovaia ad una giovane donna e l'unico rene funzionante ad un'altra paziente, condannandola dunque alla dialisi.
Inoltre è stata accertata l'asportazione di due stomaci ad altrett~mti pazienti per tumori non esistenti. Ci sarebbe poi un caso ancora più grave. Una paziente sarebbe stata operata due volte nell'arco di pochi giorni.
Nel primo caso per la patologia dalla stessa sofferta e poi, nel secondo caso, inventando una patologia inesistente, per rimuovere la garza dimenticata all'interno dell' addome. E per fare in modo che nessuno se ne accorgesse, la lastra che indicava la presenza della garza sarebbe stata alterata con del bianchetto. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Claudio Maggioni, su richiesta del sostituto procuratore Carmelo Petralia.
L'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo ha avviato un'ispezione nell'ospedale ragusano. «Siamo sconcertati - ha detto - per quello che è successo e per questo motivo ho già avviato un'ispezione per comprendere come sia potuto accadere e, soprattutto, per verificare se tutto ciò sia il risultato di un sistema di connivenze. Nel contempo ho chiesto anche una relazione dettagliata al direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Ragusa». In campo anche il Movimento per la difesa del cittadino.
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