Sindacalisti e lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione. I precari della Croce Rossa sono 1700 in Italia, 500 in Lombardia, di cui 450 in servizio nel 118 e 20 in provincia di Lodi
Ambulanza (foto Business Press)
Lodi, 18 gennaio 2011 - Sono 1700 in Italia, 500 in Lombardia, di cui 450 in servizio nel 118 e 20 in provincia di Lodi. Sono gli allarmanti numeri del precariato di Croce rossa italiana. A darli è il dipendente Mauro Tresoldi di Turano Lodigiano, sindacalista Rsu regionale e segretario provinciale Cisl della funzione pubblica, si sfoga: «Il 15 gennaio le organizzazioni sindacali e 150 lavoratori si sono riuniti a Milano in assemblea regionale. Hanno denunciato l’inesorabile deriva verso la quale sembra avviarsi la Croce rossa, ente pubblico non economico, con l’abbandono dei servizi tradizionali».
Sono a rischio posti di lavoro e prestazioni. Tresoldi prosegue: «Il 31 gennaio 20 nostri dipendenti vedranno scadere il loro contratto. Ogni anno vivono la paura di non sapere se in futuro avranno la possibilità di mantenere le loro famiglie garantendogli sicurezza grazie a un posto di lavoro a lungo termine. In merito, si cerca di incolpare l’Azienda regionale emergenza urgenza (Areu) che però non ha alcuna responsabilità. Infatti i precari sono stati assunti dalla Croce rossa e spetta all’azienda fare qualcosa». I 20 lodigiani che hanno firmato contratti a tempo determinato operano nelle sedi della Croce rossa di Lodi e Codogno: «Tecnicamente le loro posizioni dovrebbero essere prorogate di sei mesi.
A seguire la Regione dovrebbe concordare, in affidamento diretto alla Cri, la firma di contratti di tre anni prorogabili altri tre anni. Sarebbe il giusto riconoscimento per chi lavora sulle ambulanze. Personale che, così facendo, si vedrebbe riconoscere in giusta misura la professionalità e la qualità del servizio garantito quotidianamente. Quindi i dipendenti verrebbero riconfermati in automatico senza strani passaggi. Stiamo a vedere».
Secondo il segretario provinciale Cisl, la situazione è piuttosto delicata: «Queste persone svolgono servizi fondamentali per la sicurezza dei cittadini residenti nel territorio. Se il rinnovo tardasse, a Lodi e Codogno salterebbero le ambulanze dette “H24” e quindi quelle per le emergenze. Di conseguenza, oltre ai venti posti di lavoro, salterebbero molti servizi. E i cittadini potrebbero servirsi soltanto di Croce Bianca, Croce Casalese e automedica. Questo dal 1 febbraio».
Per Tresoldi l’accordo è già sul tavolo: «Abbiamo comunque indetto lo stato di agitazione a livello nazionale per accelerare i tempi. Un atto dovuto. Io inoltre intendo spiegare ufficialmente al Prefetto questa assurda situazione». Poi la conclusione: «Chiediamo alla gente e ai media di sostenere i precari che, nonostante le condizioni di criticità evidenziate, continuano ad assicurare, con assoluta coscienza, abnegazione e dedizione, il servizio 118».
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