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Roma, 17 mag. (Adnkronos Salute) - Mitomani, folli e buontemponi. In Italia circa il 25% delle telefonate rivolte al servizio 118 è falso. «Arriviamo sul posto e non troviamo niente», spiega Antonio De Santis, direttore sanitario dell'Ares 118 Lazio, intervenuto oggi a Roma alla presentazione dei congressi sul tema dell'emergenza, uno nazionale e l'altro internazionale, in programma ad inizio giugno nella Capitale. «In tutto il Paese il 118 raccoglie ogni anno circa 13 milioni di telefonate - sottolinea - e si riescono a garantire almeno 3 milioni di interventi. Una volta la percentuale delle "telefonate false" si assestava attorno al 30%, ora siamo scesi quasi al 25%».
De Santis difende il lavoro svolto dagli operatori italiani in questo settore. «Nonostante le difficoltà e i problemi - ribadisce - offriamo un servizio di qualità al cittadino, tutto in forma gratuita. Purtroppo la cronaca riporta solo i casi di "malpractice", eppure il soccorso è apprezzabile. Ovviamente, come in ogni aspetto, c'è ancora tanto da migliorare». Eppure, rispetto a grandi Paesi mondiali, la situazione italiana non è così drammatica. «In Cina - prosegue De Santis - l'equivalente del nostro 118 è a pagamento: chi fa la chiamata è costretto a pagare. Negli Stati Uniti, invece, ti chiedono subito la carta di credito. E anche Israele, preso spesso come esempio, ha un servizio militarizzato. In Italia - conclude - tutto è invece libero e gratuito».
De Santis difende il lavoro svolto dagli operatori italiani in questo settore. «Nonostante le difficoltà e i problemi - ribadisce - offriamo un servizio di qualità al cittadino, tutto in forma gratuita. Purtroppo la cronaca riporta solo i casi di "malpractice", eppure il soccorso è apprezzabile. Ovviamente, come in ogni aspetto, c'è ancora tanto da migliorare». Eppure, rispetto a grandi Paesi mondiali, la situazione italiana non è così drammatica. «In Cina - prosegue De Santis - l'equivalente del nostro 118 è a pagamento: chi fa la chiamata è costretto a pagare. Negli Stati Uniti, invece, ti chiedono subito la carta di credito. E anche Israele, preso spesso come esempio, ha un servizio militarizzato. In Italia - conclude - tutto è invece libero e gratuito».
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