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PIANO DI RIENTRO. Al centro del contendere oltre 80 milioni di debiti.
Sanità, il ministero chiede chiarezza sul 118. Il Pdl attacca, Russo: i conti sono in ordine.
PALERMO. Una lettera del ministero della Salute alla Regione riapre il caso del riordino dei conti pubblici. Secondo il Pdl ufficiale, Roma starebbe per bocciare l'attuazione del piano di rientro dal deficit. Mentre l'assessorato alla Sanità parla di normale attività di controllo e assicura che i conti sono in ordine.
Il ministero ha chiesto chiarimenti sulla riforma del 118, che stenta a entrare in funzione. In questo senso ci sarebbe anche una lettera del prefetto di Palermo che chiede garanzie sulla funzionalità del sistema. La Regione ha dato vita a una nuova società, la Seus, ma non ha ancora chiuso la Sise, che da costola della Croce Rossa ha gestito il sistema fino a fine dicembre. La proroga della convenzione fra Sise e Regione scadrà a fine marzo. Nell'attesa l'assessore Massimo Russo deve decidere il futuro del personale, 3.200 fra autisti soccorritori e amministrativi, destinati a transitare alla nuova società. Su questa operazione si innesca una trattativa con i sindacati perchè il personale della Sise chiede il pagamento di 46 milioni di straordinari fatti e non retribuiti. La Sise ritiene che di queste somme debba farsi carico la Regione insieme a un'altra quarantina di milioni di vecchi crediti. Proprio questo buco sarebbe al centro delle verifiche del ministero. Russo mostra cautela: «È in corso un proficuo confronto con i sindacati per risolvere il caso. A tutti i dipendenti verrà garantito il contratto fulltime», mentre oggi è in vigore il part time. La Regione chiede la rinuncia ai vecchi crediti in cambio di questo nuovo contratto. Da giorni però il Pdl rilancia l'ipotesi commissariamento. «Nonostante i proclami di Russo, la sanità è allo sfascio - commenta Salvino Caputo - ed è ancora attuale il rischio di vedere commissariata la Regione. Fino a ora le scelte irresponsabili dell'assessore non hanno portato alcun beneficio alla Sicilia». All'Ars in molti intravedono una seconda puntata dell'azione che il governo nazionale sta portando avanti contro la Regione sulle nomine dei manager esterni. Russo però parla di «strurnentalizzazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà. Il rischio di commissariamento è escluso, abbiamo recuperato 600 milioni». Le verifiche del ministero però non sono finite.
Roma ha chiesto di prolungarle per verificare l'efficacia degli atti già approvati. Il rischio in questo caso sarebbe quello di perdere una fetta dei fondi che lo Stato deve alla Sicilia per effetto del buon esito del piano di rientro.
Il ministero ha chiesto chiarimenti sulla riforma del 118, che stenta a entrare in funzione. In questo senso ci sarebbe anche una lettera del prefetto di Palermo che chiede garanzie sulla funzionalità del sistema. La Regione ha dato vita a una nuova società, la Seus, ma non ha ancora chiuso la Sise, che da costola della Croce Rossa ha gestito il sistema fino a fine dicembre. La proroga della convenzione fra Sise e Regione scadrà a fine marzo. Nell'attesa l'assessore Massimo Russo deve decidere il futuro del personale, 3.200 fra autisti soccorritori e amministrativi, destinati a transitare alla nuova società. Su questa operazione si innesca una trattativa con i sindacati perchè il personale della Sise chiede il pagamento di 46 milioni di straordinari fatti e non retribuiti. La Sise ritiene che di queste somme debba farsi carico la Regione insieme a un'altra quarantina di milioni di vecchi crediti. Proprio questo buco sarebbe al centro delle verifiche del ministero. Russo mostra cautela: «È in corso un proficuo confronto con i sindacati per risolvere il caso. A tutti i dipendenti verrà garantito il contratto fulltime», mentre oggi è in vigore il part time. La Regione chiede la rinuncia ai vecchi crediti in cambio di questo nuovo contratto. Da giorni però il Pdl rilancia l'ipotesi commissariamento. «Nonostante i proclami di Russo, la sanità è allo sfascio - commenta Salvino Caputo - ed è ancora attuale il rischio di vedere commissariata la Regione. Fino a ora le scelte irresponsabili dell'assessore non hanno portato alcun beneficio alla Sicilia». All'Ars in molti intravedono una seconda puntata dell'azione che il governo nazionale sta portando avanti contro la Regione sulle nomine dei manager esterni. Russo però parla di «strurnentalizzazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà. Il rischio di commissariamento è escluso, abbiamo recuperato 600 milioni». Le verifiche del ministero però non sono finite.
Roma ha chiesto di prolungarle per verificare l'efficacia degli atti già approvati. Il rischio in questo caso sarebbe quello di perdere una fetta dei fondi che lo Stato deve alla Sicilia per effetto del buon esito del piano di rientro.
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