|
Il piano sanitario nazionale. La presentazione del ministro alle regioni.
Fazio: meno letti in ospedale, medici di famiglia a tutto campo
Percorso ad hoc per l'accreditamento delle case di cura di "eccellenza" e budget per il recupero dei ritardi assistenziali.
ROMA - La premessa: invecchiamento della popolazione, esplosione della non autosufficienza, tecnologie più sofisticate e più costose, imporranno dosi massicce di efficienza per garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria. Insomma: i denari vanno spesi bene. Ed ecco così la ricetta: più cure nel territorio con le reti dei medici di famiglia; meno posti letto e trasformazione dei piccoli (e spesso inutili) ospedali; abbattimento degli sprechi tra farmaci, specialistica, acquisti di beni e servizi, governo del personale. Ma anche nuovo rapporto pubblico-privato e largo all'hi-tech di qualità. Ferruccio Fazio, ministro della Salute, ha presentato ieri ai governatori i progetti in cantiere per disegnare la sanità dell'era federalista.
Va da sé, ha spiegato Fazio nell'illustrare le linee guida dal prossimo Piano sanitario nazionale 2010-2013 - il documento cardine di programmazione sanitaria che ieri ha così iniziato il suo iter concertativo - che federalismo significherà accorciare le distanze abissali tra Nord e Sud e dunque garantire livelli di assistenza uniformi e uguali per tutti. Una scommessa che non si può più perdere. E che rappresenta la sfida lanciatasubito da Fazio ai neo governatori ieri riuniti per la prima volta col governo. Riunione pesante, del resto, proprio sulla sanità: col riparto finale dei 105 miliardi del 2010 ma anche col via libera finale al piano per la prevenzione e alla rete organizzativa dei Cup (centri unici di prenotazione delle prestazioni) sovraregionali.
Se il territorio e le cure primarie dovranno essere il baricentro delle cure del futuro, vanno allora rimosse tutte le criticità e le incrostazioni del sistema sanitario, a partire dalle disomogeneità tra le regioni. Come i ricoveri inutili ("inappropriati"), la riduzione dei posti letto prevista dal "patto", l'eccesso di prescrizioni di specialistica.
E come le "inefficienze" che restano nelle gare d'acquisto centralizzate, nella distribuzione di e nella prescrizione di farmaci, nella "corretta gestione" del personale. Per i farmaci, del resto, la strada maestra sarà anche l'incremento della distribuzione diretta da parte di asi e ospedali, l'uso corretto dei medicinali prescritti fuori indicazione (off label), la promozione dei generici. Ma anche gli incentivi per introdurre i medicinali innovativi, con interventi per rilanciare la ricerca e attrarre risorse per R&S e le sperimentazioni.
Passaggi decisivi saranno però la "riconversione progressiva dei piccoli ospedali", è la ricetta di Fazio, non più "in grado di dare risposte sanitarie coerenti con la funzione ospedaliera": potranno diventare "strutture intermedie" con posti letto gestiti anche dai medici di base, punti assistenza aperti 24 ore, poliambulatori, collegati con i servizi territoriali e con le dorme aggregate di assistenza primaria". L'ospedale per acuti dovrà svolgere interventi di alta complessità in tempi coerenti" ed essere messo in rete con tutte le strutture.
Mentre a garanzia dei cittadini andranno rafforzate le garanzie dei diritti e la partecipazione degli utenti così come il ruolo del volontariato. Novità anche nel rapporto pubblico-privato. Per l'accreditamento delle case di cura si prevede un percorso ad hoc per quelle di "eccellenza", con budget dedicati per le altre per il "recupero dei ritardi assistenziali" riguardo ai viaggi della speranza da una regione all'altra. In sostanza, il privato potrà essere chiamato a soccorrere il pubblico che non ce la fa a garantire nella propria regione le esigenze di cura degli assistiti.
Va da sé, ha spiegato Fazio nell'illustrare le linee guida dal prossimo Piano sanitario nazionale 2010-2013 - il documento cardine di programmazione sanitaria che ieri ha così iniziato il suo iter concertativo - che federalismo significherà accorciare le distanze abissali tra Nord e Sud e dunque garantire livelli di assistenza uniformi e uguali per tutti. Una scommessa che non si può più perdere. E che rappresenta la sfida lanciatasubito da Fazio ai neo governatori ieri riuniti per la prima volta col governo. Riunione pesante, del resto, proprio sulla sanità: col riparto finale dei 105 miliardi del 2010 ma anche col via libera finale al piano per la prevenzione e alla rete organizzativa dei Cup (centri unici di prenotazione delle prestazioni) sovraregionali.
Se il territorio e le cure primarie dovranno essere il baricentro delle cure del futuro, vanno allora rimosse tutte le criticità e le incrostazioni del sistema sanitario, a partire dalle disomogeneità tra le regioni. Come i ricoveri inutili ("inappropriati"), la riduzione dei posti letto prevista dal "patto", l'eccesso di prescrizioni di specialistica.
E come le "inefficienze" che restano nelle gare d'acquisto centralizzate, nella distribuzione di e nella prescrizione di farmaci, nella "corretta gestione" del personale. Per i farmaci, del resto, la strada maestra sarà anche l'incremento della distribuzione diretta da parte di asi e ospedali, l'uso corretto dei medicinali prescritti fuori indicazione (off label), la promozione dei generici. Ma anche gli incentivi per introdurre i medicinali innovativi, con interventi per rilanciare la ricerca e attrarre risorse per R&S e le sperimentazioni.
Passaggi decisivi saranno però la "riconversione progressiva dei piccoli ospedali", è la ricetta di Fazio, non più "in grado di dare risposte sanitarie coerenti con la funzione ospedaliera": potranno diventare "strutture intermedie" con posti letto gestiti anche dai medici di base, punti assistenza aperti 24 ore, poliambulatori, collegati con i servizi territoriali e con le dorme aggregate di assistenza primaria". L'ospedale per acuti dovrà svolgere interventi di alta complessità in tempi coerenti" ed essere messo in rete con tutte le strutture.
Mentre a garanzia dei cittadini andranno rafforzate le garanzie dei diritti e la partecipazione degli utenti così come il ruolo del volontariato. Novità anche nel rapporto pubblico-privato. Per l'accreditamento delle case di cura si prevede un percorso ad hoc per quelle di "eccellenza", con budget dedicati per le altre per il "recupero dei ritardi assistenziali" riguardo ai viaggi della speranza da una regione all'altra. In sostanza, il privato potrà essere chiamato a soccorrere il pubblico che non ce la fa a garantire nella propria regione le esigenze di cura degli assistiti.
Nessun commento:
Posta un commento
imposta qui i tuoi commenti