il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

martedì 13 aprile 2010

Ambulanze usate male: 118 tappabuchi delle cliniche


autoambulanza
Ogni qual volta si presentano complicazioni su di un paziente le case di cura chiamano il 118. Il direttore De Angelis: pochi uomini. Così rischia chi si sente male nella propria abitazione.
Ambulanze del 118 che corrono in aiuto delle strutture sanitarie private quando il gioco si fa duro. Ogni volta che le emergenze in seguito a complicanze inaspettate costringono le case di cura alla chiamata al 118 per il trasferimento del paziente in un grande ospedale a bordo di un'ambulanza che non sia un semplice taxi con la sirena, ma un mini ospedale salvavita. E alla fine resta senza ambulanza chi si sente male a casa. Livio De Angelis, il direttore del 118 di Roma, la centrale operativa più grande d'Europa, 3.000 chiamate al giorno ci parla dei molteplici «sos» lanciati ogni giorno dalle strutture sanitarie private romane, che gravano su un organico sottodimensionato del 50%. «È vero, le case di cura private ci chiedono aiuto ogni giorno» conferma De Angelis. Come ha fatto Villa Pia per Tiziana Tumminaro, un caso tristissimo che ha colpito i romani, ancora da chiarire, con due medici dell'equipe esterna indagati, perché è morta la mamma di 35 anni e ci sono quattro bambini orfani. «Mercoledì è giunta morente al San Camillo dopo un parto cesareo nella vicina clinica Villa Pia. Ne è seguito il tentativo di un vergognoso scaricabarile» aveva detto a Il Tempo Donato Antonellis, primario di Chirurgia d'urgenza del famoso nosocomio su via Gianicolense.
«Non è la prima volta e non sarà l'ultima che da Villa Pia ci chiedono aiuto» dice Carlo Cataldi, uno dei capo equipe di Chirurgia d'urgenza del San Camillo. Ma le richieste di soccorso per complicanze inaspettate che le cliniche private non sanno o non possono fronteggiare, gravano anche sul 118. «Manca il 50% del personale che servirebbe» dice il direttore del 118 di Roma De Angelis. Così va sui mezzi di soccorso quando serve. «Anch'io spesso salgo in ambulanza» conferma. E indica la giacchetta di servizio pronta all'uso. Per fortuna il tragico epilogo è un evento raro. «Ma con la penuria d'organico che c'è, se il personale è impegnato a soccorrere i pazienti delle cliniche private, il rischio alla fine lo corre il cittadino che si sente male in casa». Non è un rischio da poco. Ci vuole poco a creare un'emergenza. «A volte basta un elettrocardiogramma sotto sforzo che in un paziente sofferente di cuore potrebbe anche causare un infarto». È successo sabato mattina in una nota clinica ai Parioli. «La chiamata di soccorso è arrivata alle 13.13, chiedevano il medico a bordo - racconta De Angelis - c'era un paziente che durante un esame si è sentito male ed è partita l'ambulanza con codice 603». Quando sono arrivati i sanitari del 118 hanno notato due mezzi di soccorso parcheggiati davanti alla clinica. Replica la direttrice amministrativa della clinica Tiziana Pappalardo.
«Ma un paziente di una casa di cura non è un paziente come un altro?» si chiede, e conferma il caso. «Un paziente che effettuava una scintigrafia miocardica in ambulatorio ha avuto fibrillazione atriale - dice - Dopo due ore stava bene. Il paziente ha chiesto di andare in ospedale, quindi abbiamo chiamato il 118 che è venuto, non aveva il medico a bordo, l'hanno portato alla vicina Villa San Pietro». Inoltre, dice Pappalardo «una casa di cura ha delle specialistiche e non altre. Da noi c'è la rianimazione, ma non abbiamo la stroke unit». Tuttavia per Pappalardo «il 118 ha tutte le ragioni del mondo, sono in sottorganico, la media di intervento del 118 sono 20 minuti, perché Roma è la città che è, tant'è che ci sono molte ambulanze private. Ciò detto non possiamo far morire nessuno». Per Franco Bonanno direttore generale Aiop (Associazione italiana ospedalità privata, 54 mila letti di cui 48 mila accreditati) «non è che le stutture sanitarie private non sanno gestire la complicanza - dice - la casa di cura non può avere per legge tutte le specialità, anche in un policlinico se interviene una complicanza il paziente lo spostano di reparto». «Le cliniche non sono obbligate ad avere ambulanze. «A volte ce le hanno - dice - o hanno una convenzione con ambulanze private. Ma se serve il 118 lo si deve chiamare» conclude Bonanno con una domanda: «perché non vengono autorizzate le strutture sanitarie private che chiedono di avere un 118 proprio?».

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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