il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

domenica 8 agosto 2010

Ragazzina salvata al telefono da un infermiere del 118

Ragazzina salvata al telefono
da un infermiere del 118

UN SOCCORSO IN QUOTA. Una quindicenne non respirava più e senza il soccorso rischiava di subire danni permanenti

Ha perso conoscenza a Campofontana. Il tecnico di Verona emergenza ha guidato un prete e alcuni volontari nelle manovre di rianimazione fino all'arrivo dell'elicottero
07/08/2010
Zoom Foto
L'elicottero di Verona emergenza è intervenuto a Campofontana
Campofontana. Anna ha quindici anni e il suo angelo custode lo ha già trovato. Si chiama Matteo Berton, ha gli occhi scuri, i capelli castani e una maglietta rossa con tre numeri stampati in bianco: 118. Anna ha incontrato Matteo in un giorno di sole che sembrava un inno alla vita e che per lei, invece, aveva i contorni della morte.
E con Matteo, Anna (non è il suo vero nome, ndr) ha scoperto che ci sono altri angeli, determinati e coraggiosi che hanno voluto lottare quando era più facile lasciarsi andare e le hanno così restituito, intatti, i suoi sogni di ragazza.
Anna corre incontro al suo destino una mattina di fine luglio, a Campofontana. Centinaia di ragazzi partecipano ai campi Saf organizzati dalla diocesi. Anna è una di loro. Tanto divertimento, ma anche proposte per riflettere e aiutarli a crescere.
C'è il sole, a Campofontana, ma Anna all'improvviso non ci vede più. Non dice nulla, crolla a terra. Tutto diventa buio. Corrono in tanti, la sollevano di peso, la portano su un tavolo da ping-pong, le sollevano le gambe. Tra i soccorritori c'è un prete: è lui che chiama il 118. Nella centrale operativa di Verona emergenza il computer smista la chiamata sul telefono di Matteo, infermiere professionale, una vita a servizio di chi soffre. Una chiamata come tante, le domande consuete: Anna respira, è giovane, non sono state segnalate malattie. Sembra solo un malore.
Però quel posto è lontano: l'ambulanza da Tregnago per arrivare impiega una ventina di minuti. Matteo mette in allerta l'elicottero. Medico, infermiere, pilota, tecnico corrono fuori. Parte anche l'ambulanza: una precauzione in più. E poi se la ragazza non è grave e meglio liberare l'elicottero per un altro soccorso.
Tutto ok. Chiuso il telefono. Ora tocca all'elisoccorso. Matteo tornerà in campo quando ci sarà da decidere che trasporto effettuare. Un intervento come gli altri.
Invece no. Il telefono squilla di nuovo.
Ancora quel prete, da Campofontana. La voce trema un po'. Anna non risponde, è incosciente. Il prete ha intorno dei volontari che lo aiutano. Vogliono farle un massaggio cardiaco. Matteo è perplesso. Come un massaggio? Ma Anna respira o no? Matteo chiede di metterle due dita sotto il mento e una mano sulla fronte e di spostare la testa indietro. Poi invita a controllare se il torace si alza e si abbassa e con che frequenza. Prima sono respiri, poi rantoli. Un respiro ogni sette-otto secondi. Anna sta sempre più male.
Poi non respira più.
La voce del prete si incrina. Deve restare calmo. Anche se avrebbe voglia di urlare, non può perdere la testa. Deve ascoltare, parlare, dare istruzioni.
Dov'è l'elicottero? «Partito». Matteo sa che l'elicottero non arriverà in tempo. È decollato da un minuto, ce ne vogliono altri sei o sette per arrivare a Campofontana. Pochissimi, partendo da Borgo Trento, un'eternità se di mezzo c'è una vita. Cinque minuti, al massimo. È una delle prime cose che si imparano alla scuola infermieri: dopo quel limite, i danni da mancanza di ossigeno diventano permanenti.
Bisogna rianimare.
Un prete, un gruppo di volontari e un infermiere lontano cinquanta chilometri. Matteo parla con il prete: Anna va distesa a terra, testa indietro, trenta spinte sul torace. Il prete parla, un volontario preme le mani sul petto di Anna. Uno, due, tre: più veloce, suggerisce Matteo. «Più veloce», ripete il prete. Anna è pallida come un morto.
Poi la respirazione bocca a bocca, due volte. Forza Anna, la voce del prete per un attimo si incrina.
Matteo continua a parlare, chiede come sta Anna.
Si ricomincia: trenta colpi, due respiri, trenta colpi, due respiri. Qualcosa succede, Anna sembra che risponda.
Ma non basta. Ancora, avanti: Matteo è sempre calmo, la voce del prete diventa nervosa. «Dov'è l'elicottero?». «Due minuti», chiarisce Matteo.
E continua a dare istruzioni. Altri trenta colpi. Bisogna preparare qualcosa per farsi notare dall'alto. La voce del prete si fa decisa: allontana quasi tutti, serve spazio.
Rumore: un motore, l'elicottero. La voce del prete si riempie di speranza. Matteo continua a parlare. Controlla che Anna venga tenuta in vita: non si può mollare ora. Spuntano due tute rosse. Medico e infermiere si chinano su Anna. Matteo chiede se sono arrivati. Sì: la voce del prete, per la prima volta, è rilassata.
Finisce la telefonata.
Matteo è sempre calmo, ma ora vorrebbe mettersi a correre. Anna è in elicottero, destinazione Borgo Trento.
Al 118 il telefono continua a suonare. Il computer smista la chiamata a Matteo: «Verona emergenza... Dove?». R.V.

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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