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L'intervento.
Caro Direttore,
l'assessore per la Salute della Regione Siciliana, Massimo Russo, ha voluto ieri replicare alla mia intervista sulla drammatica situazione della sanità in Sicilia, una questione purtroppo ben conosciuta e sofferta dai siciliani.
Vorrei precisare che, se è vero che gli ultimi dati prodotti dall'indagine della commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale fanno riferimento all'anno 2008, è vero anche che queste sono le ultime cifre a nostra disposizione. Peraltro, i numeri scoraggianti da me indicati sono in generale più benevoli di quanto non siano le informazioni pubblicate recentemente dal ministero della Salute, che evidenziano come solo due indicatori di qualità delle cure mediche siano stati (quasi) centrati su 23, quindi molto lontani dalla sufficienza (pag. 67 del Dossier di valutazione delle performance dei servizi sanitari regionali, www.salute.gov.it).
In qualità di presidente della commissione d'inchiesta sul Ssn posso annunciare che presto si procederà con la seconda fase della nostra indagine. I senatori commissari si recheranno in numerose regioni italiane, per monitorare strettamente le Asl in cui sono state individuate le maggiori criticità ed eventualmente verificare i progressi compiuti. Sono certo che, in quell'occasione, l'assessore Russo avrà l'opportunità di raccontare, numeri alla mano, la progressione raggiunta con la sua gestione, e noi ne daremo opportuno riscontro negli atti pubblici del Senato della Repubblica.
Quando saranno poi disponibili i dati 2009 della nostra indagine sulle performance in Sanità sarà interessante verificare, ad esempio, se i parti cesarei, nella regione, sono scesi dal catastrofico 52% del 2008 all'accettabile - almeno per l'Organizzazione mondiale della Sanità - 13,7%. Sarà importante inoltre capire quanto si sono ridotti i ricoveri inappropriati per diabetici scompensati o il tempo di attesa di intervento chirurgico per una frattura di femore, attualmente, nella maggior parte dei casi, purtroppo superiore alle 48 ore.
La mia esperienza siciliana di fondatore e direttore dell'Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione, a Palermo, mi dice che l'eccellenza, in una regione prostrata da anni di abbandono, è comunque possibile. All'Ismett ho infatti effettuato il primo trapianto di fegato in Sicilia, il 31 luglio 1999, negli stessi anni in cui l'inefficienza e il clientelismo rodevano uomini capaci e risorse disponibili, compromettendo i rendimenti di altri importanti istituti sanitari siciliani.
Da cittadino, però, chiedo all'assessore Russo, concorde nel definire la situazione «non drammatica, ma disastrosa»: se è vero che la sanità siciliana fino al 2008 era in condizioni disperate, chi l'aveva condotta sino a quel baratro? Il centrosinistra? Chi governa la Sicilia oggi, chi governava la sanità allora?
Infine, un'idea che l'assessore Russo, se crede che i cittadini siciliani meritino di più in termini di qualità delle prestazioni sanitarie, non farà fatica a sottoscrivere: fuori la politica dalla sanità! Io ho presentato un disegno di legge in tal senso. Se diventerà legge, cambieranno i criteri di nomina di direttori generali e primari che potranno essere scelti solo sulla base di valutazioni tecniche della loro preparazione. Insomma, non potranno più essere scelti dalla politica. Credo che un cittadino debba poter avere la certezza che chi gestisce la sanità pubblica e chi occupa una posizione di responsabilità in un reparto ospedaliero è lì perché è il più competente e non il più amico di un segretario di partito. Se è d'accordo con questo principio, sarà anche pronto a sottoscrivere, a partire dal 5 giugno, il disegno di legge di iniziativa popolare che analogamente chiede, per la Sicilia, di modificare le procedure di nomina di manager e primari. Si tratta di una proposta nata dal basso, da sindaci di diversa estrazione politica ed esponenti del mondo sindacale.
I direttori generali siano quindi scelti in base al merito e non a tessere di partito. Curioso, in tal senso, che attualmente la maggioranza di essi, in Sicilia, sia ascrivibile al centrodestra e segnatamente al Mpa. Senza contare l'elenco dei direttori amministrativi e sanitari. Se l'assessore Russo ama la testardaggine dei numeri, non gli dispiacerà contare quante e quali tessere di partito siano in tasca ai suoi manager.
Ma sarà senz'altro il caso di una straordinaria coincidenza tra competenza e appartenenza politica.
Ignazio Marino
senatore del Pd
---------------------------
IL CASO
Aveva cominciato giovedì il senatore Ignazio Marino, aveva replicato a stretto giro di stampa l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo.
IGNAZIO MARINO
«In Sicilia la situazione della Sanità è drammatica: la nostra regione è pesantemente in coda a tutti gli indicatori sia per l’ospedalizzazione, sia per la prevenzione».
MASSIMO RUSSO
«I dati di Marino risalgono al 2008: il tasso di ospedalizzazione è in netta riduzione, in aumento la diffusione delle cure domiciliari e dei programmi di prevenzione, tra cui il controllo mammografico».
l'assessore per la Salute della Regione Siciliana, Massimo Russo, ha voluto ieri replicare alla mia intervista sulla drammatica situazione della sanità in Sicilia, una questione purtroppo ben conosciuta e sofferta dai siciliani.
Vorrei precisare che, se è vero che gli ultimi dati prodotti dall'indagine della commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale fanno riferimento all'anno 2008, è vero anche che queste sono le ultime cifre a nostra disposizione. Peraltro, i numeri scoraggianti da me indicati sono in generale più benevoli di quanto non siano le informazioni pubblicate recentemente dal ministero della Salute, che evidenziano come solo due indicatori di qualità delle cure mediche siano stati (quasi) centrati su 23, quindi molto lontani dalla sufficienza (pag. 67 del Dossier di valutazione delle performance dei servizi sanitari regionali, www.salute.gov.it).
In qualità di presidente della commissione d'inchiesta sul Ssn posso annunciare che presto si procederà con la seconda fase della nostra indagine. I senatori commissari si recheranno in numerose regioni italiane, per monitorare strettamente le Asl in cui sono state individuate le maggiori criticità ed eventualmente verificare i progressi compiuti. Sono certo che, in quell'occasione, l'assessore Russo avrà l'opportunità di raccontare, numeri alla mano, la progressione raggiunta con la sua gestione, e noi ne daremo opportuno riscontro negli atti pubblici del Senato della Repubblica.
Quando saranno poi disponibili i dati 2009 della nostra indagine sulle performance in Sanità sarà interessante verificare, ad esempio, se i parti cesarei, nella regione, sono scesi dal catastrofico 52% del 2008 all'accettabile - almeno per l'Organizzazione mondiale della Sanità - 13,7%. Sarà importante inoltre capire quanto si sono ridotti i ricoveri inappropriati per diabetici scompensati o il tempo di attesa di intervento chirurgico per una frattura di femore, attualmente, nella maggior parte dei casi, purtroppo superiore alle 48 ore.
La mia esperienza siciliana di fondatore e direttore dell'Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione, a Palermo, mi dice che l'eccellenza, in una regione prostrata da anni di abbandono, è comunque possibile. All'Ismett ho infatti effettuato il primo trapianto di fegato in Sicilia, il 31 luglio 1999, negli stessi anni in cui l'inefficienza e il clientelismo rodevano uomini capaci e risorse disponibili, compromettendo i rendimenti di altri importanti istituti sanitari siciliani.
Da cittadino, però, chiedo all'assessore Russo, concorde nel definire la situazione «non drammatica, ma disastrosa»: se è vero che la sanità siciliana fino al 2008 era in condizioni disperate, chi l'aveva condotta sino a quel baratro? Il centrosinistra? Chi governa la Sicilia oggi, chi governava la sanità allora?
Infine, un'idea che l'assessore Russo, se crede che i cittadini siciliani meritino di più in termini di qualità delle prestazioni sanitarie, non farà fatica a sottoscrivere: fuori la politica dalla sanità! Io ho presentato un disegno di legge in tal senso. Se diventerà legge, cambieranno i criteri di nomina di direttori generali e primari che potranno essere scelti solo sulla base di valutazioni tecniche della loro preparazione. Insomma, non potranno più essere scelti dalla politica. Credo che un cittadino debba poter avere la certezza che chi gestisce la sanità pubblica e chi occupa una posizione di responsabilità in un reparto ospedaliero è lì perché è il più competente e non il più amico di un segretario di partito. Se è d'accordo con questo principio, sarà anche pronto a sottoscrivere, a partire dal 5 giugno, il disegno di legge di iniziativa popolare che analogamente chiede, per la Sicilia, di modificare le procedure di nomina di manager e primari. Si tratta di una proposta nata dal basso, da sindaci di diversa estrazione politica ed esponenti del mondo sindacale.
I direttori generali siano quindi scelti in base al merito e non a tessere di partito. Curioso, in tal senso, che attualmente la maggioranza di essi, in Sicilia, sia ascrivibile al centrodestra e segnatamente al Mpa. Senza contare l'elenco dei direttori amministrativi e sanitari. Se l'assessore Russo ama la testardaggine dei numeri, non gli dispiacerà contare quante e quali tessere di partito siano in tasca ai suoi manager.
Ma sarà senz'altro il caso di una straordinaria coincidenza tra competenza e appartenenza politica.
Ignazio Marino
senatore del Pd
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IL CASO
Aveva cominciato giovedì il senatore Ignazio Marino, aveva replicato a stretto giro di stampa l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo.
IGNAZIO MARINO
«In Sicilia la situazione della Sanità è drammatica: la nostra regione è pesantemente in coda a tutti gli indicatori sia per l’ospedalizzazione, sia per la prevenzione».
MASSIMO RUSSO
«I dati di Marino risalgono al 2008: il tasso di ospedalizzazione è in netta riduzione, in aumento la diffusione delle cure domiciliari e dei programmi di prevenzione, tra cui il controllo mammografico».
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