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I nodi della Regione. Massimo Russo ha firmato il decreto: nelle piante organiche porte aperte a medici e infermieri.
Maxi-concorso entro l'anno. Nella sanità 2.900 assunzioni
L'assessore: in passato sul personale sono stati usati metodi scriteriati e sistemi clientelari.
In un'intervista radiofonica a Ditelo a Rgs, Russo ha ricordato che «le piante organiche per la prima volta saranno basate sull'analisi reale dei fabbisogni e dei costi».
PALERMO - Un maxi concorso nella sanità pubblica. La Regione tornerà ad assumere entro fine anno, superato il blocco del turn-over imposto dal piano di rientro dal deficit portato a compimento dall'assessore Massimo Russo. Saranno almeno 2.900 le assunzioni che Asp e ospedali metteranno a concorso. La divisione per provincia si sta elaborando in questi giorni.
L'assessore ha firmato giovedì un primo decreto con cui dà ai manager l'input e i parametri per individuare i posti vuoti in organico: negli ospedali si terrà conto dei posti letto e nelle strutture territoriali del numero di assistiti.
Da coprire sono, in sintesi, tutti quei posti oggi assegnati con contratto a tempo determinato.
I precari, secondo le ultime rilevazioni dell'assessorato, sono poco più di tremila. Il limite di circa 2 .900 posti da assegnare è stato individuato sulla base dei fabbisogni delle aziende sanitarie e ospedaliere: «Entro fine anno bandiremo dei concorsi che prevederanno delle quote di riserva per chi ha già un contratto» ha precisato ieri l'assessore Russo. Sulla carta, non tutti gli attuali precari troveranno posto nelle nuove piante organiche. Anche se probabilmente l'indicazione di alcuni titoli specifici nel bando potrà spianare la strada a chi è già in servizio. In ogni caso, rispetto agli attuali contrattisti, sono previsti 217 esuberi.
Il bando sarà indirizzato sia a medici (ma non in posizione dirigenziale) che a infermieri. Per quest'ultima figura Russo ha indicato ai manager un paletto per individuare il fabbisogno: si deve passare dall'attuale rapporto di 1,7 infermieri per ogni medico al rapporto in vigore nel resto d'Italia di 2,3 infermieri per ogni medico. Lo stesso assessore Massimo Russo ha precisato durante un'intervista a Ditelo a Rgsche «in questo momento c'è un esubero di dirigenti medici e personale amministrativo mentre c'è carenza di infermieri».
Secondo i numeri elaborati a piazza Ottavio Ziino, nella sanità pubblica lavorano attualmente circa 52.700 persone. Di questi, 49 mila sono dipendenti a tempo indeterminato. Tremila sono i precari. La spesa per il personale a tempo indeterminato raggiunge già i 2,7 miliardi all'anno. Ma vanno aggiunti anche 1.900 Lsu pagati dall'assessorato al Lavoro e da quello alla Sanità a cui sarà garantito lo stesso impiego attuale anche al termine della riorganizzazione. I soli medici sono circa 11 mila, 1.500 dei quali precari.
L'assessore ha precisato che non ci saranno licenziamenti ma che sta per partire la riorganizzazione del personale: «Ogni manager sta completando il piano aziendale e la riscrittura della pianta organica. È la prima volta che ciò viene fatto sulla base di una reale analisi dei fabbisogni e dei costi». Russo ha spiegato ai microfoni di Ditelo a Rgs che «una volta sistemati i conti e varata la legge di riforma, stiamo portando a regime il sistema. Avevo chiesto del tempo, e ora siamo pronti ad atti concreti che portino il sistema sanità alla massima efficienza. Se non avessimo rispettato il Piano di rientro, evitando il còmmissariamento, avremmo subito il blocco delle assunzioni come ulteriore sanzione». Per ridare efficienza si passerà dalla riorganizzazione del personale: «Oggi - ha detto l'assessore - ci sono troppi medici e amministrativi. Negli anni passati si è assunto in modo scriteriato. Spesso l'assunzione era il veicolo clientelare che assicurava l'arrivo dei voti». Russo ha citato i casi della moltiplicazione dei reparti che produceva la costante nomina di primari: «Al Cervello c'erano 4 pneumologie. Al Policlinico di Catania più di 10 chirurgie. Al Policlinico di Palermo abbiamo trovato 33 laboratori che abbiamo già ridotto a 5 e che forse ridurremo ancora». Una volta definite le piante organiche, per ridurre il numero dei medici si agirà con la leva del turn-over limitato rispetto ai pensionamenti, mentre per riorganizzare i reparti e razionalizzare il personale in servizio l'assessore ha previsto il ricorso alla mobilità infra regionale».
PALERMO - Un maxi concorso nella sanità pubblica. La Regione tornerà ad assumere entro fine anno, superato il blocco del turn-over imposto dal piano di rientro dal deficit portato a compimento dall'assessore Massimo Russo. Saranno almeno 2.900 le assunzioni che Asp e ospedali metteranno a concorso. La divisione per provincia si sta elaborando in questi giorni.
L'assessore ha firmato giovedì un primo decreto con cui dà ai manager l'input e i parametri per individuare i posti vuoti in organico: negli ospedali si terrà conto dei posti letto e nelle strutture territoriali del numero di assistiti.
Da coprire sono, in sintesi, tutti quei posti oggi assegnati con contratto a tempo determinato.
I precari, secondo le ultime rilevazioni dell'assessorato, sono poco più di tremila. Il limite di circa 2 .900 posti da assegnare è stato individuato sulla base dei fabbisogni delle aziende sanitarie e ospedaliere: «Entro fine anno bandiremo dei concorsi che prevederanno delle quote di riserva per chi ha già un contratto» ha precisato ieri l'assessore Russo. Sulla carta, non tutti gli attuali precari troveranno posto nelle nuove piante organiche. Anche se probabilmente l'indicazione di alcuni titoli specifici nel bando potrà spianare la strada a chi è già in servizio. In ogni caso, rispetto agli attuali contrattisti, sono previsti 217 esuberi.
Il bando sarà indirizzato sia a medici (ma non in posizione dirigenziale) che a infermieri. Per quest'ultima figura Russo ha indicato ai manager un paletto per individuare il fabbisogno: si deve passare dall'attuale rapporto di 1,7 infermieri per ogni medico al rapporto in vigore nel resto d'Italia di 2,3 infermieri per ogni medico. Lo stesso assessore Massimo Russo ha precisato durante un'intervista a Ditelo a Rgsche «in questo momento c'è un esubero di dirigenti medici e personale amministrativo mentre c'è carenza di infermieri».
Secondo i numeri elaborati a piazza Ottavio Ziino, nella sanità pubblica lavorano attualmente circa 52.700 persone. Di questi, 49 mila sono dipendenti a tempo indeterminato. Tremila sono i precari. La spesa per il personale a tempo indeterminato raggiunge già i 2,7 miliardi all'anno. Ma vanno aggiunti anche 1.900 Lsu pagati dall'assessorato al Lavoro e da quello alla Sanità a cui sarà garantito lo stesso impiego attuale anche al termine della riorganizzazione. I soli medici sono circa 11 mila, 1.500 dei quali precari.
L'assessore ha precisato che non ci saranno licenziamenti ma che sta per partire la riorganizzazione del personale: «Ogni manager sta completando il piano aziendale e la riscrittura della pianta organica. È la prima volta che ciò viene fatto sulla base di una reale analisi dei fabbisogni e dei costi». Russo ha spiegato ai microfoni di Ditelo a Rgs che «una volta sistemati i conti e varata la legge di riforma, stiamo portando a regime il sistema. Avevo chiesto del tempo, e ora siamo pronti ad atti concreti che portino il sistema sanità alla massima efficienza. Se non avessimo rispettato il Piano di rientro, evitando il còmmissariamento, avremmo subito il blocco delle assunzioni come ulteriore sanzione». Per ridare efficienza si passerà dalla riorganizzazione del personale: «Oggi - ha detto l'assessore - ci sono troppi medici e amministrativi. Negli anni passati si è assunto in modo scriteriato. Spesso l'assunzione era il veicolo clientelare che assicurava l'arrivo dei voti». Russo ha citato i casi della moltiplicazione dei reparti che produceva la costante nomina di primari: «Al Cervello c'erano 4 pneumologie. Al Policlinico di Catania più di 10 chirurgie. Al Policlinico di Palermo abbiamo trovato 33 laboratori che abbiamo già ridotto a 5 e che forse ridurremo ancora». Una volta definite le piante organiche, per ridurre il numero dei medici si agirà con la leva del turn-over limitato rispetto ai pensionamenti, mentre per riorganizzare i reparti e razionalizzare il personale in servizio l'assessore ha previsto il ricorso alla mobilità infra regionale».
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