|
I manager di Asp e ospedali dopo i tagl i dei reparti decideranno le mansioni. «Stipendi immutati».
Sanità, piano per 79 primari in esubero: al via prepensionamenti e mobilità
L'addio al lavoro sarà solo su base volontaria e dopo 40 anni di servizio, Russo: «Prevediamo incentivi», Medicina, chirurgia e cardiologia i settori più interessati.
Prepensionamenti (ma volontari) e mobilità regionale. Ecco il futuro dei 79 primari che risulteranno in esubero al termine della riscrittura della mappa dei reparti ospedalieri illustrata giovedì dall'assessore Massimo Russo e da Lombardo. Saranno i singoli manager di Asp e ospedali ad assegnare gli incarichi dopo aver tagliato i reparti inutili e accorpato quelli doppioni. Un taglio che riguarderà soprattutto medicina, chirurgia e cardiologia. Russo però ha precisato ieri che, per legge e in forza dei contratti collettivi, chi non vedrà confermato il proprio incarico dirigenziale conserverà intatto lo stipendio: «A ogni primario dovrà essere garantito lo stesso trattamento economico e un incarico equiparato».
E sta qui, nella scelta degli incarichi equiparati, l'unica arma in mano ad assessore e manager per spingere verso la pensione i primari in esubero. Russo aveva ipotizzato a fine settembre un piano di prepensionamenti che sfruttava una norma di Brunetta: «In base al decreto legislativo 112 - spiega Giovanni Carapezza, capo di gabinetto di Russo - potevamo mandare in prepensionamento chi aveva 40 anni di contributi».
Qualche settimana fa però a Roma la norma è stata leggermente modificata: «Adesso questa possibilità vale ancora per gli amministrativi - conclude Carapezza ma non per i dirigenti medici». Per loro serviranno 40 anni di effettivo servizio e il consenso: i numeri dell'eventuale esodo si abbassano.
A questo punto Russo ha due strade: «Noi prevediamo comunque - spiega l'assessore di incentivare i prepensionamenti perchè il nostro obiettivo è svecchiare l'apparato esistente». Oppure bisognerà sperare che chi dovrà accettare l'incarico equiparato non si accontenti e scelga la pensione. «La legge - aggiunge l'assessore - permette la mobilità regionale. Chi perderà il posto da primario potrà andare a ricoprire un incarico all'interno della nuova mappa di reparti». Tecnicamente - e con il consenso, spiegano in assessorato - sarebbe perfino possibile che il primario che perde l'incarico resti nel reparto di appartenenza accanto al suo successore. E così, in attesa che scadano gli attuali contratti, il risparmio in questa fase non sarà quindi legato all'abbassamento del costo del personale ma sulla riduzione dei reparti. Tutto adesso dipende dai manager. Saranno loro a scegliere i primari della nuova mappa dei reparti, forti di valutazioni dei curricula affidate a una commissione costituita ad hoc.
I primari attuali, secondo l'assessorato, sono circa 850 e lo stipendio netto mediò è di circa 4.500 euro. L'assessorato sta anche provando a ridurre il ricorso che molti manager hanno fatto negli anni alla chiamata diretta dei primari. È una possibilità - ha spiegato Carapezza - prevista della legge 502 del '92 all'articolo 15 septies e consente di assumere con contratti a termine primari per coprire vuoti d'organico improvvisio per assicurare luminari del settore alla sanità siciliana.
Nel corso degli ultimi 5 anni fra dirigenti medici e primari sono 94 le assunzioni fatte così. Il ricorso a questi incarichi sarà ridotto e anche i rinnovi di questi contratti sono già entrati nel mirino. Intanto, secondo Pio Siragusa presidente della conferenza dei sindaci della Provincia di Palermo, «nella rimodulazione della rete ospedaliera Russo non ha tenuto conto delle esigenze del territorio».
E sta qui, nella scelta degli incarichi equiparati, l'unica arma in mano ad assessore e manager per spingere verso la pensione i primari in esubero. Russo aveva ipotizzato a fine settembre un piano di prepensionamenti che sfruttava una norma di Brunetta: «In base al decreto legislativo 112 - spiega Giovanni Carapezza, capo di gabinetto di Russo - potevamo mandare in prepensionamento chi aveva 40 anni di contributi».
Qualche settimana fa però a Roma la norma è stata leggermente modificata: «Adesso questa possibilità vale ancora per gli amministrativi - conclude Carapezza ma non per i dirigenti medici». Per loro serviranno 40 anni di effettivo servizio e il consenso: i numeri dell'eventuale esodo si abbassano.
A questo punto Russo ha due strade: «Noi prevediamo comunque - spiega l'assessore di incentivare i prepensionamenti perchè il nostro obiettivo è svecchiare l'apparato esistente». Oppure bisognerà sperare che chi dovrà accettare l'incarico equiparato non si accontenti e scelga la pensione. «La legge - aggiunge l'assessore - permette la mobilità regionale. Chi perderà il posto da primario potrà andare a ricoprire un incarico all'interno della nuova mappa di reparti». Tecnicamente - e con il consenso, spiegano in assessorato - sarebbe perfino possibile che il primario che perde l'incarico resti nel reparto di appartenenza accanto al suo successore. E così, in attesa che scadano gli attuali contratti, il risparmio in questa fase non sarà quindi legato all'abbassamento del costo del personale ma sulla riduzione dei reparti. Tutto adesso dipende dai manager. Saranno loro a scegliere i primari della nuova mappa dei reparti, forti di valutazioni dei curricula affidate a una commissione costituita ad hoc.
I primari attuali, secondo l'assessorato, sono circa 850 e lo stipendio netto mediò è di circa 4.500 euro. L'assessorato sta anche provando a ridurre il ricorso che molti manager hanno fatto negli anni alla chiamata diretta dei primari. È una possibilità - ha spiegato Carapezza - prevista della legge 502 del '92 all'articolo 15 septies e consente di assumere con contratti a termine primari per coprire vuoti d'organico improvvisio per assicurare luminari del settore alla sanità siciliana.
Nel corso degli ultimi 5 anni fra dirigenti medici e primari sono 94 le assunzioni fatte così. Il ricorso a questi incarichi sarà ridotto e anche i rinnovi di questi contratti sono già entrati nel mirino. Intanto, secondo Pio Siragusa presidente della conferenza dei sindaci della Provincia di Palermo, «nella rimodulazione della rete ospedaliera Russo non ha tenuto conto delle esigenze del territorio».
Nessun commento:
Posta un commento
imposta qui i tuoi commenti