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Chiedono un incontro all'assessore.
Riforma della sanità. Protestano i medici ambulatoriali
PALERMO. Chiedono di essere coinvolti nell'attuazione della riforma della sanità. E parlano di criticità del sistema, perchè sostengono che personale e strutture sono inadeguate e la strumentazìone è carente. Sono gli specialisti ambulatoriali della provincia di Palermo, in tutto circa 250 professionisti come oculisti o internisti, che nei giorni scorsi si sono riuniti presso l'Ordine del medici del capoluogo per discutere su alcuni temi riguardanti la riforma sanitaria nell'Isola.
Secondo il comitato spontaneo, l'assessorato alla Sanità sbaglierebbe «a valutare la produttività degli specialisti unicamente secondo criteri di quantità, cioè secondo il numero di visite effettuate e le ore impiegate, e non di qualità di servizio reso. Sulla scorta di tale presunta produttività - scrivono in una lettera aperta i medici - si decide e si deciderà di mobilitare gli operatori verso altre strutture non solo territoriali ma anche ospedaliere di tutta la provincia».
L'assessorato alla Sanità non ha ancora risposto ma starebbe valutando la possibilità di incontrare il gruppo. Glispecialisti ambulatoriali, intanto, chiedono «il rispetto della loro personalità e professionalità, il rispetto delle norme contrattuali che dovranno essere concordate mediante opportuni incontri con i rappresentanti delle proprie organizzazioni sindacali, ma soprattutto la promozione di programmi di lavoro finalizzati al raggiungimento di un'assistenza territoriale più efficiente e di maggiore qualità». Quindi, per far fronte alle presunte carenze strutturali, i medici invitano l'azienda sanitaria provinciale «a effettuare investimenti economici, potenziare le strutture, qualificare gli operatori e acquistare nuove e più moderne attrezzature».
Secondo il comitato spontaneo, l'assessorato alla Sanità sbaglierebbe «a valutare la produttività degli specialisti unicamente secondo criteri di quantità, cioè secondo il numero di visite effettuate e le ore impiegate, e non di qualità di servizio reso. Sulla scorta di tale presunta produttività - scrivono in una lettera aperta i medici - si decide e si deciderà di mobilitare gli operatori verso altre strutture non solo territoriali ma anche ospedaliere di tutta la provincia».
L'assessorato alla Sanità non ha ancora risposto ma starebbe valutando la possibilità di incontrare il gruppo. Glispecialisti ambulatoriali, intanto, chiedono «il rispetto della loro personalità e professionalità, il rispetto delle norme contrattuali che dovranno essere concordate mediante opportuni incontri con i rappresentanti delle proprie organizzazioni sindacali, ma soprattutto la promozione di programmi di lavoro finalizzati al raggiungimento di un'assistenza territoriale più efficiente e di maggiore qualità». Quindi, per far fronte alle presunte carenze strutturali, i medici invitano l'azienda sanitaria provinciale «a effettuare investimenti economici, potenziare le strutture, qualificare gli operatori e acquistare nuove e più moderne attrezzature».
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