«Siamo stati costretti a chiudere
È ingiusto, rischiamo il tracollo»
alcuni dei commercianti colpiti dal provvedimento dell´asp
Molti commercianti ed artigiani nel settore alimentare raggiunti dal provvedimento di sospensione dell'Asp, ieri mattina, onde evitare ulteriori sanzioni anche penali, hanno deciso di chiudere baracca ed attendere gli sviluppi della vicenda. Arrabbiati e stizziti però hanno a lungo protestato, ritenendo che l'acqua del rubinetto i brontesi l'hanno sempre bevuta e che comunque, solo a causa di una mancata proroga, non è possibile mettere in ginocchio l'intera economia di una cittadina come Bronte.Qualcuno sulla saracinesca, malinconicamente chiusa, ha apposto un cartello dove comunicava ai clienti il motivo della chiusura. In tanti si soffermavano a leggere e piano piano la notizia della serrata ha fatto il giro di Bronte. «Oggi mi hanno costretto a chiudere la saracinesca - ci dice il macellaio Adriano Calanni - perché mi hanno sospeso l'autorizzazione sanitaria. E' ingiusto, dobbiamo far sentire la nostra voce in tutte le sedi competenti. Protesteremo contro tutti e tutto. Chiediamo che venga data al Comune il tempo che serve per potabilizzare l'acqua».
«A parte l'Amministrazione comunale che ci è stata particolarmente vicina - aggiunge il pasticcere Luca Gallenti Conti - partecipando all'incontro in Confcommercio fino alle 2 di questa notte, siamo stati lasciati soli. Anche per questo motivo riteniamo di dover protestare. Abbiamo la sensazione di essere vittima di una guerra politica che alla fine penalizza il più debole».
«Non sappiamo cosa fare. - spiega il ristoratore Davide Spitaleri - Per adesso abbiamo chiuso i battenti anche per non rischiare sansioni. La direttiva dell'Asp, infatti, è stata precisa e ci ha diffidato a continuare a lavorare utilizzando l'acqua della condotta idrica. Il Comune - continua - ha preso di petto il problema puntando a realizzare un potabilizzatore, ma ci vorranno mesi. La situazione è grave e nessuno capisce cosa fare. Certo - conclude - noi non possiamo riaprire il ristorante se non prima l'acqua che utilizziamo non abbia ottenuto tutti i requisiti di legge».
I problemi della serrata li hanno risentiti anche i cittadini: «Nè il mio panificio di fiducia, nè il mio macellaio questa mattina ha aperto - racconta Antonino Caruso - Penso proprio che per fare la spesa dovrò recarmi fuori Bronte».
Fra i tanti commercianti ieri c'era chi stava cominciando a preparare un manifesto di protesta e qualcuno che raccoglieva adesioni per una manifestazione a Palermo. Altri si domandavano se negli altri Comuni serviti dal pozzo di Ciapparazzo di Bronte dove il valore del vanadio supera i 160 mg/l, è stato utilizzato lo stesso metro. Insomma, la sensazione è di essere all'inizio di una protesta che potrebbe assumere contorni ancora maggiori.
15/10/2010
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