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L'assessore Russo.
PALERMO - «Voglio pubblicamente e con grande risalto ringraziare alcuni quotidiani del Nord, per la precisione "Il Giornale", "Libero" e la "Padania" per i loro imbarazzanti articoli di commento sulla sanità siciliana, ben sottolineati da titoli come "La Sicilia balla sul Titanic", "Sprechi senza fine" e "Ci risiamo, Sicilia pronta a sperperare"».
Ricorre al sarcasmo l'assessore Massimo Russo per rispondere ai commenti che alcuni quotidiani hanno dedicato alla conferenza stampa durante la quale ha illustrato i risultati ottenuti, grazie al piano di rientro dal deficit nazionale. Ed ha aggiunto: «Sono assolutamente certo - ed ecco il motivo principale del mio ringraziamento - che questo tipo di razzismo mediatico, insieme all'opera professionale di certi giornalisti pronti ancora una volta a mortificare la propria professionalità pur di recitare il ruolo di "servi sciocchi" dei loro editori e dei "padrini" politici di riferimento, saranno utilissimi a scuotere i siciliani e a stimolare nuove riflessioni sul ruolo di certi politici siciliani che nel corso degli anni, a Roma, avrebbero dovuto rappresentare e tutelare gli interessi della Sicilia. E che avrei voluto ascoltare, in queste ore, in un sussulto di dignità, difendere le ragioni dei siciliani che li hanno eletti. I siciliani, invece, quelli sì, hanno già manifestato la loro indignazione sui vari blog e capiranno sempre meglio che è ora di cambiare l'andazzo, sbattendo i pugni nelle sedi opportune per rivendicare e ottenere i propri diritti "espropriati" da una politica sempre più attenta ai problemi del Nord».
Ricorre al sarcasmo l'assessore Massimo Russo per rispondere ai commenti che alcuni quotidiani hanno dedicato alla conferenza stampa durante la quale ha illustrato i risultati ottenuti, grazie al piano di rientro dal deficit nazionale. Ed ha aggiunto: «Sono assolutamente certo - ed ecco il motivo principale del mio ringraziamento - che questo tipo di razzismo mediatico, insieme all'opera professionale di certi giornalisti pronti ancora una volta a mortificare la propria professionalità pur di recitare il ruolo di "servi sciocchi" dei loro editori e dei "padrini" politici di riferimento, saranno utilissimi a scuotere i siciliani e a stimolare nuove riflessioni sul ruolo di certi politici siciliani che nel corso degli anni, a Roma, avrebbero dovuto rappresentare e tutelare gli interessi della Sicilia. E che avrei voluto ascoltare, in queste ore, in un sussulto di dignità, difendere le ragioni dei siciliani che li hanno eletti. I siciliani, invece, quelli sì, hanno già manifestato la loro indignazione sui vari blog e capiranno sempre meglio che è ora di cambiare l'andazzo, sbattendo i pugni nelle sedi opportune per rivendicare e ottenere i propri diritti "espropriati" da una politica sempre più attenta ai problemi del Nord».
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