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Parla Rocca, commissario straordinario della Croce Rossa Italiana
Bocciata la scelta di Russo sul passaggio Sise-Seus del servizio siciliano. Lo spettro della bancarotta sulla nuova società. Nessun passo indietro sul decreto ingiuntivo e sulla richiesta di 42 milioni di euro. In ballo c'è il bilancio dell'associazione i
Continua il viaggio di MF Sicilia nello strano caso del 118 regionale, incentrato su di un passaggio nella gestione del servizio fra la Sise e la Seus che sta attirando sudi sé l'attenzione della magistratura e dei media. Ne abbiamo parlato con il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca.
Domanda. Commissario,ad oggi vi sono due sentenze di tribunale (Caltaimsetta e Messina, ndr) che espressamente parlano di trasferimento d'azienda fra le due società. Di contro ve ne sono altre tre (Palermo, Enna e Caltanissetta) che lo escludono. Lei che idea si è fatta in merito?
Risposta. Noi avevamo rappresentato con delle note all'amministrazione il rischio che la strada autonomamente scelta dalla Regione potesse avere effetti del genere, ossia configurare il trasferimento d'azienda. Harmo deciso di percorrere un certo cammino e questo sta dando i risultati oggi sotto gli occhi di tutti. L'idea che mi sono fatto? Che si sta verificando una Situazione da noi di Cri paventata. Una situazione che non sussisterebbe se solo ci avessero dato ascolto.
D. Di certo, involontariamente, ma l'intera operazione Sise-Seus ha trasformato un debito di oltre 40 milioni della Regione nei confronti deUa Croce Rossa Italiana (come acclarato da un parere dell'Avvocatura dello Stato) in un potenziale debito della Croce Rossa nei confronti dei lavoratori.
R. Sì, di fatto è accaduto questo, ma, sia chiaro, noi non lo stiamo certo accettando passivamente. Abbiamo infatti posto in essere tutta una serie di azioni a tutela della Cri e della Sise nei confronti della Regione. Abbiamo un decreto ingiuntivo che da Palermo è stato opposto, vedremo come andrà a finire. Io ritengo comunque inaccettabile che possa essere fatto pagare alla Cri il frutto di scelte dell'amministrazione regionale che Cri non ha affatto condiviso. Ci saremmo attesi una scelta di corresponsabilità, nel senso nobile del termine. Ed invece si è cercato di scaricare su di noi delle colpe che quanto meno sono condivise. Ho rimosso gli amministratori siciliani della Cri e quelli della Sise, ma la questione non è personale, bensì istituzionale. Altrettanto senso di responsabilità mi sarei aspettato dalla Regione; ma così non è stato.
D. A MF Sicilia risulta che un consulente esterno della Seus con ruolo dirigenziale abbia recentemente avanzato la proposta di portare i libri in tribunale chiedendo il fallimento della Sise. Ma una mossa del genere, qualora venisse provato il trasferimento d'azienda fra Sise e Seus, non potrebbe configurare il reato di bancarotta fraudolenta?
R. Questa è l'idea dell'ex direttore generale di Sise e poi di Seus, Marco Romano, abbastanza singolare. Noi porteremo i libri in tribunale solo in caso di insolvenza totale della Sise. Ovvio che quello che in certe condizioni potrà diventare un atto dovuto avrà precise conseguenze e si porterà dietro chiunque abbia eventualmente messo in condizioni di fallire la Sise. Non devo certo emettere io le sentenre. Per carità, ma se la Sise fallisce per dei mancati pagamenti dovuti, il responsabile concorrerà nel reato di bancarotta fraudolenta.
D. Veniamo aDa questione del decreto ingiuntivo inviato dalla Cri alla Regione. Se non erro si tratta di una richiesta di circa 42 milioni di euro.
R. A fronte del credito orario fatturato e che non è mai stato corrisposto. Credito orario frutto di precisi accordi con la Regione, come specificato benissimo dal parere in merito dell'Avvocatura dello Stato.
D. Avete intenzione di andare fino in fondo?
R. È in ballo il bilancio della Croce Rossa Italiana, mica parliamo di pochi spiccioli. lo avevo offerto all'assessore siciliano alla salute, Massimo Russo, di acquisire la Sise al prezzo simbolico di un euro e avevo anche fissato la data dal notaio, proprio per evitate questo «inquinamento» di istituti giuridici che oggi rischiano di portare danno al sistema sanitario nel suo complesso.
D. Quali sono i suoi attuali rapporti con il presidente siciliano, Raffaele Lombardo, e con l'assessore Russo? Un tempo sembravano essere buoni.
R. Proprio Marco Romano è la testimonianza vivente di questi rapporti, perché per dimostrare disponibilità io aderii volentieri alla richiesta dell'assessore Russo di nominare Romano dg della Sise come figura di garanzia per un percorso di trasparenza condiviso. Oggi, a livello, istituzionale, i rapporti sono quel che sono. Io tutelo Cri, che ritengo danneggiata dall'atteggiamento di chiusura totale della Regione. Non posso non sottolineare come, mentre in Procura e alla Corte dei conti ho indicato dei precisi responsabili dentro Cri della situazione che si era a un certo punto venuta a creare, da parte della Regione non mi pare che si sia visto niente di ciò. Insomma, rilevo un doppio passo: da una parte la Croce Rossa che vuole fare trasparenza rispetto ad una situazione torbida del passato, dall'altra la Regione che ci mette oggi in una situazione di difficoltà molto serie.
Domanda. Commissario,ad oggi vi sono due sentenze di tribunale (Caltaimsetta e Messina, ndr) che espressamente parlano di trasferimento d'azienda fra le due società. Di contro ve ne sono altre tre (Palermo, Enna e Caltanissetta) che lo escludono. Lei che idea si è fatta in merito?
Risposta. Noi avevamo rappresentato con delle note all'amministrazione il rischio che la strada autonomamente scelta dalla Regione potesse avere effetti del genere, ossia configurare il trasferimento d'azienda. Harmo deciso di percorrere un certo cammino e questo sta dando i risultati oggi sotto gli occhi di tutti. L'idea che mi sono fatto? Che si sta verificando una Situazione da noi di Cri paventata. Una situazione che non sussisterebbe se solo ci avessero dato ascolto.
D. Di certo, involontariamente, ma l'intera operazione Sise-Seus ha trasformato un debito di oltre 40 milioni della Regione nei confronti deUa Croce Rossa Italiana (come acclarato da un parere dell'Avvocatura dello Stato) in un potenziale debito della Croce Rossa nei confronti dei lavoratori.
R. Sì, di fatto è accaduto questo, ma, sia chiaro, noi non lo stiamo certo accettando passivamente. Abbiamo infatti posto in essere tutta una serie di azioni a tutela della Cri e della Sise nei confronti della Regione. Abbiamo un decreto ingiuntivo che da Palermo è stato opposto, vedremo come andrà a finire. Io ritengo comunque inaccettabile che possa essere fatto pagare alla Cri il frutto di scelte dell'amministrazione regionale che Cri non ha affatto condiviso. Ci saremmo attesi una scelta di corresponsabilità, nel senso nobile del termine. Ed invece si è cercato di scaricare su di noi delle colpe che quanto meno sono condivise. Ho rimosso gli amministratori siciliani della Cri e quelli della Sise, ma la questione non è personale, bensì istituzionale. Altrettanto senso di responsabilità mi sarei aspettato dalla Regione; ma così non è stato.
D. A MF Sicilia risulta che un consulente esterno della Seus con ruolo dirigenziale abbia recentemente avanzato la proposta di portare i libri in tribunale chiedendo il fallimento della Sise. Ma una mossa del genere, qualora venisse provato il trasferimento d'azienda fra Sise e Seus, non potrebbe configurare il reato di bancarotta fraudolenta?
R. Questa è l'idea dell'ex direttore generale di Sise e poi di Seus, Marco Romano, abbastanza singolare. Noi porteremo i libri in tribunale solo in caso di insolvenza totale della Sise. Ovvio che quello che in certe condizioni potrà diventare un atto dovuto avrà precise conseguenze e si porterà dietro chiunque abbia eventualmente messo in condizioni di fallire la Sise. Non devo certo emettere io le sentenre. Per carità, ma se la Sise fallisce per dei mancati pagamenti dovuti, il responsabile concorrerà nel reato di bancarotta fraudolenta.
D. Veniamo aDa questione del decreto ingiuntivo inviato dalla Cri alla Regione. Se non erro si tratta di una richiesta di circa 42 milioni di euro.
R. A fronte del credito orario fatturato e che non è mai stato corrisposto. Credito orario frutto di precisi accordi con la Regione, come specificato benissimo dal parere in merito dell'Avvocatura dello Stato.
D. Avete intenzione di andare fino in fondo?
R. È in ballo il bilancio della Croce Rossa Italiana, mica parliamo di pochi spiccioli. lo avevo offerto all'assessore siciliano alla salute, Massimo Russo, di acquisire la Sise al prezzo simbolico di un euro e avevo anche fissato la data dal notaio, proprio per evitate questo «inquinamento» di istituti giuridici che oggi rischiano di portare danno al sistema sanitario nel suo complesso.
D. Quali sono i suoi attuali rapporti con il presidente siciliano, Raffaele Lombardo, e con l'assessore Russo? Un tempo sembravano essere buoni.
R. Proprio Marco Romano è la testimonianza vivente di questi rapporti, perché per dimostrare disponibilità io aderii volentieri alla richiesta dell'assessore Russo di nominare Romano dg della Sise come figura di garanzia per un percorso di trasparenza condiviso. Oggi, a livello, istituzionale, i rapporti sono quel che sono. Io tutelo Cri, che ritengo danneggiata dall'atteggiamento di chiusura totale della Regione. Non posso non sottolineare come, mentre in Procura e alla Corte dei conti ho indicato dei precisi responsabili dentro Cri della situazione che si era a un certo punto venuta a creare, da parte della Regione non mi pare che si sia visto niente di ciò. Insomma, rilevo un doppio passo: da una parte la Croce Rossa che vuole fare trasparenza rispetto ad una situazione torbida del passato, dall'altra la Regione che ci mette oggi in una situazione di difficoltà molto serie.
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