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La riforma della Sanità.
Tagliati i posti letto, non le attese e le liste non sono state pubblicate
L'assessore regionale aveva chiesto ai manager di rendere noti i dati.
Massimo Russo: «E' un provvedimento necessario a garantire la trasparenza amministrativa. La pubblicazione dei dati, anche quelli negativi, serve a stimolare efficienza e competizione».
Una rapida risposta alla richiesta di analisi e di visite specialistiche, insieme all'efficacia e alla qualità del pronto soccorso, è il fronte su cui i cittadini misurano l'efficienza del sistema sanitario. Attendere settimane, mesi o addirittura anni per una prenotazione uccide la fiducia nell'assistenza pubblica, e dunque nello Stato, prima ancora che vite umane, come talvolta accade. E non a caso l'assessore regionale alla Salute Massimo Russo ha incluso il taglio delle liste d'attesa tra i primi obiettivi assegnati ai manager di Aziende sanitarie provinciali e di aziende ospedaliere. Un obiettivo inserito tra quelli da raggiungere entro il 31 dicembre.
Un tempo troppo stretto, stando ai fatti. L'Asp 3 e le aziende ospedaliere Garibaldi, Cannizzaro e Policlinico-Ove - come ovunque nella Regione, del resto - hanno prontamente tagliato i posti letto e stanno accorpando, che significa chiudere, intere strutture e reparti per contenere le spese, ma la riduzione dei tempi d'attesa è ancora di là da venire.
Ad essere impaziente, e ad incalzare i manager della sanità, è l'assessore Russo che, il 22 marzo scorso, con una propria nota resa pubblica, ha sollecitato le aziende del sistema sanitario a pubblicare sul proprio sito, e in tempi brevissimi, «tutti i dati relativi ai tempi d'attesa per l'erogazione delle prestazioni sanitarie quali gli esami diagnostici, le visite specialistiche e i ricoveri programmati in day hospital e in day surgery». Le parole dell'assessore sono nette e non lasciano spazio a libere interpretazioni.
«E'un provvedimento necessario se si vuole continuare a perseguire la politica della trasparenza amministrativa, con l'obiettivo di fornire al cittadino un servizio sanitario più moderno e funzionale». Ed aggiunge. «Sono convinto che la pubblicazione dei dati, anche quelli negativi, costiruisce un modo efficace per stimolare una maggiore efficienza da parte di ciascuno e persino una sana competizione tra le aziende».
Finora né l'Asp3 né le aziende ospedaliere di città hanno provveduto, E, seppure assicurano che lo faranno in tempi brevi, non è dato sapere come viene quantificato questo termine. Anche perché i manager dovranno decidere se pubblicare sul sito l'attuale stato dei fatti, come suggerisce l'assessore, anche con i dati negativi che questo comporta - basti pensare che nell'inchiesta fatta dal nostro giornale nell'ottobre scorso abbiamo registrato un'attesa di un anno e due mesi per un'ecografia al seno e di almeno sei mesi per una colonscopia - o attendere la riorganizzazione delle prenotazioni, come sembra si orientino a fare.
Questo significa realizzare il sempre annunciato e mai realizzato Cup, centro di prenotazione unica, in modo da evitare l'abitudine che oggi invale tra i cittadini di prenotarsi in vari ospedali alla ricerca dell'appuntamento più vantaggioso. Pratica che allunga le liste d'attesa, crea disfunzioni nel servizio e falsa i dati, anche perché spesso gli utenti non annullano le prenotazioni divenute inutili. E' un circolo vizioso. Chi ha bisogno, consapevole delle carenze e delle lungaggini del servizio sanitario, si affanna a trovare l'opportunità migliore e così appesantisce il meccanismo complessivo.
Mafare il Cuprichiederà tempi più lunghi di quelli dati dall'assessore Russo, anche perché questo passaggio presuppone una migliore e più funzionale articolazione di tutto il servizio, a partire dalla distinzione tra le visite di medicina di base e quelle specialistiche, per arrivare a quella tra visite di primo accesso e visite di controllo e all'indicazione, da parte del medico di base, del livello d'urgenza della prestazione sanitaria richiesta.
Iniziative opportune per razionalizzare il sistema e per dare precedenza ai casi più urgenti, ma che rischiano di diventare un alibi per ritardare la pubblicazione delle attuali liste d'attesa che, seppure sconfortante, potrebbe e dovrebbe funzionare da sprone e assumere il senso di una precisa assunzione di responsabilità.
Una rapida risposta alla richiesta di analisi e di visite specialistiche, insieme all'efficacia e alla qualità del pronto soccorso, è il fronte su cui i cittadini misurano l'efficienza del sistema sanitario. Attendere settimane, mesi o addirittura anni per una prenotazione uccide la fiducia nell'assistenza pubblica, e dunque nello Stato, prima ancora che vite umane, come talvolta accade. E non a caso l'assessore regionale alla Salute Massimo Russo ha incluso il taglio delle liste d'attesa tra i primi obiettivi assegnati ai manager di Aziende sanitarie provinciali e di aziende ospedaliere. Un obiettivo inserito tra quelli da raggiungere entro il 31 dicembre.
Un tempo troppo stretto, stando ai fatti. L'Asp 3 e le aziende ospedaliere Garibaldi, Cannizzaro e Policlinico-Ove - come ovunque nella Regione, del resto - hanno prontamente tagliato i posti letto e stanno accorpando, che significa chiudere, intere strutture e reparti per contenere le spese, ma la riduzione dei tempi d'attesa è ancora di là da venire.
Ad essere impaziente, e ad incalzare i manager della sanità, è l'assessore Russo che, il 22 marzo scorso, con una propria nota resa pubblica, ha sollecitato le aziende del sistema sanitario a pubblicare sul proprio sito, e in tempi brevissimi, «tutti i dati relativi ai tempi d'attesa per l'erogazione delle prestazioni sanitarie quali gli esami diagnostici, le visite specialistiche e i ricoveri programmati in day hospital e in day surgery». Le parole dell'assessore sono nette e non lasciano spazio a libere interpretazioni.
«E'un provvedimento necessario se si vuole continuare a perseguire la politica della trasparenza amministrativa, con l'obiettivo di fornire al cittadino un servizio sanitario più moderno e funzionale». Ed aggiunge. «Sono convinto che la pubblicazione dei dati, anche quelli negativi, costiruisce un modo efficace per stimolare una maggiore efficienza da parte di ciascuno e persino una sana competizione tra le aziende».
Finora né l'Asp3 né le aziende ospedaliere di città hanno provveduto, E, seppure assicurano che lo faranno in tempi brevi, non è dato sapere come viene quantificato questo termine. Anche perché i manager dovranno decidere se pubblicare sul sito l'attuale stato dei fatti, come suggerisce l'assessore, anche con i dati negativi che questo comporta - basti pensare che nell'inchiesta fatta dal nostro giornale nell'ottobre scorso abbiamo registrato un'attesa di un anno e due mesi per un'ecografia al seno e di almeno sei mesi per una colonscopia - o attendere la riorganizzazione delle prenotazioni, come sembra si orientino a fare.
Questo significa realizzare il sempre annunciato e mai realizzato Cup, centro di prenotazione unica, in modo da evitare l'abitudine che oggi invale tra i cittadini di prenotarsi in vari ospedali alla ricerca dell'appuntamento più vantaggioso. Pratica che allunga le liste d'attesa, crea disfunzioni nel servizio e falsa i dati, anche perché spesso gli utenti non annullano le prenotazioni divenute inutili. E' un circolo vizioso. Chi ha bisogno, consapevole delle carenze e delle lungaggini del servizio sanitario, si affanna a trovare l'opportunità migliore e così appesantisce il meccanismo complessivo.
Mafare il Cuprichiederà tempi più lunghi di quelli dati dall'assessore Russo, anche perché questo passaggio presuppone una migliore e più funzionale articolazione di tutto il servizio, a partire dalla distinzione tra le visite di medicina di base e quelle specialistiche, per arrivare a quella tra visite di primo accesso e visite di controllo e all'indicazione, da parte del medico di base, del livello d'urgenza della prestazione sanitaria richiesta.
Iniziative opportune per razionalizzare il sistema e per dare precedenza ai casi più urgenti, ma che rischiano di diventare un alibi per ritardare la pubblicazione delle attuali liste d'attesa che, seppure sconfortante, potrebbe e dovrebbe funzionare da sprone e assumere il senso di una precisa assunzione di responsabilità.
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