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Sicilia. Intervista a Massimo Russo sul caso del 118 siciliano.
Trasferimento d'azienda o no? È questa la chiave di volta del caso 118 sollevato lo scorso sabato sul settimanale Milano Finanza Sicilia ancora in edicola. Due recenti sentenze aprono nuovi scenari sul passaggio, in un solo colpo, dei 3.300 lavoratori dalla Sise alla nuova società Seus nata per gestire il servizio in Sicilia. Sullo sfondo i malumori tra Regione e Croce rossa italiana. Di tutto questo MF Sicilia ne ha parlato con l'assessore regionale alla salute, Massimo Russo.
Domanda. Assessore c'è stato o no il trasferimento d'azienda fra Sise e Seus?
Risposta. Quot capita, tot sententiae. Alle due ordinanze che lei cita, di Caltanissetta e di Messina, posso contrappome altre tre di segno opposto, di Palermo, Enna e ancora Caltanissetta. Direi che solo il Tribunale di Messina si è espresso coerentemente per il trasferimento d'azienda. Ovviamente, abbiamo fatto reclamo. Noi riteniamo più corretta la sentenza, molto analitica, di Palermo, che nega alla radice la possibilità del trasferimento d'azienda per la vicenda in oggetto. I fatti sono questi: è accaduto che vi è una società in liquidazione, con un contratto scaduto, con una legge, la n. 25, che dice che il servizio emergenza-urgenza deve essere gestito o in house o attraverso una gara d'appalto. Questa è la fonte normativa. Noi abbiamo preferito la soluzione in house ed è stata costituita una nuova società, pubblica, metà della Regione e il resto delle aziende. Un consorzio, perché il servizio emergenza-urgenza serve alla Regione, ma anche alla aziende. E la formula a mio avviso è vincente.
D. Nasce così la Seus.
R. Sì, costituita la nuova società, che non era una scatola vuota, abbiamo avuto il compito di portarvi il personale di Sise, attraverso le procedure di mobilità, nel pieno rispetto della legge Brunetta e in accordo con i sindacati. Per cui la Sise andava in liquidazione e licenziava e i lavoratori si iscrivevano alle liste di collocamento.
D. Ma lo scorso gennaio la Seus ha firmato con la Regione una convenzione importantissima come quella per la gestione del 118 por avendo in quel momento un solo dipendente.
R. Certo.
D. Non è inusuale?
R. Ma come inusuale, che cosa avrebbe dovuto fare la Seus?
D. La Seus non aveva neanche una linea telefonica, un suo contratto per la luce, utilizzava, persino, la sede di Sise...
R. Ma che c'entra? La Seus doveva immediatamente stipulare un accordo con la Sise in cui si programmavano tutti trasferimenti e tutte le attività.
D. Quindi sussiste il trasferimento d'azienda?
R. No, questo non è trasferimento d'azienda. E un accordo per il trasferimento di un servizio, cosa diversa dal trasferimento d'azienda. Si è trasferito il servizio per la gestione dell'emergenza-urgenza dalla Sise alla Seus.
D. Resta il fatto che al momento del trasferimento del servizio, la Seus non aveva la struttura per gestirlo.
R. Abbiamo creato la Seus e pian piano dovevamo riempirla dei contenuti della presa in gestione del servizio. Era fondamentale costituirsi giuridicamente con un soggetto che doveva passare il know how della Sise alla Seus. Si è trattato di un work in progress che abbiamo puntualmente rispettato. Per inciso, abbiamo dovuto firmare a gennaio perché il 31 dicembre 2009 era scaduta la convenzione tra la Regione e la Cri e occorreva che un soggetto pubblico si assumesse formalmente la responsabilità di avviare il nuovo percorso. E lo abbiamo fatto in sei mesi. Ma quando mai si è vistQ in Sicilia che si mantengono gli impegni in piena trasparenza con una convenzione che disciplina tutti i passaggi?
D. A questo punto, però, Cri ha fatto alla Regione un decreto ingiuntivo sui 42 milioni di euro.
R. L'abbiamo impugnato e lo riteniamo privo di fondamento, in quanto è staoo fatto quando erano in corso le transazioni con i lavoratori, fatte in accordo con Cri e sindacati. Inoltre, eravamo stati chiari in merito con tutti: la Regione non può pagare questo debito. Intanto da un punto di vista giuridico, a prescindere dal parere dell'avvocatura dello Stato. E poi il debito è stato fatto dal precedente governo, Cuffaro in primis, che ha sottoscritto una transazione che è andata fuori, a mio avviso, dall'accordo che c'era. È stato questo precedente che ha creato i presupposti per il parere dell'avvocatura dello Stato. Noi ci siamo fatti carico di una transazione di Cuffaro assieme, mi pare, a Giovanni Pistorio come assessore al ramo, che ha creato le premesse perché la Regione si dovesse far carico di 50 milioni di straordinari da pagare alla Sise. Abbiamo spiegato che una simile somma avrebbe provocato un default fInanziario rispetto al piano di rientro. Che cosa abbiamo allora proposto? Sulla base di una sentenza della Cassazione abbiamo detto ai lavoratori: c'è una società in liquidazione, che non ha soldi, che deve chiedere denaro al proprio socio di maggioranza, la Croce Rossa, che non ha soldi, che a sua volta deve rivolgersi al contraente, la Regione, che non ha soldi. Si rischiava di andare incontro a una lunga causa civile. Noi abbiamo invece garantito una somma simbolica e, attraverso una doppia transazione, l'assunzione.
D. Rimane in piedi il problema del decreto ingiuntivo.
R. Dobbiamo fare un'ulteriore rimessa, forse anche una transazione, per chiudere ogni partita debitoria con la Sise. In questa transazione ovviamente metteremo dentro anche la revoca del decreto ingiuntivo di Cri, che, lo sottolineo, è fondato sul nulla, perché quel debito alla base, dopo le transazioni con i lavoratori (tutti tranne una trentina che non hanno firmato, ndr), semplicemente non c'è più.
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